Antonetti: non abolire il Tribunale di Sorrento
“In un sol colpo il Governo ha chiuso la Sezione Distaccata di Sorrento del Tribunale e del Giudice di Pace. Per quanto riguarda il Tribunale, con lo schema del decreto legislativo delegato approvato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 6 luglio, in attuazione dell’art. 1, comma 2, della legge del 14 settembre 2011 n. 148 di conversione del precedente decreto legge del 13 agosto 2011, la sezione distaccata di Sorrento è stata accorpata al Tribunale di Torre Annunziata; per il Giudice di Pace il Consiglio dei Ministri del 16 dicembre 2011 ha approvato la chiusura, con proroga, dell’Ufficio di Sorrento e conseguente accorpamento sempre a Torre Annunziata”. Lo dichiara in una nota il coordinatore dell’Italia dei Valori in Penisola Sorrentina Giovanni Antonetti a margine del dibattito politico di questi giorni sul riordino degli uffici giudiziari in Campania.
“Tutto ciò è una vera follia, se si pensa soltanto alla morfologia del territorio che di fatto rende Sorrento una vera e propria isola, con un’atavica difficoltà per la mobilità con la Circumvesuviana, che oramai ha ridotto di gran lunga le corse utili, ed una statale che, ancora oggi, rappresenta un disagio per chi la utilizza quotidianamente: la perdita della sezione costiera sarebbe un dramma per i cittadini, perchè a Sorrento, ed in tutta la penisola, con il suo bacino di utenza di 80mila abitanti, è indispensabile la permanenza degli uffici giudiziari, di un presidio sul territorio!
La base giustificativa della efficienza della macchina giudiziaria, alla base del provvedimento ministeriale – continua l’avvocato dipietrista – è sconfessata dagli ottimi dati produttivi degli uffici della sezione distaccata di Sorrento che nonostante l’esiguo numero di magistrati, ha una buona produzione di definizione del contenzioso; in penisola insiste un elevato e complesso contenzioso civile, che risente, fortemente, della dinamica economia locale, rappresentata appunto da circa ottantamila residenti distribuiti su sei comuni, oltre numerosissime seconde case, ed attività turistica, che portano, in penisola, presenze per complessivi tre milioni e mezzo l’anno, con corrispondente attività del terziario, rappresentata dalla sede di numerose ed importanti compagnie di navigazione, comprovato anche dalla presenza di numerosissimi sportelli bancari; nel settore penale, insiste invece principalmente il contenzioso rappresentato dal c.d. abusivismo edilizio, esaminato tre/quattro volte la settimana nelle aule giudiziarie sorrentine, con una presenza, per udienza, tra trenta e cinquanta fascicoli. Tanto in ragione del fatto che il territorio delle penisola è sottoposto, come quello della costiera amalfitana, a tutti i vincoli paesaggistici/archeologici possibili ed immaginabili.
Ma il dato più sconvolgente, che deve indurre il Governo a riflettere sulla tanto sbandierata riduzione di spesa, è costituito dalla circostanza che l’edificio ove è ubicato il Tribunale di Sorrento è di proprietà comunale, quindi a costo zero per lo Stato Centrale, mente il canone di locazione della sede del Giudice di Pace viene corrisposto da tutti i sei Comuni della penisola sorrentina che si sono consorziati in base a quanto previsto dalla legge 148/2011. Quindi con la soppressione di queste due sedi, oltre ai disagi per i cittadini, non si risparmierà proprio un bel nulla! Sin da subito l’Italia dei Valori – conclude Antonetti – ha dato disponibilità ad interessarsi della vicenda, ed infatti c’è stato l’immediato intervento degli onorevoli Antonio Palagiano e Nello Di Nardo, parlamentari di riferimento della costiera alla Camera ed al Senato, per segnalare questi elementi ai componenti delle Commissioni Giustizia dei due rami del Parlamento che devono esprimere il parere sullo schema del decreto legislativo. Ci sarà un impegno costante e concreto, per tutti i cittadini della penisola sorrentina, e per l’intera classe forense locale”