Campania

Terzo Mandato: De Luca si aggiudica il primo round in Commissione

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Al termine di un sabato bollente giocato sul filo della minaccia di dimissioni del Presidente Vincenzo De Luca il gruppo consiliare del PD ha dato il via libera, in commissione, alla legge che di fatto istituisce l’opzione di un terzo mandato per il presidente che ne abbia svolto già due all’entrata in vigore della norma. Un braccio di ferro che ha chiamato in causa direttamente la Schlein che ha dovuto accettare la decisione dei consiglieri di sostenere De Luca che è pursempre il loro presidente e un iscritto al PD per cui un voto contrario sarebbe stato devastante e, aspetto non secondario, avrebbe provocato la fine anticipata della consiliatura regionale. Il compromesso che è stato raggiunto riguarda la non automatica investitura di De Luca a candidato presidente, scelta che competerà alla coalizione di centro-sinistra al momento debito. Inoltre è stata ridotta a 2,5 la soglia di sbarramento elettorale e il divieto di candidatura per i sindaci anche dei comuni inferiori a 5mila abitanti a meno che non si dimettano tre mesi prima della presentazione delle liste.

Un compromesso che non ha soddisfatto l’Anci Campania che ha chiesto di eliminare questo sbarramento dichiarandosi pronta a ricorrere contro la legge se dovesse essere approvata così. Tra i consiglieri solo Bruna Fiola si è espressa contro il terzo mandato, ma il suo è un caso di scontro personale-familiare con De Luca in quanto la consigliera è figlia di Ciro Fiola, presidente uscente della Camera di Commercio di Napoli, che ha ingaggiato una lotta anche in sede giudiziaria contro De Luca accusandolo di aver rinviato la nomina del nuovo consiglio camerale (abbondantemente scaduto) per favorire le associazioni che sono state escluse e quindi a discapito di una sua riconferma alla guida del palazzo di Piazza Bovio. Un round aggiudicato a De Luca che dovrà trovare conferma in aula martedì. Partita chiusa? Non ancora sia da parte del PD sia dell’opposizione intenzionata a cavalcare la guerra interna al PD per avvantaggiarsi di una possibile scissione e quindi di una corsa separata alle prossime regionali del PD e di De Luca.

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