La sfida di chi ha responsabilità di governo: privilegiare gli interessi generali o quelli particolari?
La tragedia del rider 51enne di Sant’Antonio Abate morto a Scafati investito da un treno dell’Eav a un passaggio a livello incustodito (ma con le segnalazioni luminose e acustiche attive), al di là del dramma umano e familiare, pone una serie di interrogativi su alcune opere che si dovrebbero realizzare per rendere più sicure le nostre città, ma anche più confortevoli, più adeguate alle esigenze dei cittadini e che certamente non sono le stesse di venti, trenta o quaranta anni fa! Per questo è necessario progettare interventi e realizzare opere utili alla comunità. Prendendo spunto da questa vicenda facciamo un’analisi di diverse situazioni similari o giù di lì per cercare di inquadrare il problema che le accomuna: come conciliare l’esigenza di modificare gli assetti urbani realizzando nuove opere o interventi e servizi) senza pregiudicare l’esistente e gli interessi socio-economici delle comunità.
Si prenda proprio caso dei passaggi a livello che, in ossequio a una normativa nazionale in materia di sicurezza, devono essere aboliti e il caso più prossimo al nostro territorio è quello di Castellammare di Stabia, fermata Circum di Via Nocera, dove i binari ferroviari tagliano in due un’area altamente urbanizzata della città e che l’Eav intende sopprimere realizzando un sottopasso. Un’opera imponente, fortemente contrastata dall’intera comunità stabiese, senza eccezioni, per le conseguenze che ne deriverebbero su abitazioni civili e soprattutto sulle attività commerciali dell’area interessata. Criticità che non riguarderebbero soltanto il periodo dei lavori, ma che si rifletterebbero sugli esercenti anche dopo in quanto il sottopasso escluderebbe dal transito quel traffico funzionale a consentire alla clientela di fare i propri acquisti in zona.
“Falliremo tutti…” spiegano i commercianti della zona per cui il braccio di ferro ingaggiato dalla comunità e sostenuto dall’associazionismo civico e religioso, ma anche dai partiti che si preparano all’appuntamento elettorale di giugno dopo la stagione del commissariamento per infiltrazioni camorristiche, sembra destinato ad avere successo. La Commissione prefettizia che guida la municipalità sicuramente non “forzerà la mano” per consentire al progetto Eav di andare avanti, così l’argomento diventerà oggetto di propaganda elettorale rinviando alla futura amministrazione eventuali decisioni. E’ evidente che se le diverse parti in campo osteggiano l’opera, all’indomani delle elezioni non se ne farà più nulla e i lavori, ancorchè avviati, sono destinati ad abortire lasciando insoluto il problema che li ha ispirati: cioè eliminare un pericolo in nome della sicurezza pubblica…In attesa del prossimo incidente che, lì o altrove, riproporrà la questione sicurezza e la necessità di abolire i passaggi a livello… Intanto saranno trascorsi altri anni e probabilmente saranno andate perse le risorse finanziarie oggi disponibili per realizzare l’intervento. Piuttosto che bloccare l’opera sarebbe il caso di affrontare con i diretti interessati il problema di indennizzare adeguatamente chi vede compromessa la propria attività o dovrà eventualmente lasciare la propria abitazione in cambio di una nuova. Insomma impegnare le energie per agevolare la realizzazione dell’opera che ha un oggettivo, indiscutibile interesse pubblico.
E’ lo stesso ragionamento del nuovo ospedale a Sant’Agnello bloccato dall’Amministrazione che ne ha fatto un cavallo di battaglia elettorale prescindendo da qualunque altra considerazione, ivi compresa la lunga gestazione progettuale con relativo impegno di risorse finanziarie (di cui una parte già spesa) e finito al centro di un delicato contenzioso giudiziario che allungherà di molto i tempi di realizzazione dell’opera, se dovessero prevalere le tesi di Regione Campania e Asl Napoli 3 Sud, o sarà definitivamente accontonata se prevarrà la ragione del Comune e a farne le spese saranno gli interessi dell’intera comunità peninsulare in materia di sanità ospedaliera. Anche qui un interesse generale diventa subordinato a interessi particolari e minoritari che, per quanto legittimi nella rivendicazione, mal si coniugano con quelli dell’intera Penisola Sorrentina. Anche in questo caso, come per Castellammare di Stabia, la perdita dei finanziamenti è dietro l’angolo col risultato di cancellare ogni prospettiva di una migliore e più moderna sanità ospedaliera territoriale.
Se guardiamo al dibattito in corso a Capri e Anacapri dove l’istituenda area marina protetta rappresenta la strada maestra per scongiurare il collasso dell’isola azzurra ed è fortemente avversata dagli operatori economici marittimi che hanno dato vita a una fiorentissima attività di charter del mare, ci rendiamo conto che l’interesse di una parte (anch’esso legittimo) vorrebbe prevaricare quello generale dell’isola più famosa al mondo, trascurando anche la sicurezza in mare che ha assunto una dimensione specifica allarmante da qualche anno a questa parte visti i numeri delle barche circolanti. Anche qui: come si fa a conciliare gli interessi di tutti con quelli particolari e che investono direttamente l’economia del lavoro connessa al settore?
Si tratta degli esempi più eclatanti (ma ce ne sono altri) delle sfide che oggi una classe dirigente a livello politico e amministrativo è chiamata ad affrontare avendo la consapevolezza che certe scelte, come l’abolizione del passaggio a livello o la realizzazione del nuovo ospedale e la perimetrazione dell’area marina protetta, richiedono coraggio e rinuncia alla politica del consenso che chi osteggia certi progetti mette in campo rispetto alla generalità degli altri interessi che restano “silenziosi” e non confortano la politica sulla bontà di scelte per il bene comune. Questa è la principale colpa della “maggioranza silenziosa” che non si organizza, non alza la voce, non protesta, non rivendica il proprio diritto alla sicurezza e a una migliore qualità della vita. Ne consegue che sul piatto della bilancia politica “pesano” soltanto le voci contro che alla fine vedono salvaguardati i propri interessi a scapito di quelli più generali. Questa maggioranza silenziosa è anche quella che più diserta le urne, delusa o disincatata, lasciando che a decidere le sorti delle nostre realtà siano minoranze organizzate e determinate e che sostengono elettoralmente chi tutela i propri interessi.
Il problema non è soltanto locale, ma nazionale, e gli esempi abbondano: per tutti valga quello dei balneari o dei tassisti, due categorie economiche che nessun governo, di qualunque colore, riesce a disciplinare nel pubblico interesse. E loro il consenso che gestiscono lo spianano sul piatto della bilancia, come gli evasori fiscali, gli abusivisti e tutti quanti sono adusi a privilegiare esclusivamente i propri di interessi a scapito di quelli generali sempre più afoni di voce e orfani di rappresentanza. Al contrario di professori&insegnanti che, incapaci di assumere una dimensione e un peso elettorale specifico (nonostante i grandi numeri di cui dispongono), restano i peggio trattati e maltrattati d’Europa. Questo è il Paese in cui viviamo, dove si è riusciti nell’impresa che i più resistenti osservatori della legge e delle regole del vivere civile o sono rassegnati e soccombono o decidono di passare sul fronte opposto…tanto la legge privilegia sempre più sfacciatamente chi delinque!