Turismo: OTA, troppo potere contrattuale e troppi vantaggi
di Luigi Poi
Booking.com fa i milioni in Italia, ma le tasse le paga in Olanda, imitata dalle altre Ota (Online Travel Agencies); tanto che finalmente la (non innocente) UE “avvia una procedura di urgenza per abuso di posizione dominante ed in Italia (il Paese più danneggiato) la procura di Genoa ha indagato con successo su una maxi-evasione (L’Espresso – giugno 2023). Uno squillo di tromba è venuto anche dall’Antitrust che ha messo sotto accusa l’OTA per presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi on-line di intermediazione e prenotazioni di strutture alberghiere. Si tratta in particolare della violazione dell’art.102 del TFUE che “vieta lo sfruttamento abusivo di una posizione dominante che possa pregiudicare il commercio all’interno dell’UE ed impedire o restringere la concorrenza”.. Qualcosa il fisco italiano è riuscito a recuperare chiudendo un contenzioso tributario, 94 milioni di euro per la mancata applicazione dell’IVA sui suoi servizi nel decennio 2013-2023. L’intervento della Procura di Genova è stato determinante. Sono spiccioli rispetto al grosso del bottino. Ma qualcosa si è mosso. Si calcola che circa il 60-65% delle stanze affittate tramite le OTA nelle varie forme di ricettività passano attraverso la Usa Booking che ha sede fiscale ad Amsterdam “dove grazie al sistema fiscale olandese , dividendi, guadagni da cessioni di partecipazioni, royalties e plusvalenze non hanno alcuna tassazione“ – IDEM . Vi ricordate uno del storici nemici dell’Italia “Mark Rute“, olandese DOC, ai vertici di Bruxelles e oggi alla NATO che gridava “basta soldi agli Italiani“! ” Oltre il danno anche la beffa“. Un mercato quello delle OTA che secondo la rivista economica francese, Alternative Economiques, vale circa 2mila miliardi di dollari. Lo strapotere contrattuale di queste agenzie è tale che alcuni studi prevedono una triste fine per i piccoli alberghi: “per gli hotel sta accadendo ciò che vediamo ogni giorno con Amazon ed i piccoli commercianti” Da: -Valori, notizie di finanza etica ed economia sostenibile- In Italia – dati aggiornati fino al 2021 – la sola Booking.com incassa di commissioni circa 1miliardo di euro, pagando solo circa 5 milioni di tasse, in percentuale poco più del lo 0,5%.
Chi non darebbe l’anima per una tassazione del genere! (vedi sviluppo studio su dati Report Rai3). La Penisola Sorrentina e Napoli contribuiscono notevolmente a questo business targato Usa – Olanda. “Il popolo del trolleys“ è forse la definizione più felice e rappresentativa ( anche divertente ) del fenomeno della presenza dei tanti turisti segnalati dallo stridore delle ruote dei loro bagagli. Un poco dovunque ma molto ben visibile (e udibile), in tutte le ore del giorno e della notte, non solo a via degli Aranci dove di solito è fissato l’appuntamento con i taxi e gli NNC e perché è uno dei percorsi verso la Circumvesuviana. E non solo a Sorrento ma in tutte le maggiori città e cittadine turistiche e non solo in Italia ma anche in Spagna così come in Grecia o Croazia. Anzi da una ricerca effettuata dalla rubrica di approfondimento del TG3 del 4 ottobre risulta che nella classifica dell’ overtourism più accentuato Sorrento non compare nei primi venti posti. In questo ultimo decennio abbiamo assistito all’affermazione definitiva dell’organizzarsi il viaggio da soli ricorrendo ai potenti intermediari quali le piattaforme di Booking. Expedia, Trivago e così via. Non da meno per la maggiore velocità e comodità dei treni e per la diffusione capillare degli aeroporti. Il turismo così affermatosi è indubbiamente un beneficio per le casse pubbliche sia dei Comuni che di quelle statali e regionali e per chi vive di turismo ed attività ad esso collegate. Ma si sta rivelando anche un problema di giustizia ed equità fiscale a danno delle Nazioni dove vengono venduti i posti letto e da dove arrivano i soldi delle esose commissioni applicate dalle OTA.
Il “boom“ del Pil del Sud è composto in buona parte dal comparto turistico e dalle tante attività indotte. Ma ha anche le sue controindicazione in materia di servizi alla cittadinanza indigena, della sicurezza e tranquillità dei condomini, del traffico cittadino, della scomparsa di laboratori e botteghe tradizionali travolte da friggitorie e negozi con etichette che puoi trovare in tutto il mondo, ovunque. Ma soprattutto il danno maggiore è l’esodo delle giovani coppie e spesso anche di famiglie “storiche“ che non si possono permettere di pagare fitti troppo alti; esodo che contribuisce non poco allo svilimento delle tradizioni, della tipicità culturale, del senso di comunità, della difesa ambientale. Responsabilità di tutti: a partire dai governi Nazionali a quelli regionali ed alle amministrazioni locali. Un conto salato che tale si rivelerà negli anni prossimi a venire per la trasformazione del tessuto urbano e sociale, insomma un depauperamento del volto e dell’anima dei luoghi. Dal punto di vista squisitamente economico si può sintetizzare: Gioia e dolore! Gioia per chi ne trae un profitto, dolore per chi ne subisce l’eccessivo impatto sulla quotidianità e sulla vivibilità. Allargando la visione oltre gli interessi individuali e di settore resta l’indubbio fatto che i guadagni maggiori (risultato tra costi e ricavi) vanno sicuramente alle multinazionali dell’intermediazione con l’aggravante , almeno per quanto riguarda l’Italia , che i notevoli profitti prendono il volo verso altre nazioni e l’erario italiano resta a bocca asciutta. Per di più pretendendo esose commissioni (tra il 15 ed il 25% – secondo Report Rai 3 la forbice è tra il 18% ed il 30 %) dai titolari delle attività ricettive si favorisce l’aumento delle tariffe, tanto che a leggere le recensioni dei clienti spesso si trovano lamentele per le tariffe troppo alte rispetto alle potenzialità della struttura che li ospita e/o alla qualità dei servizi resi. A casa mia si dice “cornuti e mazziati“!
Non da meno, per allargare gli orizzonti del giudizio e ampliare i confini dell’osservazione critica, questo modo di viaggiare e di fare profitti e la sua assurda tassazione sovranazionale sta anche incidendo sul giudizio politico di quella parte dell’elettorato che si ritiene tartassato dal fisco e dalla burocrazia e mal sopporta i benefici che “gli unti dal Signore“ della grande burocrazi , della politica e dell’informazione, concedono a Lor Signori “dell’intermediazione turistica ed alle grandi lobbie finanziarie , dell’alimentazioni e del green . Ed il fegato ingrossa ancora di più quando osservi e leggi che spesso questi gruppi di miracolati alla fine affossano l’occupazione e si mangiano anche bonus e superbonus nazionali ed europei (Exor, Stellantis, gruppo ex Fiat docet . Tanti pesciolini (elettori poco avveduti anche se in buona fede) hanno abboccato all’amo della “grande, indispensabile, buona, giusta Europa“ che, poveri noi, nei piani alti di Bruxelles si fa imporre, tra l’altro, le controproducenti scelte dalla grande distribuzione come Nestlè o Danone o Unilever. Tace o addirittura acconsente buona parte del super pagati e baciati dalla sorte dei deputati italiani Per loro non vale il motto “Chi non semina non miete“. Tanto chi se ne frega del destino dell’olio extravergine made in Italy o del Prosciutto di Parma o del Parmigiano Reggiano o della carne Marchigiana. Senza contare che nei ritardi per l’armonizzazione del sistema fiscale europeo e nei programmi di concessione della residenza facile ai ricchissimi extracomunitari (a Malta “ si concede la cittadinanza dell’UE in cambio di pagamenti o investimenti predeterminati “– Il Sole 24 ore -30 settembre) ci sguazzano le multinazionali ma anche spesso fasulli ed ombrosi trasferimenti di denaro; tradotto in parole povere questi privilegi sono anche “a rischio di riciclaggio e corruzione“ –Idem. Per i meno informati si ricorda che i Lussemburghesi ed i Maltesi hanno presieduto e presiedono la Commissione europea con J.C. Juncker e Roberta Metsola E i nostri rappresentanti nel consesso europeo?
A bocca asciutta o ad intrallazzare con le lobby oppure i parlamentari italiani e di altre nazioni non appartenenti al “blocco del Nord“ hanno paura (o sono dissuasi dalla stampa orientata) di schierarsi contro la così detta New Economy . E per di più , con tanta malafede e poco rispetto della verità , molti di loro sono quelli che “ adesso ci dicono come risolvere i problemi che loro stessi hanno creato “ . -Doni di Bruxelles – Carlo Cambi ! Cose da pazzi! In attesa del D-Day ( elezioni Usa ) i risultati delle tante elezioni che si sono svolte e si stanno svolgendo in Europa e che stanno dando segnali di pericolosa involuzione secondo alcuni, di profondo cambiamento secondo altri, sono palesemente condizionati da una serie di problematiche mai risolte o di fresco concepimento. I verdi sono diventati sempre più verdastri ( avrà contribuito l’inventiva del tappo saldato alla bottiglia ? una delle genialità del secolo !) , i rossi sempre più rossi ( non per le scelte ideologiche ma di sberle elettorali ) , i neri sia nerastri che neri -neri sempre più blu ( nel cielo infinito dipinto di blu ) , i bianchi sempre più opachi ! Sarà quel che sarà , importante è il rispetto della regola delle regole: in Democrazia la scelta e quindi la forma del governo è affidata direttamente alla sovranità popolare che si esprime attraverso libere elezioni. Tanto è vero che la nostra Costituzione sancisce nel preambolo che la sovranità appartiene al popolo che lo esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dal dettato costituzionale . E le scelte del popolo elettore nel momento supremo del voto, dipendono dalle politiche che sono state messe in campo sia sul piano ideologico che pragmatico. Ai sondaggisti appare chiaro che nelle ultime elezioni (e nelle prossime) “la crocetta sul simbolo del partito scelto“ è stata condizionata dall’ immigrazione irregolare e clandestina, dalla poca sicurezza sia fisica che economica, dal fanatismo ambientalista, dall’assenza di pragmatismo nell’affrontare i fattori critici della quotidianità, dai privilegi delle elite, dalla partecipazione morale ed economica a guerre “non sentite“, dalle agevolazioni fiscali ai grandi capitali e dagli omaggi elargiti alle grandi multinazionali del commercio, dell’alimentazione e del turismo e, non di meno, alla insulta persecuzione burocratica e fiscale per le piccole attività. Appunto quello a cui accennato ad inizio in merito alle OTA! Mentre negozi, laboratori artigiani, botteghe di prossimità alzano bandiera bianca i colossi del commercio on line, della industria “verde“, del le fabbriche dell’armamento e di quelle con le mani sull’intermediazione turistica ingrassano e come! Proprio in virtù della possibilità concessa loro dal cuore generoso (si fa per dire!) della burocrazia Europea e della miope visione politica di chi ha avuto negli ultimi decenni le redini del potere concedendo la legale possibilità di pagare le imposte non dove si produce il profitto ma dove più conviene. Verrebbe da dire: elementare Watson! Ma la rete dell’informazione di potere, in tutte le sue forme, è così ben stesa che ti ritrovi come una “Vox clamantis in Deserto“ . Italiani brava gente !