Sant'Agnello

Sant’Agnello, Salvati sulla nuova struttura balneare alla marina S. Caterina

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di Gianni Salvati

Caro Direttore,
è ormai acclarata consuetudine che ai post del Sindaco Orlando, sul suo blog personale, io risponda successivamente sul altri blog di maggiore rilevanza che sicuramente, mi garantiscono la pubblicazione della replica. Mi preme però precisare che il mio intento non è quello di essere sempre ed “ad ogni costo” bastian contrario del sindaco, quanto piuttosto di dare modo ai cittadini ed ai lettori, di conoscere altri punti di vista,stimolando anche eventuali riflessioni sull’argomento che altrimenti, passerebbero sotto silenzio! L’occasione, questa volta, mi viene data dall’inaugurazione del complesso balneare “Katarì” a cavallo tra i Comuni di Piano di Sorrento e  S. Agnello, di proprietà del Comune di S.Agnello ma dato in gestione ad una cordata di imprenditori privati santanellesi e di Piano di Sorrento, che se lo sono aggiudicato a fronte di una regolare gara pubblica.

Sul blog del sindaco ed anche sul tuo si è lodata, giustamente, la sinergia tra pubblico e privato che ha riqualificato un’area balneare e portuale altrimenti degradata, così come si è anche lodata la collaborazione tra i due Comuni confinanti. Ed è proprio questo il punto: senza minimamente criticare o inficiare l’opera meritoria di privati per l’ottimo lavoro svolto mi chiedo quando un’Amministrazione pubblica riuscirà ad essere autonoma nella gestione dei propri beni e delle proprie aree demaniali senza ricorrere, come al solito, ai privati, che, pur consenzienti ad adottare tariffe agevolate per i residenti o per i propri amministrati,perseguono,ovviamente,un proprio tornaconto personale! Tra l’altro, inizialmente, dimostrano una disponibilità, diciamo “pubblica “che, col passar del tempo scema sempre più e non di rado poi preferiscono assicurasi l’amicizia interessata di qualche amministratore pubblico, a sua volta, contento di poter contare sui sicuri consensi elettorali dell’imprenditore privato di turno  (0/e del suo personale lavorativo) in cambio di una, diciamo, ”protezione o garanzia politica”. Senza contare ( e l’esperienza insegna!) che gli imprenditori privati di tutta la Penisola Sorrentina, una volta avuta la sorte di aggiudicarsi un bene demaniale o pubblico,difficilmente lo mollano (tramandandoselo addirittura di generazione in generazione) e quindi, di fatto, il bene diventa quasi privato! Io comprendo perfettamente che i nostri Comuni non hanno sufficiente ed adeguato personale (e forse anche le competenze, ma a questo si può ovviare,volendo!) per gestire in proprio le tante proprietà comunali o i beni demaniali ma ritengo che la formula della gestione congiunta con leggerissima prevalenza del pubblico ( 51% al Comune e 49% al privato) possa maggiormente garantire la popolazione senza istituire servitù a vita in favore dei privati. Un’ulteriore cosa positiva per la cittadinanza sarebbe poi quella di un test concreto per poter valutare l’operato politico ed amministrativo dei propri amministratori comunali attraverso gli indirizzi gestionali che essi (e per la propria quota) detterebbero ed attraverso il controllo dei servizi offerti alla popolazione meno abbiente,unitamente agli utili economici in favore dell’Ente. In questo modo, in corso d’opera, si avrebbe, come Comune, la possibilità, i poter sempre e direttamente, correggere eventuali incapacità gestionali. Allo stato attuale invece, facendo gestire sempre ai privati, i beni pubblici, gli amministratori non assumono alcuna responsabilità nè in merito ai servizi offerti dal privato, nè in caso di mancato pagamento dei canoni pattuiti (per i quali vengono instaurati lunghi conteziosi legali i cui oneri poi pagano sempre i cittadini!), né in caso di mancato rispetto delle clausole e degli accordi stipulati. Non parliamo poi di dimostrare le proprie capacità politico-amministrative o imprenditoriali! Spesso gli amministratori pubblici si limitano a fare il breve compitino assegnato sulla falsariga del passato ed addirittura molti che, nel privato sono stati e sono valenti imprenditori turistici o commerciali, quando si trovano ad amministrare il pubblico si comportano esattamente all’opposto! Credo che su questa riflessione si debba, stimolare un dibattito con i lettori, con altri amministratori o anche con semplici cittadini al fine di comprendere il miglior modo, per il futuro, di agire.

Un commento

  • johnny Pollio

    Sulla questione Marina di Cassano mi pongo una domanda da uomo della strada: se si doveva privatizzare tutto, non sarebbe stato più logico pensare ad un bel project financing e poi dare GIUSTAMENTE la gestione dell’area al privato che realizzava il progetto?
    Come diceva il comico Paolo Caiazzo, quando indossava in scena i panni di del giovane disoccupato Tonino Cardamone: “‘A capa mia nun è bbona!”

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