Provincia di Napoli,  Sorrento

L’apertura del Maximall Pompeii e la sfida che attende Sorrento e l’intera Penisola

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Sabato 14 dicembre è stato inaugurato il Maximall a Torre Annunziata, il più grande centro commerciale (e non solo) del mezzogiorno d’Italia definito un “grande attrattore” turistico per l’area torrese-stabiese-vesuviana ubicato com’è a qualche centinaio di metri dagli Scavi Archeologici di Pompei che accolgono circa 5 mln di visitatori l’anno e che da oggi hanno l’opportunità di visitare questa mega struttura che, oltre agli esercizi commerciali, offre punti di ristoro, ospitalità, parco pubblico, cinema, teatro e altre attrazioni di qualità. Insomma una realtà dove il business economico si fonde con una variegata offerta per gli ospiti che potranno trascorrervi la giornata, non più quindi la classica visita connessa agli aquisti. Un’operazione di 200 mld di euro che dà lavoro a 1500 persone e coinvolge una pluralità di attori socio-economici e artistico-culturali per cui l’effetto che il Maximall è in grado di produrre sul territorio e sulle aree limitrofe è importante e non può e non dev’essere sottovalutato.

Del resto siamo stati forse i primi a parlarne quando l’operazione Maximall era agli inizi e nessuno se ne occupava trascurandone la portata e le implicazioni. L’allora sindaco di Pompei Amitrano giudicava illegittimo l’uso della denominazione della sua città associato al centro commerciale che non a caso veniva ed è denominato “Pompeii” con due i. Successivamente, dopo lo stop imposto dalla pandemia, il Ceo della IrgerNe Paolo Negri è riuscito a coinvolgere nell’operazione la stessa città di Pompei, ma anche Boscotrecase e Trecase i cui primi cittadini, insieme a quello di Torre Annunziata Corrado Cocurullo, hanno tenuto a battesimo il Maximall col taglio del nastro da parte di Vincenzo De Luca presidente della Giunta Regionale della Campania.

Anche Castellammare di Stabia la cui prossimità con Torre Annunziata è diretta si inserirsce in questa mega-operazione grazie al Marina di Stabia che riveste un ruolo sempre più nevralgico nello sviluppo di tutta l’area in chiave marittima e anche attraverso il progetto di valorizzazione e fruizione dell’area archeologica di Stabia col restyling del Varano con accesso da Villa San Marco approvato dal Comune con un investimento di 3 mln di euro. Insomma quello che si sta muovendo alle porte della Penisola Sorrentina, senza trascurare la forza attrattiva del Faito e del Vesuvio, impone una seria e lungimirante riflessione sul futuro della terra delle sirene e sulla sua offerta territoriale che necessariamente dovrà diversificarsi rispetto a quella attuale.

Potrebbe non essere un ripiego, piuttosto un’opportunità per rafforzare il brand internazionale di Sorrento in una dimensione qualitativa che l’overtourism ha indubbiamente compromesso negli anni post pandemici lasciando insoluti, forse anche più gravi, i problemi scottanti di un territorio che ha visto compromessa la qualità generale della vita pregiudicando la stessa offerta turistica se non si corre ai ripari per tempo. Che alcuni imprenditori della Penisola abbiano investito nel Maximall per operarvi non significa nulla in termini di rivalutazione socio-economica sorrentina per scongiurare l’eventualità che i comuni peninsulari si trasformino in un dormitorio turistico con tutte le negatività connesse! A questo punto ci vuole più di uno sforzo di fantasia: riunire attorno a uno stesso tavolo figure competenti e professionalità acclarate in grado di rielaborare l’offerta di questo territorio in termini qualitativi, che non significa perdere numeri, ma fare quelli giusti e funzionali a un turismo di qualità.

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