Diario Politico©Raffaele Lauro

Appello alle forze sane: reagire ed esprimere sempre il proprio pensiero

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Gaetano Mastellone

di Gaetano Mastellone

Mi son reso conto di un’amara verità. In questo mondo diventa difficile scrivere e cercare di argomentare, senza interessi di parte e in piena libertà, il proprio pensiero. Pensiero che, ovviamente, è anche frutto di letture e di analisi fatte da tanti economisti non succubi del mondo politico, gente non indirizzata. I pensieri e gli scritti, anche se condivisi da altre fonti autorevoli, che sono poi elaborati con un proprio commento sono sempre scritti autorevoli. E’ peccato pensare? E’ peccato leggere e riportare pensieri e opinioni altrui? E’ peccato riportare numeri statistici rivenienti dall’ambito professionale? Non credo. In particolar modo quando si fa senza interessi e senza alcun interesse politico. Ogni cittadino come me, che paga le tasse sino all’ultimo centesimo da oltre quarant’anni, ha tutto il diritto di parlare, pensare, scrivere e rispondere. Quello che è vero peccato è quando ci sono tanti personaggi che diffondono parole e scritti fatti da terze persone. Coloro i quali, e ne sono tanti, come il sottoscritto scrive e pensa in autonomia possono andar girando sempre a testa alta. Da qualche tempo, osservando lo scadente scenario in cui viviamo, ho deciso di esprimere pochissimo il mio pensiero. Oggi, sollecitato, lo faccio. Ovviamente non ho nessuna pretesa di essere portatore, come fan tanti, del verbo della verità. Cerco semplicemente di seguire il “filo conduttore” che porto avanti da almeno sei, sette anni; cambiamento, trasparenza e sviluppo attraverso un sistema di pianificazione strategica. Eppure c’è tanta gente che su questi argomenti fa “spallucce”. A loro dico: poveri Voi! Siete consapevoli dei danni che avete già fatto e di quelli che farete in futuro? A me interessa poco del vostro pensiero perché avete portato l’Italia, e non solo, allo sbando! A tutti i semplici Cittadini come me, a tutti i cittadini sofferenti e soccombenti da questa crisi generata, in concorso di colpa dai parlamentari e dalla situazione internazionale, voglio solo dire non lasciatevi più incantare da chi sa bene l’arte dello scrivere e del parlare. Incantatori di serpenti! Oramai il 2012 è da dimenticare! Mi appello a quei pochi sani del mondo “della politica” e li invito, ancora una volta, a compiere una decisa, e immediata, inversione di rotta. Nella mia breve e spinosa esperienza della politica attiva mi sono però, purtroppo, anche reso conto che “loro” non desiderano far entrare il rinnovamento o il cambiamento; è un problema pressoché irrisolvibile. Ne parlano, o ne scrivono, solamente! A chi volete prendere in giro. So anche bene che in politica “i numeri e i denari” contano più delle idee. So bene che per il “nuovo” la strada sarà sempre in salita, ma intanto se riuscissimo almeno a liberare questa tortuosa strada dal ciarpame che ne intralcia il cammino, sarebbe già una cosa veramente grande per tutti. Mi domando ancora, forse anche ingenuamente, perché è poi così difficile fare della buona politica? Tipo di come valorizzare l’ambiente, organizzare il traffico, tener pulita la città, risparmiare sulle spese, creare posti di lavoro, cacciare i corrotti, fare bene i conti, aprire di là, chiudere di qua, combattere l’evasione, ripianare i bilanci etc. etc. Tutti t’illustrano “il che”, ci fosse un cane chi ti chiarisca “il come”. Anni fa c’era un concorso radiofonico riservato alle “Voci nuove”. Voci di esordienti che, dopo un’educazione domestica, andavano a cimentarsi, con il microfono di una grande emittente, con il grande pubblico e con il mercato dei dischi. Se andava bene, bene. Se andava male, si tornava a casa. Ecco! Quello che manca alla nostra politica è un concorso per “volti, voci e idee nuove!”. Bisogna cercare di far inserire l’immissione in circolo di sangue fresco in un organismo perennemente anemico. Invece no! Da noi la classe dirigente politica, terminata la scalata al potere del Parlamento o dei vari Enti, resta lì immobile per decenni. In politica di “voci nuove” non se ne sentono perché, poiché esse sono ritenute potenziali destabilizzatrici degli equilibri, darebbero fastidio e quindi non vanno incoraggiate. E per scoraggiarle poco ci vuole: basta dichiarare che le idee che esprimono sono vecchie e sorpassate, che sanno di fascismo, di comunismo, di razzismo, di qualunquismo o di qualsiasi altro “….ismo”. Basta vietare che i vari giornaletti locali ne vietino gli scritti, com’è capitato a me! Così il “nuovo”, che non è sempre sinonimo di giovane, si scoraggia, si guarda intorno, non trova appoggi e si rimette a sedere. Si soffocano sul nascere i tentativi della gente comune e si portano avanti i “delfini”, cioè elementi coltivati nel loro vivaio, di quelli cioè che si muovono solo dietro precise istruzioni ricevute oppure leggono, spesso male, e a comando scritti altrui. Suggerisco a chi legge questo scritto di iniziare a riflettere perché sullo scenario ci sono due categorie di politici, coloro i quali continuano imperterriti nelle loro attività della vecchia politica e coloro i quali sono alla ricerca di una verginità. Pensiamoci, per il bene dei nostri figli e della nazione.

Un commento

  • gianni salvati

    Caro direttore,

    al solito, nonostante mi sia imposto di non intervenire sulle questioni che non riguardano S.Agnello, faccio sempre un’eccezione per gli interventi, sempre acuti, di Gaetano Mastellone che conosco ed apprezzo,anche se dissento su alcuni aspetti di essi. Comincio dalla fine di questo suo appunto allorquando divide in due le categorie dei politici esistenti in Italia: quelli in cerca di rifarsi una verginità e quelli che continuano imperterriti nel loro malaffare! A queste due categorie caro Gaetano, aggiungerei ancora due categorie: quelli che cercano disperatamente da anni di invertire la tendenza,cercando di farsi ascoltare vanamente, senza scoraggiarsi (convinti prima o poi che ciò avverrà) e quelli che, pur in buona fede, non ritenevano che il mondo della politica, fosse in generale, così inquinato e quindi non hanno altro desiderio che smettere al più presto la loro esperienza. Io però vorrei aggiungere alle tue considerazioni un aspetto che credo valga la pena sottolineare:il mondo della politica, altro non è, in generale, che la proiezione, fatte le debite considerazioni ed eccezioni,di quello che è (o è diventato!) un popolo. Se l’intera classe politica nazionale (sempre con le debite considerazioni ed eccezioni) è quella che da anni ci malgoverna, non credi che le responsabilità siano anche della popolazione che la sceglie! A volte ascolto cittadini che dopo aver eletto (con il proprio voto) un sindaco, un amministratore, un qualsiasi politico di una qualsiasi Istituzione, si lamenta del suo operato ma alla domanda specifica del perchè l’ha votato,ti risponde candidamente di averlo fatto perchè lo facevano in tanti. Mai una volta, che si ammettessero le proprie responsabilità, mai una volta che si dicesse:l’ho scelto perchè convinto e consapevole delle sue capacità politiche e della sua rettitudine morale! Questa, caro Gaetano, una riflessione, che credo vada fatta da tutti quanti noi,così come il desiderio di voler sempre una persona forte e capace che ci governi e che ci guidi con competenza ed onestà! Io credo che anche la storia abbia molto da insegnarci e gli uomini forti, col tempo, possono essere anche pericolosi e diventare dittatori. Se invece ricominciamo ad essere una popolazione forte, onesta, laboriosa e capace, con tanti valori possiamo anche essere in grado di fare piazza pulita di tanti cialtroni della politica e di autodeterminarci!

    Gianni Salvati

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