Ospedale Unico, ora la partita si fa seria: uno contro tutti con la spada di damocle del maxi-risarcimento
Sull’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina si è aperto un capitolo nuovo, in sede giudiziaria, a seguito del ricorso al Tar Campania del commissario ad acta per la realizzazione dell’opera, l’ing. Gennaro Sosto, che nel rinvendicare l’assoluta legittimità del progetto, la regolarità dell’iter amministrativo locale e regionale, lo stanziamento dei fondi pubblici e gli interventi preliminari posti in essere a perfezionamento di un procedimento durato oltre dieci anni e condiviso da sette amministrazioni comunali (le sei della Penisola Sorrentina più Positano) dà il via a una partita che la nuova Amministrazione del Comune di Sant’Agnello e i suoi supporter hanno considerato troppo presto vinta.
Rispetto alla fase squisitasmente politica in cui le voci ambientaliste e popolari hanno svolto una funzione significativa a supporto della già dichiarata volontà del sindaco Antonino Coppola e della sua maggioranza di bloccare l’iter in corso e di bocciare il progetto del nuovo ospedale, oggi il dibattito si sposta nelle sedi giudiziarie dove a parlare sono gli atti e le procedure poste in essere a livello locale, regionale e anche nazionale considerando che la stragrande maggioranza delle risorse finanziarie impegnate per realizzare il nosocomio santanellese provengono dallo Stato oltre che dalla Regione Campania e dall’Asl Napoli 3 Sud. Circostanza per la quale le tifoserie non hanno più alcun influenza, mentre a pesare sul piatto della bilancia sono le responsabilità in capo a chi ha assunto le decisioni: quindi il consiglio comunale di Sant’Agnello e più precisamente i consiglieri di maggioranza che, accogliendo le osservazioni al progetto proposte dagli ambientalisti e da un privato, hanno deliberato lo stop all’opera.
E’ da qui che bisogna ripartire e da dove ripartiranno i giudici del Tar per accogliere o respingere il ricorso a firma dell’avv. Augusto Chiosi che in 61 pagine ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato all’approvazione del progetto evidenziando quelli che, dal suo punto di vista, sono da considerarsi errori, sbagliate interpretazioni delle procedure di legge per legittimare la bocciatura di un’opera per la quale il consiglio comunale di Sant’Agnello aveva solo l’obbligo di una presa d’atto dell’iter svolto senza alcuna possibilità o facoltà di interdizione.
Tanto più avendo motivato il dietro-front sull’iter giunto ormai al termine facendo proprie solo le osservazione di terzi e quindi con una procedura deliberatamente forzata. Su questo punto il ricorso rileva e contesta un esercizio improprio svolto dal consiglio comunale al solo scopo di motivare il diniego alla realizzazione dell’opera. Insomma le contestazioni alla delibera adottata dal consiglio comunale non si limitano a un contraddittorio di natura squisitamente tecnica e interpretativa della vigente legislazione amministrativa e urbanistica su cui il Tar dovrà esprimersi, ma prospettano una deliberata violazione di legge da parte del Consiglio pur di bloccare la realizzazione dell’opera con conseguenti danni non solo per gli enti coinvolti, ma per la stessa comunità della Penisola Sorrentina lesa nel diritto a disporre di una sanità ospedaliera adeguata alle proprie esigenze. Un discorso che rischia di far scivolare anche su un altro piano il ricorso al Tar del commissario ad acta, prospettando ulteriori scenari giudiziari. Si tenga altresì presente che il commissario ad acta cita nel suo ricorso anche la Regione Campania e gli altri Comuni interessati che, a sostegno della loro nota inviata in extremis al Sindaco Coppola per dissuaderlo dalla bocciatura di un progetto di interesse globale, oggi sono chiamati a costituirsi in giudizio innanzi allo stesso TAR per confermare la propria posizione e il proprio interesse avendo preso le distanze delle scelte operate dall’Amministrazione di Sant’Agnello.
A questo punto l’Amministrazione del sindaco Coppola si deve attrezzare per affrontare il contenzioso con l’Asl con la consapevolezza di tutto quanto c’è in ballo e di che cosa ci può essere e c’è dietro l’angolo di una vertenza dagli esiti imprevedibili, ma che richiede di essere affrontata con la responsabilità dei buoni amministratori in grado di privilegiare l’interesse pubblico pur tutelando quello personale, entrambi seriamente a rischio. Di questo ne abbiamo sempre parlato e stupisce che sia mancata da parte dei preposti una valutazione delle possibili conseguenze sul piano del danno erariale in capo agli amministratori per le scelte che hanno operato. Nel secondo tempo di questa partita si scioglie come ghiaccio al sole il ruolo dei supporter e dei talebani dell’opposizione al progetto, coloro che hanno proposto osservazioni e quelli che hanno sostenuto la campagna popolare e social finalizzata a supportare la decisione del consiglio comunale.
Il contenzioso oggi in capo all’Amministrazione di Sant’Agnello implica un pregiudizio sul presente e sul futuro dell’ente che rischia il default qualora dovesse affermarsi la tesi del proponente il ricorso al Tar. Esistono ovviamente altri gradi di giudizio, ma la prospettiva di una lunga vertenza giudiziaria dagli esiti assolutamente incerti non fa che aggravare l’esposizione finanziaria del Comune e degli Amministratori coinvolti sui quali pesa, non trascuriamolo, l’intervento della Corte dei Conti qualora dovesse essere acclarata l’illegittimità del loro operato.
Eventualità che non può essere scartata a priori nè sottovalutata da parte del Sindaco e dei Consiglieri coinvolti sulla base di assicurazioni di soggetti privi di responsabilità diretta che dovessero perpetuare nel sostegno all’interdizione al progetto inducendo l’Amministrazione a rinunciare a una possibile riflessione sulla strada sin qui intrapresa. Una spada di damocle sulla tesa del Comune e degli Amministratori coinvolti che si aggiunge ai problemi di tenuta del bilancio anche rispetto ai possibili sviluppi della vertenza housing sociale.
Insomma è il momento per Coppola&Co di prendere sul serio il problema e di avere anche il coraggio e la forza di un cambio di passo se si dovesse rivelare utile a riscrivere il racconto di una storia nata male e che può finire peggio!
Un commento
Vincenzo D'Esposito
Dal mio punto di vista di cittadino santanellese (seppur espatriato) ci sono due questioni che vanno prese attentamente in considerazione.
La prima è la mancanza di un dibattito politico sano nel nostro comune, dove il tifo da bar (neanche da stadio) troppo spesso si è sostituito al confronto franco – e corroborato da evidenze – delle idee. Siamo passati dagli pseudo-fascisti e dai “sanbiagesi” (quasi volessero definirsi alla stregua di una specie di setta, per lo meno dal punto di vista degli attacchi livorosi sui social) agli ambientalisti del no senza soluzione di continuità. Nel frattempo abbiamo un ospizio a Trasaelle da far ripartire e un ospedale da realizzare, ma tanto la cosa più importante è aggrapparci all’ideologia e ai bei tempi passati. Quasi come se si volesse piegare il futuro di un’intera comunità – quella sorrentina, chiaramente in senso esteso – alle beghe politiche interne ad una singola amministrazione comunale, peraltro assolutamente destituite di ogni fondamento scientifico e logico, ma tant’è.
La seconda questione che dal mio punto di vista ha generato quest’ondata di furore ideologico (ammettendo che la giunta attuale sia in grado di esprimere una profondità di pensiero tale da seguire un’ideologia, cosa di cui dubito) è legata all’incrostazione del potere di Piergiorgio Sagristani. Sia chiaro che non ho assolutamente nulla da obbiettare alla libera espressione del voto popolare, se una persona resta in sella sostanzialmente per un trentennio (escludendo l’intermezzo Orlando) significa che il supporto popolare c’è e si sente. Ma significa anche l’assenza di una classe dirigente competitiva e in grado di offrire un’alternativa che non siano gli attuali soggetti al potere. Un politico serio deve avere una visione strategica, e questa a Sagristani non è mai mancata, nonostante quasi nessuno se ne sia accorto in questi anni (sarebbe stato bello, magari, organizzare degli eventi e comunicare di più con i cittadini, ma non si piange sul latte versato), però un grande politico deve anche saper costruire una classe dirigente adeguata e preparare un suo successore in grado di competere e vincere. Questo a Sagristani non è riuscito per nulla bene – ad eccezione di Orlando stesso, per assurdo – ed oggi paghiamo le conseguenze di ciò.
In buona sostanza, per il santanellese medio se voti per il partito di Sagristani sei per il potentato locale, se sei contro Sagristani voti per questi “signori” che sono al potere. Nel mezzo, il nulla. Bel dibattito che abbiamo a Sant’Agnello.
Ovvio che prendo posizione e dico che era molto meglio con Sagristani, ma una sana analisi politica ogni tanto s’ha da fare. Altrimenti a furia di mettere la testa sotto la sabbia finiamo con gli sciamani al potere e altri 80 milioni di euro sfumati. Evviva!