Sorrento, Rosario Fiorentino rivendica la presidenza del consiglio
SORRENTO – All’incontro con Giuseppe Cuomo si sono presentati insieme: Rosario Fiorentino e Mariano Pontecorvo! Un segnale che qualcosa di sostanziale è già cambiato rispetto alla vigilia elettorale quando la triade Cuomo-Pontecorvo-Sagristani rivendicava l’intuizione della svolta post-Marco Fiorentino e si candidava alla guida della città coltivando ambizioni di ben più ampia portata. Per Cuomo la verifica si prospetta un esercizio complesso, anzi un’impresa a rischio in grado di mandare all’aria delicati equilibri interni sia alla maggioranza sia alle varie aree che la compongono. Il PDL è deflagrato: tutti contro tutti alla ricerca di posti e di visibilità in attesa della prossima tornata, pronti a sostenere anche il ritorno di Marco Fiorentino visto che su un Cuomo-bis nessuno ci scommette!
Nell’Udc il gruppo consiliare fa squadra e respinge al mittente l’ipotesi di una nomina assessoriale per Raffaele Apreda sponsorizzata da Sagristani. Dal canto proprio Milano si dice pronto a rispettare i patti, ma non è disposto a uscire di scena senza rientrare in Consiglio: in questo senso gli accordi erano chiari e tutti i torti non glieli si possono dare all’Avvocato del turismo sorrentino. In questo marasma del tutti contro tutti i soliti bene informati riferiscono che, fosse per Cuomo, non muoverebbe una virgola consapevole del fatto che qualsiasi cambiamento produrrà contraccolpi in grado di far calare anticipatamente il sipario sulla legislatura. Nel Paese e tra i suoi sostenitori cresce però lo scontento, mentre sempre più spesso c’è chi rimpiange Marco Fiorentino che, nelle quinte, affila le armi sapendo che Cuomo non è in grado di reggere a una controffensiva accerchiante! Rosario Fiorentino, vice di Marco nella pregressa legislatura, rivendica un ruolo super partes, quello di presidente dell’Assemblea, utile a rinverdirne la leadership che potrebbe aprire la strada a clamorose novità visti anche i troppi fianchi scoperti che Cuomo esibisce su diversi fronti. Nel mirino di alleati e avversari c’è anche il vice sindaco, Giuseppe Stinga, che nello stesso PDL non sembra più godere di ampi consensi. In effetti si tratta di “cannibalismo politico“, del “mors tua vita mea” col quale ognuno nel PDL cerca di perpetuarsi in vista del prossimo appuntamento con le urne e considerata la crisi irreversibile del Partito. Per Cuomo lasciare a terra Stinga non è però un’impresa semplice nè corretta: forse però potrebbe togliergli la delega di vice sindaco per accontentare gli alleati che lo incalzano e che pretendono spazi e visibilità. L’approssimarsi delle elezioni politiche del 2013 concorre ad accrescere tensioni e fibrillazioni perchè, anche su questo fronte, si gioca una partita di riposizionamento sullo scacchiere da parte di diversi personaggi intenzionati ad accreditarsi per la prospettiva.