Talk politici inguardabili, media asserviti al governo, storytelling funzionali al consenso…
Assistere a un talk politico sta diventando sempre più fastidioso perchè gli ospiti non si confrontano su un tema o su più temi cercando di analizzarli e di rappresentarne punti di forza e di debolezza per aiutare lo spettatore a farsi un’idea più precisa di quello di cui si sta parlando, ma pensano soltanto a scontrarsi come tifosi di fazioni contrapposte incapaci di ascolto e di comprendere, pur non condividendole, le ragioni dell’altro. Tifoserie dell’una o dell’altra parte che cercano soltanto di soddisfare i propri sostenitori, una minoranza di persone (rispetto al corpo elettorale se vogliamo ragionare in questi termini) che ancora gli dedica un po’ di attenzione e vuol sentirsi dire quello che gli attori sulla scena ripetono all’infinito. Con un sistema dell’informazione pubblica e privata orami completamente asservita al potere dominante è complicato far emergere le “altre verità” che riguardano un qualunque argomento e questa è la principale ragione per cui la Premier Giorgia Meloni, a due anni dal suo insediamento a Palazzo Chigi, continua a conservare un alto indice di gradimento secondo i sondaggi.
Solo una catastrofe economico-finanziaria e/o bellica può invertire la rotta, ma soprattutto sul fronte bellico c’è poco da stare allegri visto che Meloni e Schlein la pensano allo stesso modo, con qualche sfumatura di facciata, sui due maggiori e peggiori conflitti in corso, quello russo-ucraino e quello israelo-palestinese. La Giorgia nazionale è riuscita a “normalizzare” anche le vicende giudiziarie più scandalose che hanno coinvolto alti esponenti del suo partito e del governo, lasciandoli al loro posto con la sola eccezione dell’ex Ministro Gennaro Sangiuliano (che per la verità si è politicamente e privatamente suicidato) e dell’ex sottosegretario ai BB.CC. Vittorio Sgarbi cui ha pure offerto il paracadute di una possibile elezione al Parlamento Europeo purtroppo, per lui, fallita. Gli altri, Santanchè, Pozzolo, Del Mastro, Donzelli, Lollobrigida solo per citare i casi più eclatanti a livello nazionale (perchè a livello territoriale degli scandali non si riesce più a tenere il conto) non hanno lasciato segno, blindati come sono stati dalla Premier osservando uno sfacciato silenzio, un’astensione dal commento che la dice lunga sulla sua protervia che costerà cara al popolo italiano quando si sveglierà dal sonno della ragione in cui è piombato! Neanche le contraddizioni (e sono tante, anzi troppe) più lampanti tra la Giorgia di opposizione e la Giorgia di Governo sembrano alterare la situazione e lo storytelling che quotidianamente viene somministrato urbi et orbi illudendo il Paese sulla rinascita italiana con un debito che cresce all’infinito, denari gettati a mare (per es. i 15 mld per il Ponte sullo Stretto) e prebende somministrate fuori di ogni controllo a parenti, amici e facenti parti a qualunque titolo alla consorteria di governo.
Se ci si aggiungono le leggi liberticide approvate e quelle addirittura anticostituzionali in cantiere e prossime al varo viene da chiedersi se non ci ritroviamo già in un regime dittatoriale e che partita sta giocando il Capo dello Stato! Se si arrivati a tanto, bisogna riconoscerlo, è perchè sono stati commessi errori fatali dalla pandemia in poi silurando sistematicamente l’operato del governo-Conte per affidare a Mario Draghi la transizione a quello che è stato l’avvento di Giorgia Meloni, sostenuto anche dalla stessa stampa che, per affondare Conte esaltava la Giorgia spalancandole la strada al successo elettorale.
Una grande responsabilità in tutto questo ce l’ha Beppe Grillo che sostenne la nascita del governo-Draghi cancellando ogni identità del suo Movimento e che oggi sta cercando di affossare definitivamente nelle vesti di dio Saturno (o Kronos) che mangia i propri figli per non essere detronizzato o, nel caso, per conservare un’agibilità garantitagli dallo stesso sistema che per anni ha predicato di voler combattere. La trasmutazione di Grillo ha coinciso con la vicenda giudiziaria che ha interessato il figlio imputato in un processo per violenza carnale: il famoso video con cui assolveva il giovane è emblematico del processo involutivo della sua personalità. Anche la seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, si è ritrovato con un figlio accusato e imputato di violenza carnale: anche lui ha usato i media per assolvere il proprio ragazzo prescindendo da quello che sancirà il tribunale.
Insomma la partita, con qualche rarissima eccezione, appare completamente truccata e la mancanza di una seria alternativa al sistema-Giorgia non fa altro che consolidare il potere della ragazza cresciuta nella Garbatella in una famiglia borderline e che si è fatta da sè nella destra ex fascista, ma che non ha mai davvero rotto i legami (ideologico-culturali) col suo passato. Il salto compiuto da Giorgia&Arianna, sorelle d’Italia, oggi ai vertici dello Stato ha comportato per loro il sacrificio familiare: entrambe conviventi e con figli, hanno annunciato una dopo l’altra, la separazione dai rispettivi compagni: il 20 ottobre 2023 Giorgia ha lasciato il compagno Andrea Giambruno, giornalista Mediaset, per i famosi fuorionda a sfondo sessuale; il 24 agosto 2024 Arianna ha lasciato il compagno Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, per ragioni che ancora oggi non sono del tutto chiare. Storie familiari che si incrociano con lo storytelling politico e governativo nascondendo però aspetti che restano equivoci sotto troppi punti di vista e che, se venissero alla luce, potrebbero forse svelare altre verità con cui forse sarebbe difficile fare i conti!