Ospedale Unico, l’Asl insiste: il Comune paghi. Utenti pronti alla class action
Sul settimanale Agorà dell’8 marzo 2025 è stato pubblicato questo articolo a firma di Vincenzo Califano.
Nell’ultimo week-end utile sono stati notificati al Comune di Sant’Agnello i ricorsi che l’Asl Napoli 3 Sud e il Commissario ad acta per la realizzazione dell’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina hanno presentato al Consiglio di Stato per opporsi al mancato riconoscimento del “risarcimento danni” sancito dal Tar Campania e hanno riformulato la richiesta suffragata da ulteriori motivazioni e dal dettaglio dei danni che, in caso di bocciatura definitiva del progetto, deriverebbero all’Asl stessa.
Nel mentre si attende l’indizione della conferenza dei servizi, cui il Tar ha demandato la rivisitazione del progetto avendo bocciato la delibera adottata nel settembre 2023 dal consiglio comunale, si è così riaperta le delicatissima questione dei costi già sostenuti fino a oggi dall’Asl (e per essa dalla Regione che insieme allo Stato ha finanziato l’opera) e il danno che conseguirebbe all’eventuale mancata realizzazione dell’ospedale, una “cifra monstre” che si aggira intorno agli 88 milioni di euro.
Ad essere chiamati in causa, ancora una volta, anche gli altri comuni della Penisola Sorrentina e Positano che, insieme al comune di Sant’Agnello, hanno patrocinato il progetto a partire dal 2 febbraio 2010 quando congiuntamente chiesero alla Regione Campania e all’Asl di realizzare l’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina e ne indicarono il sito specificamente nella sede del distretto sanitario 59 in Sant’Agnello mediante demolizione e ricostruzione al posto dell’attuale fabbricato.
Da allora sono stati compiuti tutti i passaggi propedeutici alla formulazione del progetto fino alla variante al Put da parte del consiglio regionale per poter realizzare l’ospedale che, il 23 agosto 2019, veniva finanziato con la sottoscrizione di un Accordo di Programma con il Ministero della Salute di concerto col Ministero dell’Economia e Finanze per il settore “investimenti sanitari” per un importo di 65 mln di euro cui vanno ad aggiungersi le risorse stanziate dalla stessa Asl e dalla Regione Campania.
Nel dicembre 2019 l’Asl indiceva una “gara aperta a livello europeo per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura per la progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva, di direzione dei lavori, di coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori” svolta dalla So.Re.Sa. SpA.
Il ricorso al CdS di Asl e Commissario affronta quindi non uno, ma due problemi connessi all’iter sin qui svolto: quello delle spese (circa 5 mln di euro) che sono state già sostenute per “mettere le gambe” all’istanza presentata dalle amministrazioni comunali di realizzare un nuovo ospedale. Qualora il progetto abortisse, chi se ne dovrà far carico se non chi ha ostacolato il prosieguo dell’iter? In secondo luogo, nel malaugurato caso che l’ospedale non si dovesse più realizzare ne deriverebbe la perdita del finanziamento ai danni dell’Asl, con effetti che non sarebbero solo di natura finanziaria, ma che investirebbero anche la pianificazione dell’assistenza ospedaliera territoriale com’è stata programmata e che si sta attuando sul territorio dell’intera Asl Napoli 3 Sud.
A ciò, e non è un’ipotesi fantasiosa, si andrebbero ad aggiungere i danni all’utenza del territorio (circa 80mila residenti senza contare i turisti) per la mancata realizzazione dell’ospedale e la conseguente inevitabile decadenza dell’assistenza dovuta ai cittadini, tanto da potersi addirittura legittimare una “class action” (si tratta di un’azione legale collettiva che consente ad un gruppo di individui di tutelare i propri diritti individuali omogenei lesi dalla condotta di un’impresa o di un ente gestore di servizi pubblici o di pubblica utilità) nei confronti di chi si è reso responsabile del no al nuovo ospedale.
In tal senso si starebbero già muovendo gruppi di cittadini per valutare come salvaguardare il loro diritto e quello dell’intera realtà peninsulare a veder garantita un’assistenza ospedaliera all’altezza delle sfide dell’odierna sanità e coerente con la domanda che in tal senso promana dalla comunità intera. Il tutto in nome di un diritto superiore a qualunque altro interesse, quello alla salute.
Contrariamente a quello che si intende accreditare all’opinione pubblica, cioè una forzatura perpetrata ai danni dell’Amministrazione santanellese che si oppone al progetto, i ricorsi costituiscono un atto dovuto da parte di Asl e Commissario ad acta perché alla fine della storia qualcuno dovrà pure rispondere del denaro speso e di quello perso: a meno che non si superino pregiudizi e ostacoli e il progetto del nuovo ospedale vada finalmente in porto.