Italia,  Massalubrense

Salviamo la pizza napoletana e la dieta mediterranea identità della nostra terrà

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di Luigi Poi

Massimo Bottura

Oddio la pizza artificiale! Almeno questo risparmiatecelo! Cosa succede? Massimo Bottura celebre pluristellato chef ed uomo di cultura, durante un dibattito su un noto “podcast“ si è spinto a sostenere che l’intelligenza artificiale servirà anche a riprodurre “urbi et orbi” la preparazione della pizza napoletana rendendola in questo modo uniforme per gusto e sapore in tutto il mondo. Una pizza perfetta ma standard! Aiuto, aiuto! Alla faccia dell’autenticità, dei prodotti genuini e della tradizione, della tecnica manuale, della tipicità! La tecnologia e le varie applicazioni dell’AI non solo libererebbero le cucine dai pizzaioli, ma andrebbero anche a scapito della naturalezza, dell’autenticità, della spontaneità e di quel pizzico di folclore che non guasta! Sarebbe la fine delle radici tradizionali ed artigianali e della diversità culturale della gastronomia perché al triste destino della pizza seguirebbe quello di tante altre delizie culinarie. Tutto questo proprio mentre la cucina napoletana segna successi eccezionale.

Napoli la città dove si mangia meglio in Italia e tra le migliori al mondo! Il turismo gastronomico italiano muove miliardi e occupa milioni di persone! La dieta mediterranea universalmente riconosciuta come la migliore per qualità, gusto e salubrità! I Ristoratori italiani agganciati alla tradizione e al territorio con le sale sempre piene! L’agricoltura, l’industria casearia, l’artigianato di prodotti alimentari, la sapiente arte culinaria italiana col piede a tavoletta! E non basta! La stupidità della pizza artificiale (comunque business goloso per le grandi catene di distribuzioni di tutto il mondo) sarebbe un altro ennesimo colpo soprattutto all’Italia che in materia di peculiarità è una eccellenza. E proprio in questi giorni, a poca tempo dal riconoscimento Michelin al Ristorante “Quattro Passi“ di Marina del Cantone tutta la cucina della Penisola e in particolare quella massese raccoglie altra manna e altri riconoscimenti.

Il successo della mega tavolata popolare voluta e ottimamente organizzata dai ristoratori massesi ha dimostrato che la forza dell’unione, del volontariato e dell’utilizzo delle migliori professionalità, dei piatti della tradizione e dell’uso di prodotti locali e di stagione fa la differenza… e come! Pochi giorni fa uno dei padri della Dieta Mediterranea, Alfonso Iaccarino, ha ricevuto un meritatissimo riconoscimento dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli con conferimento di una laura Honoris Causa. Aggiungendo il suo nome ad un albo di laureati ad Honoris Causa che va da Edgar Morin ad Alberto Angela. Premiato dunque una visione vincente e coraggiosa che lo spinse a fine anni settanta a ribellarsi alla moda esterofila che si stava imponendo seppellendo sotto la panna o la besciamella i piatti italiani, specie quelli del Sud, mortificandoli con lo champagne, la vodka ed il cognac. Insomma il grande merito di aver spinto al passaggio dalle peggiori imitazioni della “nouvelle cuisine“ dei cari amici (si fa per dire!) francesi all’affermazione della Dieta Mediterranea. Una cerimonia in “pompa magna“ alla presenza di un pubblico appassionato e competente e dell’emozionata famiglia Iaccarino.

Non poteva logicamente mancare l’altro pilastro di questo successo Livia Adario, moglie di Alfonso. Uno dei relatori, il professore Marino Niola, ne ha ben sintetizzato la motivazione: “Per aver promosso a livello internazionale la cucina italiana e la dieta mediterranea già riconosciuta nel 2010 dall’UNESCO come patrimonio culturale dell’umanità” . Risultato “della creatività di tante donne ed uomini che nei secoli hanno contribuito alla stratificazione di una cultura gastronomica di acclarato valore internazionale”. Una filosofia vincente che non è solo mera gastronomia ma “terra e anima“, sapienza e abilità manuale, sacrifico fisico e impegno imprenditoriale, memoria di sapori e profumi genuini e naturali, investimenti sul biologico. Tutto quello che l’Intelligenza Artificiale potrebbe riprodurre in serie azzerando tradizione, territorio, fatica e sudore, merito e spirito di sacrificio, valorizzazione delle produzioni locali. L’opposto di quello che abbiamo bisogno, cioè la necessità di sdoganare le parole “dovere“ , “merito“ , “competenza” , “ingegno“ , “lavoro vero e produttivo“! Chiudiamo con le parole di uno dei massimi esperti in materia di innovazione scientifica, il fisico ed attuale amministratore delegato di Leonardo, ministro del Governo Draghi e già direttore scientifico dell’ITT (Istituto Italiano di Tecnologia) Roberto Cingolani: “L’intelligenza artificiale è solo uno strumento destinato a controllare macchine e computer realizzati e gestiti da essere umani“. Il problema è l’utente, non la tecnologia stessa che può essere sfruttata a beneficio dell’umanità come trovare nuovi farmaci, aiutare ad individuare strumenti idonei nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico; insomma essere usata per scopi nobili. “La stupidità umana è più pericolosa dell ‘AI“!! La pizza napoletana è salva e con essa la dieta mediterranea ?

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