La storia dell’Amministrazione-Orlando: capire per cambiare le regole del gioco…
L’epilogo dell’Amministrazione-Orlando è scritto…Anzi è stato scritto nell’ormai lontano 2008 quando l’ing. Gian Michele Orlando, assessore uscente, si aggiudicò l’investitura a sindaco prevalendo sugli altri colleghi-assessori, cioè su coloro che sono poi diventati i suoi assessori in questa tormentata storia che è stata la vita dell’Amministrazione di Sant’Agnello dalle elezioni ai giorni nostri e fino alla prossima chiamata alle urne. Una storia che possiamo raccontare e che racconteremo anche con episodi inediti, utili a farci meglio comprendere, al di là del caso specifico, perchè sempre più osservatori di vicende politiche e amministrative condividono l’opinione che la legge sull’elezione diretta del Sindaco ha fallito, nei piccoli centri come nelle grandi città.
Più esattamente ha tradito le aspettative del legislatore che, nell’ambito di una rivisitazione dell’ordinamento costituzionale e dell’organizzazione istituzionale dello Stato, avverte forte la necessità di rimodulare la legge sulle autonomie locali per attuare una riforma che riscriva le regole senza determinare il deficit di democrazia che è venuto a crearsi con tutte le disfunzioni annesse e connesse che oggi inibiscono una più diffusa e libera partecipazione alla vita pubblica locale. La storia di Orlando&Co, ma anche altre che analizzeremo, ci permetterà di approfondire tutti questi ed altri problemi, con l’auspicio che l’esercizio possa servire soprattutto ad emancipare persone, uomini e donne, finora escluse dalla partecipazione attiva e competitiva che è il sale della democrazia.
(1 – continua)
Un commento
gianni salvati
Caro direttore,
ho letto,come di consueto,le acute osservazioni che Pol.in pen.ha espresso riguardo alla legge sull’elezione diretta del Sindaco(se non sbaglio la L.81 del 1993)ed anche dei consiglieri comunali(una sola preferenza da esprimere!)e concordo pienamente con il giudizio finale che la stessa,ha fallito sia nei piccoli centri che nelle grandi città.Vi è però da osservare,che in nome della governabilità(presunta !)sono stati fatti dal legislatore numerosi ” inguacchi”, rivedendo per esempio il ruolo dei Segretari Comunali che prima esprimevano su tutti gli atti il parere di legittimità,stante la loro posizione di “funzionari tramite ” tra lo Stato e l’Ente Locale e la prerogativa di essere a capo di tutto il personale dei Comuni,mentre oggi sono ” solo fiduciari” del Sindaco ed il loro incarico dura quanto quello del loro datore di lavoro.Per non parlare poi del ruolo dei Comitati regionali di Controllo ai quali i consiglieri comunali di opposizione potevano rivolgersi per contestare o chiedere chiarimenti su atti espressi dalle maggioranze dei Comuni,ruolo che oggi non esercità più nessuno.Tutte queste cose,messe assieme,compresa la possibilità che il Consiglio Comunale,potesse eleggere nel suo seno il sindaco,facevano sì che la politica,almeno nei Comuni,avesse un senso nelle sue componenti di maggioranza e di opposizione,pur con tutti i limiti dettati dalla normativa.Ora invece,se si sbaglia sindaco sono dolori e tranne sfiducie sempre più rare,nè il popolo nè l’opposizione può fare niente e deve tenersi il primo cittadino per tutta la durata della consiliatura.Detto ciò però una considerazione generale la voglio fare e riguarda la circostanza che ogni persona che si accinge a fare il Sindaco,conosce le regole e le norme che regolano il ruolo e non può dolersene se le cose vanno male,così come se tali norme non convengono o non si condividono,non si deve accettare di concorrere alle elezioni!Credo che la responsabilità nei politici debba essere un valore genetico,connaturato alle doti morali e personali,altrimenti si cercherà sempre di trovare un capro espiatorio per giustificare i propri errori o le proprie incapacità!
Gianni Salvati,consigliere comunale di S.Agnello