L’ultima super-perizia boccia il possibile recupero della Scuola Elementare di Via C. Amalfi
Che cosa ci si aspettasse dalla superperizia sullo stato dell’ex scuola elementare di Via Carlo Amalfi voluta dall’Assessorato ai LL.PP. dell’Amministrazione-Cappiello non è dato immaginarlo se non la conferma di quello che già si sapeva perchè certificato dall’Università di Napoli: l’immobile versa in uno stato di assoluto degrado per cui ogni tentativo di recuperarlo con un intervento di “primo soccorso” è vano, inutile, impraticabile. Come si legge nella determinazione adottata dal responsabile dell’UTC, l’arch. Francesco Saverio Cannavale, i periti incaricati dal Comune hanno concluso che “…le analisi svolte ai sensi della vigente normativa, hanno evidenziato che allo stato attuale il complesso scolastico non offre le necessarie garanzie nei confronti sia delle azioni statiche che dell’azione sismica prevista dalla vigente normativa“.
Se quel rudere che ignominosamente resta in bella vista nella Via Carlo Amalfi rivestito della residua cartellonistica che annunciava la nascita di una nuova scuola a seguito di un bando-concorso all’epoca indetto dal sindaco Giovanni Ruggiero (oggi presidente del consiglio comunale) non diventerà mai una scuola nuova, lo si deve a chi in questi anni prima ha deciso la chiusura della scuola e poi l’ha imbalsamata consegnandola a un destino inglorioso e senza prospettive. Che ora si voglia utilizzare l’esito peritale per candidare a finanziamento regionale non si sa più bene quale progetto (dopo i tentativi esperiti e avviati dall’amministrazione dell’ex sindaco Vincenzo Iaccarino) è solo l’ultimo escamotage utilizzato dal governo cittadino per nascondere il clamoroso quanto annunciato fallimento della politica di una maggioranza che, dall’insediamento ad oggi, è stata incapace di dare risposte concrete alle aspettative del paese che, oramai disilluso, accoglie quasi indifferente il susseguirsi degli insuccessi amministrativi che, però cozzano, con altrettante contraddizioni rispetto a scelte urbanistiche che rinnegano principi considerati “sacrosanti“: come quello della tutela del suolo nel caso della convenzione per la realizzazione del parcheggio privato di 250 posti auto di recente approvato dal consiglio comunale in località Santa Teresa.
Per comprendere l’inadeguatezza dell’Amministrazione, al di là della pubblicistica legata ad eventi e manifestazioni che non cambiano il volto della città, basta guardare allo stato pietoso in cui ancora oggi versa una modesta opera pubblica progettata e finanziata sempre dalla precedente amministrazione con un finanziamento della Città Metropolitana di Napoli: la realizzazione dell’info-point turistico con annessi WC in Via delle Rose: un cantiere aperto e costantemente inattivo per un’opera che, a questo punto è lecito chiedersi, se mai vedrà la luce!