Festa patronale a Piano: San Michele è San Michele…ovunque!
di Johnny Pollio
In merito alla dibattuta questione circa i festeggiamenti per il Santo Patrono di Piano di Sorrento, mi permetto di esprimere la mia personalissima opinione. Premetto che apprezzo la passione che alimenta alcuni dei commentatori che mi hanno preceduto, tuttavia non posso esimermi dal rilevare che forse ci sia un particolare di fondo che viene sottovalutato. L’origine delle feste patronali (ed in generale di tutte le festività religiose attuali) si perde nella notte dei tempi e, la gran parte di esse, prese il posto di antichi riti pagani “…poscia che Costantin l’aquila volse” (valga per tutti l’esempio del Dio Mitra). Solo credo intorno al 1600 Papa Urbano VIII cercò di mettere ordine nella materia imponendo che la elezione del Santo Protettore passasse prima per le Autorità religiose locali sino a giungere alla Congregazione dei Riti. Procedura più recentemente confermata anche sotto il pontificato di Paolo VI.
Questo semplicemente per dire che il Santo Protettore non “appartiene” alle Autorità religiose! Inoltre è bene ricordare che nel nostro ordinamento la consuetudine di festeggiare il Santo Patrono viene recepita da tutti i CCNL, al punto che in tale giorno il datore di lavoro deve pagare la giornata doppia al lavoratore che presta la propria opera; per la sola città di Roma la norma è recepita persino dai Patti Lateranensi.
Il dibattito, secondo me, non a caso sorge solo a Piano di Sorrento, dove le Autorità civili sono sin troppo ossequiose nei confronti di quelle religiose, dove sostanzialmente si continua a dare a Dio quel che è di Dio, ma anche quel che è di Cesare; in qualsiasi altra comunità giammai alcuna autorità religiosa potrebbe solo lontamente sognarsi di vietare i festeggiamenti per il Santo Patrono. Un’ultima considerazione voglio spenderla riguardo al corretto richiamo alla sobrietà, richiamo che condivido ampiamente. Visti i tempi così difficili per le famiglie, per quale motivo, solo per fare un esempio, si continuano a svolgere campi scuola in amene e certamente più dispendiose località del Trentino o della Valle d’Aosta e non invece nei propri accoglienti Centri parrochiali? D’altronde di tratta di pregare, o no?
In conclusione, siccome sono sempre bastian contrario, sabato prossimo andrò a rendere omaggio alla statua dell’Arcangelo Michele che si trova sull’altare della Basilica di Santa Maria del Lauro a Meta o, se riesco, mi spingerò sino alla splendida chiesetta di Faito. Anche perché San Michele è San Michele ovunque, non c’è bisogno di fare passerella nella Chiesa Patronale.