Gli anti-deluchiani di destra e di sinistra negano i tanti successi ottenuti dal Presidente
L’ultima “vittoria politica” di Vincenzo De Luca rispetto al Governo è stato il giudizio con cui il TAR Campania ha accolto il ricorso avverso il dimensionamento scolastico deciso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito che ha commesso un errore sottostimando di 25mila unità il numero degli studenti campani col conseguente taglio di 28 autonomie scolastiche. Sulla base dei nuovi calcoli fatti dalla Regione per il prossimo anno scolastico (2025-26) il taglio riguarderà solo 6/7 autonomie. Insomma i “numeri” della Regione Campania erano esatti, quelli del Ministero no, con la conseguenza di mortificare la scuola campana se De Luca non avesse impugnato il provvedimento. A ben vedere le iniziative di De Luca a tutela degli interessi legittimi della Campania avverso le “politiche governative” risultano più che corrette in diversi, importanti settori. Il lungo braccio di ferro ingaggiato da De Luca sui fondi di coesione e sviluppo per i quali il Governo ha cercato fino all’ultimo di ritardare l’assegnazione si è concluso, sempre a seguito di ricorsi in sede giudiziaria, con la vittoria della Regione Campania che alla fine ha potuto incassare le risorse finanziarie che le spettavano.
Ancora una volta i numeri davano ragione a De Luca che è stato anche il primo governatore regionale a impugnare la legge-Calderoli sull’Autonomia Differenziata contestandone l’incostituzionalità e sostenendo in modo determinante la sottoscrizione popolare di richiesta referendaria. La sentenza della Corte Costituzionale pubblicata da pochi giorni ha praticamente riconosciuto le ragioni dei proponenti il ricorso smantellando, di fatto, la legge leghista che avrebbe inferto un colpo mortale al mezzogiorno d’Italia. In questo caso proprio l’attivismo di De Luca è riuscito a muovere anche il PD le cui iniziative politiche vanno a ridosso di quelle De Luca, salvo poi di combatterlo apertamente al solo scopo di liberarsene in vista delle prossime elezioni regionali che rischiano di consegnare alla destra meloniana la Regione se dovesse concretizzarsi la frattura tra De Luca e il PD. Anche in materia di sanità, dopo la lunga stagione del commissariamento governativo, i numeri del Governo non coincidono con quelli della Regione e ripetutamente evidenziati da De Luca che sta realizzando un restyling generale delle più importanti strutture ospedaliere della regione e realizzandone ex nove altre che disegneranno una nuova e più moderna fisionomia della sanitù campana.
Anche qui i numeri parlano chiaro e la Campania, come sancito da un’inchiesta giornalistica della Gabanelli, vanta il primato nazionale di tecnologie sanitarie più moderne. Ci sono altri settori, ovviamente, su cui soffermarsi, a cominciare dai trasporti e dalla grave crisi che è stata affrontata dopo anni di incuria e di ruberie che hanno messo in ginocchio l’EAV, sull’orlo del fallimento scongiurato dall’intervento della Regione e dal varo di un programma di ristrutturazione generale e di riammodernamento che vedrà la luce nel suo complesso soprattutto per quanto concerne la Circum entro il 2026. Purtroppo lo storytelling dominante è volto a rappresentare il governo della Regione Campania come il peggiore in assoluto pur di spalancare le porte a una destra le cui responsabilità sul disastro dei conti regionali ereditati da De Luca è eclatante! Insomma qui non si pretende di santificare De Luca, ma riconoscerne i meriti oggettivi non è peccato anche perchè stimola la riflessione sul futuro della Campania.