Italia,  Sorrento

Dalla bistrattata Circum ferrovia per le masse alla tutela della nostra identità

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di Luigi Poi

Eppure, alla fin fin, abbiamo scoperto che anche una delle più bistrattate linee ferroviarie europee qualche pregio lo può vantare: sui suoi giustamente criticati binari non viaggiano i novelli “dandies” (damerini), raffinati portatori di cultura, comportamenti e finanche di elegante abbigliamento che ai comuni mortali non sono concessi! Ad uno di loro i Lanzichenecchi e i “barbari Apuli“ incontrati nelle carrozze di prima classe su un Freccia Rossa hanno provocato una crisi di nervi. Sulle linee Eav viaggia solo la plebe di lavoratori (studenti, pendolari vari e malcapitati turisti) che corrono tanti rischi e sopportano tanti disagi ma non corrono il pericolo di mescolarsi con gli “unti del Signore”. Sui treni Circum, infatti, non ci sono vagoni di prima classe e anche se ci fossero questi prototipi di eletti si guarderebbero bene dal salirci. Ecco finalmente scoperta una funzione positiva della Circumvesuviana: una livella sociale, un simbolo di uguaglianza! Un viaggio privilegiato e riservato al tutto il popolo delle sardine cioè quei pendolari che a secondo dei periodi si mischiano con chi va a scuola o con i turisti diretti ad Ercolano e Pompei; tutti insieme appassionatamente, senza distinzione di ceto, di rango culturale e di capacità economica.

EVVIVA! Nelle malmesse stazioni Eav non si rischia di incontrare coloro che detengono lo status di altolocati (per reddito) e di intellettuali (per nomina dei  ”salotti buoni“), quelli superchic col Financial Times in tasca e magari in bella vista, che utilizzano solo ed esclusivamente una penna stilografica, per di più griffata; chiaramente essendo il frutto delle loro profonde ed esclusive meditazioni così elevato che non può essere affidato ad una volgare penna a “biro”. Se non fosse per tante altre problematiche e carenze verrebbe quasi da scrivere VIVA LA CIRCUM! Anche oggi un treno direttissimo in corsa verso Sorrento si è fermato a santa Maria del Pozzo per un incendio in un vagone. Di solito capita leggere di contestazioni e critiche ai FIGLI DI……; in questa paradossale vicende di snobismo oltre ogni limite il protagonista in negativo è un PADRE DI…….!

Gaetano Manfredi

Voltiamo velocemente questa avvilente pagina di cronaca e di pessimo costume d’elite per segnalare che il Sindaco di Napoli, Professore Manfredi, coraggiosamente e saggiamente ha scelto la giusta linea per difendere quanto ancora salvo del patrimonio delle tradizioni e della cultura artigianale e commerciale di Napoli. Una legittima difesa “dall’impulsivo turismo di massa che in questi anni sta travolgendo il capoluogo Campano“. Al grido “se perdiamo la nostra identità perdiamo noi stessi e le nostre radici“ ha chiuso un pacchetto di provvedimenti per tutelare il centro storico di Napoli, aggiungendo alla regolamentazione per tavolini e dehors (spazi esterni) anche il divieto di nuove concessioni alle attività alimentari mordi e fuggi, di food e beverage, di friggitorie e di paninoteche che contando su guadagni facili, alla faccia del decoro e dell’ambiente storico, hanno determinato la quasi estinzione di tante botteghe artigiane, di negozietti della tradizione, di laboratori artistici e come giustamente ha fatto notare Il Mattino di tante attività tradizionali che da secoli caratterizzavano una strada. “Un caso emblematico, in tal senso, quello della celebre strada di San Sebastiano dove la costante apertura di bar e rosticcerie ha generato la quasi estinzione degli storici negozi di dischi e strumenti musicali”.

Basterà lo stop voluto da Gaetano Manfredi, in sintonia con la Soprintendenza, e la limitazione (forse troppo tenue) della movida e dell’inquinamento acustico serale e notturno, per recuperare l’originalità, la memoria dei luoghi e le eccellenze della tradizione culturale e artigianale, la quiete pubblica ed il sacrosanto diritto al riposo? Il provvedimento è coraggioso (dal punto di vista elettorale, sono sempre problemi quando si mettono le mani nelle tasche del cittadino elettore) e doveroso (anche alla luce di una recente sentenza della Cassazione – tutela della salute dei cittadini che vivono nei quartieri ostaggi della movida) ma forse dovrebbe accompagnarsi con altri interventi sia a livello regionale che nazionale. Provvedimenti che comunque andrebbero imitati anche dai sindaci della nostra Penisola, Sorrento in primis, che stanno vedendo sfuggirsi di mano quelli che dovrebbero essere i capisaldi e i punti di riferimento delle proprie comunità che si ritrovano solo nelle tradizioni, nei luoghi vissuti dagli avi, negli antichi mestieri, nelle abitazioni che si sono salvate dal cattivo gusto e dal poco rispetto della storia dei centri abitati e dei monumenti. Tutto a causa della sbornia di overtourism in corso! Dovrebbe essere uno dei principali impegni ed il dovere più sentito di un amministratore pubblico prendersi cura della dignità e della sicurezza della propria comunità (in particolare di quella Doc e radicata) e della preservazione delle nostre città e delle nostre cittadine.

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