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Bilancio Doria SpA: oro rosso uguale oro giallo

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di Santolo Cannavale

Ho partecipato (il 16 maggio 2012) ad Angri all’assemblea ordinaria de La Doria SpA per l’approvazione del bilancio 2011. Erano presenti sette persone con diritto di voto in rappresentanza di dieci azionisti, su un totale di 1551 soci azionisti. Di fatto il capitale de La Doria SpA è controllato per il 70% da esponenti della famiglia Ferraioli. Gli azionisti (alcuni per delega) partecipanti all’assemblea erano portatori di 23.651.972 azioni, pari al 76,3% del capitale sociale. Presidente dell’Assemblea e del Consiglio di Amministrazione: Sergio Persico. Dati salienti del bilancio consolidato 2011 del Gruppo La Doria SpA:
Fatturato 484,3 milioni di euro (443,5 nel 2010); risultato netto (detratte le imposte): 8,6 milioni di euro (13,8 nel 2010).
Capitale investito netto: 246,1 milioni di euro (218,1 nel 2010). Detto capitale è finanziato con Patrimonio della società per 123,6 milioni di euro (121,4 nel 2010) e mediante finanziamento esterno per 122,4 milioni di euro (96,7 nel 2010). L’assemblea all’unanimità ha approvato il bilancio 2011 e la destinazione a riserva dell’utile di esercizio, dopo accurata presentazione dei dati di bilancio ed informazioni sulla gestione aziendale da parte dell’Amministratore delegato Antonio Ferraioli. Dalla “Lettera agli azionisti” si evidenzia: “Nel 2012 La Doria continuerà a perseguire i propri obiettivi strategici, vale a dire consolidare la propria posizione di preminenza nei mercati esteri più remunerativi del pomodoro e dei legumi a marchio del distributore, quali Regno Unito, Giappone ed Australia, penetrare in maniera più significativa i mercati dell’Est Europa e consolidare la propria leadership nel mercato italiano dei succhi di frutta a marchio commerciale, nonché conquistare, su tale mercato, una posizione di rilievo anche nei derivati del pomodoro e dei legumi”.
Lo scenario dei prossimi anni vedrà il mercato delle conserve alimentari vegetali, che si caratterizza per essere maturo e iperconcorrenziale, offrire ancora spazi di crescita attraverso l’innovazione, la segmentazione dell’offerta e l’internazionalizzazione”.
Anche la riforma dell’OCM ortofrutta, entrata a regime nel 2011, accelererà il già avviato processo di concentrazione del settore dei derivati del pomodoro, a vantaggio delle aziende più efficienti e di rilevanti dimensioni”.
Il Gruppo La Doria SpA ha un organico fisso di 415 unità ed un organico stagionale (media su base mensile) di 427 unità. Rinvio al sito internet: gruppoladoria.com per la lettura integrale e l’approfondimento dei dati di bilancio 2011. Nel mio intervento in qualità di piccolo azionista – tre in totale gli interventi a parte quelli istituzionali di Presidente, Amministratore Delegato e Direttore Generale Andrea Ferraioli – ho sottolineato il numero davvero esiguo dei partecipanti con diritto di voto all’assemblea.
La Doria SpA, una delle pochissime aziende del Meridione quotata alla borsa valori di Milano, meriterebbe per tanti motivi una presenza ben più cospicua di azionisti. Assenti come nelle precedenti assemblee della società i giovani studenti di “economia” ed “economia aziendale” che dalla partecipazione all’evento societario avrebbero tanto da apprendere per incrementare il bagaglio di conoscenze ed esperienze di tipo economico-finanziario. Ho sottolineato la circostanza secondo cui le vendite della società avvengono tramite marchi di “Private Labels” (Auchan, Conad, Carrefour, Selex, Billa, PAM, Tesco, LIDL, ecc) per il 92,7% e solo per il 7,3 medianti marchi propri. Questo, a mio avviso, è un punto di forza che consente di ampliare il fatturato de La Doria SpA, ma rappresenta anche un punto di debolezza tenuto conto della relativa “precarietà e vulnerabilità” dei rapporti con detti venditori finali i quali utilizzano esclusivamente il proprio marchio per proporre il prodotto ai consumatori.
L’Amministratore delegato Antonio Ferraioli, rispondendo approfonditamente in merito, ha dato atto della bontà della considerazione ma ha assicurato che i rapporti con le “Private Labels” sono ben collaudati dopo anni di sperimentazione tenendo conto della qualità ed assortimento del prodotto fornito e delle condizioni accordate che non troverebbero facile sostituzione sul mercato.
Ho sottolineato la crescita delle passività correnti da 154,667 milioni di euro del 2010 ai 213,325 milioni di euro del 2011. Nello specifico: i debiti finanziari passano da 64,037 a 89,835 milioni di euro; i debiti commerciali passano da 78,365 a 103,224 milioni di euro. Le rimanenze da 139,126 lievitano a 176,390 milioni di euro tra Dicembre 2010 e Dicembre 2011. Tutto questo appare funzionale alla crescita dei volumi realizzati. Indubbiamente il 2011 non è stato un anno facile per il problematico contesto economico e sociale in tutta Europa, dato dal calo di consumi, dalla minore ricchezza prodotta e dal minor reddito complessivo distribuito. Ho dato atto della buona conduzione dell’azienda e degli apprezzabili risultati conseguiti. I 22 milioni di investimenti realizzati nel corso del 2011 sono li a testimoniare la fiducia del management aziendale nel futuro della società e nella possibilità di ulteriore crescita dimensionale del “Gruppo”.
Ho dato atto della sostanziale tenuta del titolo azionario “La Doria SpA” alla Borsa valori di Milano, in controtendenza rispetto all’indice generale FTSE-MIB che dal Maggio 2011 al Maggio 2012 ha segnato un arretramento di circa il 40% .
Ho sottolineato che l’andamento del titolo La Doria SpA ha “tenuto il passo” dell’indice della Borsa americana Dow Jones I.A. (DJIA) che, dopo alterne vicende, ha riguadagnato in questi giorni il livello di 12.500 punti circa registrato nel Maggio 2011.
La sostanziale stabilità di valore del titolo azionario La Doria SpA mi ha suggerito un parallelo con la quotazione internazionale dell’oro che, dopo una crescita vorticosa fino ai 1.950 dollari per oncia nei mesi scorsi, è tornato in questi giorni ai prezzi di un anno addietro e cioè intorno ai 1.530 dollari per oncia.
A mo’ di apprezzamento per la conduzione aziendale de La Doria SpA e di stimolo per gli impegnativi passaggi futuri che riguardano l’intero settore agro-alimentare, tenendo conto del momentaneo “sgonfiamento” del prezzo dell’oro, ho ritenuto appropriato lo slogan: “oro rosso uguale oro giallo”, partecipandolo ai presenti. L’assemblea ha gradito ritenendo la definizione, coniata al momento, accettabile e di buon auspicio. Probabilmente nei prossimi giorni si registreranno andamenti più razionali e comprensibili nelle quotazioni dell’oro giallo con possibili recuperi, ma oggi va bene così, tanto da giustificare il momentaneo parallelo tra “oro rosso e oro giallo”.

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