Il dossier della DIA sulla Criminalità Organizzata in Campania
La Direzione Investigativa Antimafia ha presentato al Parlamento la Relazione sulla Criminalità Organizzata in Italia e, per quanto di più diretto interesse, in Campania con la specificità della singole province e realtà territoriali. Il dossier di oltre 500 pagine delinea un quadro sempre più allarmante per la penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale, economico-produttivo, politico-amministrativa territoriale e per chi si cimenta nella lettura si aprono scenari su un mondo fatti di nomi e cognomi, di alleanze, di business vecchi e nuovi, di territori controllati in assoluto dispregio della legge. Appena qualche settimana fa il Sen. Raffaele Lauro, componente della Commissione Antimafia, suonava l’ennesimo campanello d’allarme sul rischio di infiltrazioni malavitose nella Costiera, un appello ai Sindaci e alle Amministrazioni locali affinchè mantengano alto il livello di guardia contro il crimine organizzato che si fa sempre più impresa e contamina il territorio fino ad appropriarsene.
Nel rapporto la Penisola Sorrentina è inserita nell’ambito della provincia meridionale di Napoli, da San Giorgio fino pasando per l’area torrese, stabiese, i monti lattari fino alla Costiera. A sua volta questo territorio viene suddiviso in due macroaree del crimine: la zona torrese e quella oplontina-stabiese. La prima area comprende i Comuni di Portici, Ercolano, San Sebastiano al Vesuvio e San Giorgio a Cremano. La seconda i Comuni di Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Pompei, Castellammare di Stabia, Sant’Antonio Abate, Pimonte, Agerola e Penisola Sorrentina. Soffermiamoci sulla realtà stabiese-peninsulare. Secondo la DIA “…Nella città di Castellammare di Stabia, l’attuale struttura apicale del clan D’ALESSANDRO risulta essere gestita da Vincenzo D’ALESSANDRO (terzogenito di Michele D’ALESSANDRO ed allo stato detenuto sottoposto al regime detentivo del 41 bis O.P.), cugino di primo grado di Salvatore BELVISO – tra gli esecutori materiali dell’omicidio del Consigliere Comunale Luigi TOMMASINO – unitamente a CAROLEI Paolo ; quest’ultimo, si ricorda, fautore dell’attuale alleanza con il clan DI MARTINO-AFELTRA insistente sulla zona dei Monti Lattari e del Monte Faito. Si tratta di un cartello criminale egemone su una amplissima fetta di territorio a sud della città di Napoli che comprende l’intero circondario che abbraccia i Comuni di Gragnano, Castellammare di Stabia fino ai Monti Lattari ed ad un’ampia fetta della stessa penisola sorrentina, nato proprio in conseguenza di un patto federativo stretto tra il gruppo camorristico dei DI MARTINO ed i D’ALESSANDRO per il tramite di CAROLEI Paolo ed ampiamente delibato da attività investigative, corroborate dal contributo dichiarativo di collaboratori di giustizia. La figura del CAROLEI si è distinta gradulamente come la vera mente economica e finanziaria del sodalizio, al quale sono stati conferiti diretti poteri gestionali in particolar modo in relazione al riciclaggio e reinvestimento dei proventi illeciti acquisiti dal clan D’ALESSANDRO. Le indagini condotte nell’ambito delle operazioni “Golden Goal” e “Golden Goal 2” hanno dimostrato come il clan D’ALESSANDRO, attraverso la figura di CAROLEI Paolo e dei soggetti allo stesso direttamente collegati, abbia acquisito – tramite prestanome – la gestione ed il controllo di punti scommesse del circuito INTRALOT ubicati nel territorio di Castellammare di Stabia.
Un filone dell’attività investigativa “ ” ha consentito ai Magistrati della D.D.A partenopea, nel mese di settembre 2011, di emettere decreti di fermo nei confronti di soggetti – prestanome, inseriti nel settore delle scommesse sportive, attraverso i quali il clan D’ALESSANDRO aveva realizzato una macchina perfetta per fare soldi e ripulire i proventi direttamente tratti dal traffico di droga e dalle estorsioni. La camorra stabiese avrebbe da tempo fiutato lo straordinario e remunerativo business delle scommesse tanto da assoldare negli ultimi mesi una categoria di «tecnici» al servizio dell’organizzazione, scommettitori alle dirette dipendenze del clan, in un ambito ed in una proiezione spazio-temporale, transnazionale. E’ interessante considerare che sino alla metà degli anni ‘90 le scommesse relative al mondo del calcio erano illecite e, per poter scommettere sull’esito di una competizione agonistica, era necessario relazionarsi con uno scommettitore clandestino, correlato al mondo della criminalità al quale affidare i propri soldi. Da quando le scommesse sono diventate legali anche i gruppi legati alla camorra, detentori del business del gioco clandestino, hanno deciso di investire direttamente proventi nel settore.
Per l’attività investigativa un fondamentale contributo è stato fornito dal collaboratore di giustizia, già esponente del clan GALLO-Cavalieri, Giuseppe DI NOCERA, che ha contribuito alla ricostruzione dei diversi livelli di penetrazione della camorra nel settore delle scommesse sportive (compresi i possibili tentativi di condizionare il regolare svolgimento di una o più partite del campionato italiano ed anche di alcuni campionati esteri).
Sempre in relazione agli scenari criminali che connotano il territorio stabiese la Magistratura partenopea sta continuando l’istruttoria circa l’omicidio del Consigliere Comunale Luigi TOMMASINO, consumato il 3 febbraio 2009; attività probatoria che ha posto in risalto l’esistenza di reali ed inquietanti collusioni tra l’apparato politico-amministrativo locale e la consorteria camorristica dei D’ALESSANDRO, il cui intento risulta essere quello della realizzazione di una sistematica infiltrazione criminale in questo settore soprattutto in relazione all’inserimento-controllo degli appalti pubblici“.
Un commento
Peppe
ma chi sono questi signori anonimi che parlano male della penisola. Qui la mafia non esiste! Abbiate il coraggio di firmarvi e farvi vedere in faccia!
(commento ironico)