E’ del Dr. Antonino Coppola il primo “santino” della campagna elettorale
Mancano una quindicina di giorni alla presentazione delle liste per le amministrative del 14 e 15 maggio nella cittadina costiera e il candidato sindaco di “Sant’Agnello Autentica“, il cardiologo Antonino Coppola, ha bruciato la concorrenza pubblicando il primo “santino elettorale” della competizione che lo vede contrapposto a Giuseppe Coppola, commercialista, candidato della maggioranza uscente con la lista “Sant’Agnello prima di tutto“.
Per Antonino Coppola la candidatura a sindaco è giunta con qualxche consiliatura di ritardo rispetto a quanto si prevedeva, avendo lasciato spazio prima Gian Michele Orlando (di cui è stato assessore) e poi ritirandosi dall’impegno amministrativo attivo per dedicarsi al suo lavoro di medico all’Ospedale di Sorrento. Insieme a lui ritorna in campo un altro ex eccellente della politica santanellese, anch’egli medico e responsabile della chirurgia a Sorrento, il dottor Pietro Gnarra, mentre la new entry è sicuramente rappresentat dal noto artigiano maianese Marcello Aversa che nei giorni scorsi ha ufficializzato la candidatura nella lista “Sant’Agnello Autentica”.
Oggi il dottor Coppola ha dedicato la sua attenzione, nella rubrica elettorale Storie di una Sant’Agnello Autentica alla Via San Vito/Ngopp’ ‘O Filaturo
“Abbiamo un’idea di città e comunità declinata al plurale e la rinascita dell’amore per Sant’Agnello sarà al centro del nostro programma. C’è un cammino da percorre tutti insieme. La speranza è che tutti i santanellesi si sentano chiamati a PARTECIPARE, non solo i candidati al consiglio comunale e, soprattutto, non solo in queste settimane che precedono il voto ma anche negli anni a venire.
Abbiamo la stessa cura ed attenzione per ogni cittadino e per ogni angolo e borgo del paese con gli occhi ed il cuore rivolti al presente e al futuro, senza mai dimenticare le nostre radici.
A Pozzopiano, all’angolo di Via San Vito, fino alla prima metà del novecento c’era un negozio che vendeva cordami e oggetti di legno e tutti lo chiamavano ’O Cannavellaro, il suo laboratorio per intrecciare (filare) le funi era sul primo tratto di via San Vito. Un laboratorio sulla strada, tutto all’aperto.
Sul rettilineo verso San Vito dove la strada si fa più larga e segue sulla più lieve pendenza, ‘O Cannavellaro sistemava i torcitori con cui filava e intrecciava i lunghissimi cavi di canapa destinati sia ai padroni di barche per cime e sartie che ai mille usi agricoli e domestici. L’altro capo del filatoio era fissato presso il cancello della masseria di Nicola ‘O Canéo dove veniva agganciata la cima del canapo per chiudere la tessitura. Il nome del singolare opificio diede origine al toponimo popolaresco che ancora resiste nel tempo: Ngopp’ ‘O Filaturo“.