Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Vergogna Italia, vincono le “lobbies” dei giochi e delle slot

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Italia 2012

Il decreto-Balduzzi che prevedeva norme più restrittive in materia di sale gioco, slot machine e ludopatia è stato stravolto: praticamente nessuna delle novità introdotte per scongiurare l’apertura di sale giochi nei pressi delle scuole, per evitare la pubblicità dei giochi e per contrastare le patologie sociali connesse al dilagare del gioco diventerà legge. Le lobbies del gioco, le concessionarie che gestiscono il business miliardario dei giochi l’hanno avuto vinta su tutti i fronti: una vergogna per un Paese che vorrebbe essere civile e che invece è ostaggio del malaffare che, attraverso questo sistema che aggrega interessi trasversali anche alla politica, tiene praticamente in ostaggio l’economia della Nazione.

A nulla sono sin qui serviti i lodevoli, ma isolati sforzi di chi ha cercato di sensibilizzare il Parlamento su un tema così scottante! Il Governo tecnico in nulla è riuscito, se non a confermare che anche i minori di 18 anni hanno libero accesso a quese sale, purchè non giochino! Utopia…Vengono consegnate tutte le giovani generazioni nelle mani di chi tira le fila del gioco e che nella stragrande maggioranza dei casi è colluso col crimine organizzato. Troppi prestanome gestiscono per conto delle varie mafie queste sale che ormai dilagano nel Paese. Per restare in casa nostra già la DIA, nella sua relazione annuale, ha individuato in questo settore il business attraverso il quale la camorra fa affari anche in Penisola Sorrentina. Sulla base di indagini di polizia è stato accertato che attraverso il gioco la camorra ricicla il denaro e che questo alimenta il circuito degli affari connessi, fra cui usuradroga. Insomma il Parlamento si è genuflesso a questi interessi a conferma di un’atroce verità: oggi le mafie gestiscono in prima persona lo Stato, non hanno più bisogno della politica con cui negoziare affari contraccambiando in voti. Purtroppo si è avverato quel salto di qualità, che risale proprio alle stragi siciliane del 92-93, quando si è rotto il patto tra politica e mafie e queste, nelle diverse espressioni che le contraddistingue (camorra, mafia e ‘ndrangheta), sono assurte ai vertici dello Stato, in Parlamento e nel Governo, oltre a infoltire assemblee civiche locali, provinciali e regionali. Ormai gli effetti li vediamo anche in città del centro e nord Italia divenute le nuove Scampia nazionali, a Roma come a Milano. Questa è l’Italia che consegniamo ai nostri figli, una malata di cancro dove il male si alimenta delle cellule sane e non c’è medico o medicina in grado di fermarlo questo tumore sociale, civile, economico e culturale.

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