Campania,  Italia

La Campania approva per prima la richiesta referendaria per abolire l’Autonomia Differenziata

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La Regione Campania ha approvato la richiesta di indizione del referendum sulla legge-Calderoli, alias Autonomia Differenziata, con 36 voti favorevoli, 9 contrari e 1 astenuto. L’atto adottato sarà trasmesso ai presidenti delle altre regioni a guida centro-sinistra per approvarlo e quindi formalizzare, come previsto dalle legge, la richiesta referendaria da parte di 5 consigli regionali (Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e Toscana). Un secondo quesito è stato proposto dal consiglio regionale e che riguarda l’abolizione parziale dei contenuti della legge (su sanità e istruzione) in modo da non pregiudicare l’eventuale accoglimento della richiesta referendaria. Tocca ora alle altre regioni procedere sulla falsariga tracciata dal Presidente Vincenzo De Luca che guida la campagna referendaria contro la legge definita “spezzaItalia” per le conseguenze che ne derivano ai danni del sud del Paese. Il centro-destra campano difende la legge confermando una logica che antepone gli interessi di schieramento politico alla tutela degli interessi dei cittadini campani e meridionali in generale.

Fulvio Martusciello

Sempre sul fronte del centro-destra continua martellante l’autocandidatura dell’europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martusciello alla presidenza della Giunta regionale della Campania alle prossime elezioni, iniziativa rivolta in primis agli alleati di governo nazionale, FdI e Lega, ai quali Martusciello continua a rimarcare la propria forza elettorale quale viatico per l’investitura. L’esponente azzurro intende candidarsi alla presidenza della Regione nonostante il ruolo sia incompatibile con quello di parlamentare europeo dal quale, però, non è tenuto a dimettersi anticipatamente, ma solo dopo l’eventuale elezione, circostanza che lo mette a riparo dal rischio di perdere il seggio europeo qualora non dovesse spuntarla alle regionali. La tornata elettorale per le regionali prevista per ottobre 2025 in realtà dovrebbbe essere slittata alla primavera 2026 per la legge che ha previsto la proroga di sei mesi dei consigli comunali e regionali a causa dell’emergenza covid e per non far coincidere la scadenza elettorale con gli importanti obblighi di fine anno in capo ai consigli regionali per quanto concerne l’approvazione delle leggi di bilancio. Se non interverranno modifiche si voterà nella primavera del 2026, mentre i giochi elettorali su tutti i fronti sono già in pieno svolgimento.

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