Massalubrense

Il 3 Gennaio 2025 la presentazione di “Zio Biagio, alias Gino Doria”

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di Luigi Poi

Continua l’attività di recupero della memoria storica da parte dell’Archeoclub di Massa Lubrense . Questa volta con i testi redatti e trascritti da Giovanni Visetti, una garanzia di attendibilità delle fonti e di perfezione certosina della narrazione e del contenuto. Il libro sarà presentato il 3 gennaio alle ore 18 presso la sede della Pro Loco di Massa Lubrense, a Piazza Vescovado, grazie all’intesa tra i due presidenti, Teresa Pappalardo e Stefano Ruocco. Il lavoro è intitolato: “Zio Biagio, alias Gino Doria – Gino Doria (1888-1975) 50° anniversario della morte“. I professori Domenico Palumbo e Antonino Siniscalchi interverranno per dialogare con l’autore e per meglio indagare ed esplicitare le vicende narrate. Non è solo la storia di un uomo (Grande Uomo!) e di una famiglia, ma anche un viaggio nel cuore ed un appassionato racconto della traversata, dall’ottocento al novecento, del patrimonio intellettuale napoletano e del cammino sociale ed economico di Massa Lubrense. Passaggi significativi (ragguardevoli e rappresentativi ricordi non da tutti conosciuti) privi di autocelebrazione perché il percorso professionale ed umano di Biagio (Gino) Doria viene raccontato meticolosamente come un viaggio nel mondo della cultura napoletana e un emozionante excursus in quello sociale ed economico di Massa Lubrense. Giovanni Visetti riesce a farci entrare in questi suggestivi scenari con la minuziosa ricerca e la fondamentale puntigliosità che hanno da sempre caratterizzato la sua attività di scrittore, cultore di memorie locali, geografo ed escursionista di fama internazionale. Tutto chiaramente confermato in questo omaggio al suo zio Biagio, un grande napoletano che onorò la sua terra natia e la sua terra di adozione. Non è sottotraccia l’affetto familiare: “nel capitolo Zio Biagio ed io mi sono inevitabilmente ritrovato a ripetere e sottolineare l’influenza, vera o presunta che sia poco importa, del mio illustre prozio sul mio modo di vivere e, soprattutto, sui miei interessi”. Notizie importanti riguardano anche la storia economica e sociale massese, l’affermazione dell’agrumicoltura e la crescita delle attività da essa indotte come l’artigianato, la marineria e il commercio. “I Minieri, agricoltori all’inizio del XIX secolo, divennero poi affermati imprenditori, produttori ed esportatori di agrumi“. Una Minieri, Giuseppina, era la madre di Biagio Doria e la bisnonna di Giovanni. Le prime pagine del testo raccolgono elogi e necrologi dedicati a Zio Biagio da Mario Stefanile, Max Vairo, Elena Croce ed una lettera di ammirazione scritta da Benedetto Croce: Doria all’epoca (1927) scriveva per il Giorno di cui era direttore Matilde Serao. Bene è stato fatto ad includere nella pubblicazione alcuni racconti di Doria come “il Napoletano che cammina“ (il napoletano non cammina ma passeggia sempre. Quando può rimandare è felice!) ed “Il conto di Giovanni lo scemo“ (malintesi su modi di dire e luoghi comuni popolani espressi con elegante sarcasmo ed ironica ed efficace prosa). La conclusione non poteva essere dammeno: un elenco alfabetico dei pesci (in lingua dialettale tradotta magnificamente): “Cuoccio, è il genere Triglia che si suddivide in numerose specie, abitanti il golfo di Napoli“ ; “o’ Purpo, il polpo. Voglio avvertire che la purpessa non è la femmina del purpo, ma un’altra specie l’octopus macropus“; “Lo scuorfano, tanto è repellente di aspetto quanto la sua carne è delicata e gradevole al gusto, specialmente se preparata, come dicesi a Napoli, “a zuppa“.
Dunque una lettura tutta da consigliare. “Vogliamo provarci a far ritornare quel sorriso, sia pur fuggevolmente, nelle gravi, penose tristissime ore che oggi viviamo? ” (era il 1944).

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