Le strade del mio Paese
Esistono strade piccole, strette, riservate, nascoste. Quelle che notano in pochi. Quelle che non urlano per rendersi invisibili. Sono fatte di passi semplici, muri scrostati, colori segreti e luminosi. E da qualche parte c’è sempre un’emozione ch aspetta di essere raccontata. ( Fabrizio Caramagna ).
Massa Lubrense conferma la sua vocazione a conservare, riscoprire e pubblicare tradizioni, storie, cultura, avvenimenti, ricordi che tutti insieme formano l’identità di un territorio e la memoria storica di una comunità.
In uscita una pubblicazione a firma di Luigi Sigismondi, collaborato e supportato da Giovanni Visetti che si è anche assunto il gravoso compito “del compilatore“. Continua così la stampa di testi di memoria patria con un impegno morale e civile fuori dal comune teso a non far precipitare il passato nell’oblio o nel sonno perpetuo. Oggetto del lavoro è la toponomastica, quella parzialmente persa, quella sopravvissuta, quella recuperata e tirata fuori dalla naftalina e quella nuova ed attuale. Lavoro importante non solo perché redatto con competenza da questa “strana coppia“ di studiosi (un maestro di scuola e di vita, storico, scrittore attento e meticoloso ed un affermato geografo, escursionista, cartografo ed autore di libri di orientamento e trekking) ma anche e soprattutto perché favorisce il legame dell’appartenenza civica ed arricchisce le conoscenze degli abitanti e dei visitatori con la precisa indicazione di strade, vicoli, piazze, larghi tanto nella denominazione attuale che in quella dialettale del passato. Proseguendo una indagine di cognizione storica e di attenta ricerca sul posto e nei testi ora si è proceduto a realizzare una raccolta ordinata della toponomastica cittadina con molti riferimenti, notizie e curiosità che vanno ben oltre il tecnicismo e l’ elencazione.
Presentare un tale libro è sempre una ardua impresa che diventa impegnativa quando si è legati da sentimenti di affetto e di stima con l’autore, il professore Luigi Sigismondi, il maestro per eccellenza di Massa Lubrense cui la vita ha assegnato il compito di fornire i fondamenti dell’istruzione e di indirizzare il cammino morale e culturale a diverse generazioni. Il volume è intitolato “Strade del nostro Paese“ ed è composto da 272 pagine corredate da sei cartine (mappe essenziali di riferimento) e numerose foto d’epoca. Verrà ufficialmente presentato la settimana prossima, prima a Massa centro e poi a Sant’Agata sui due Golfi. Esso è essenzialmente una raccolta di otto “QUADERNI“ in forma di saggi già redatti e pubblicati, ma destinati a pochi amici ed appassionati lettori.
Si parte, opportunamente, dalla cronologia della costruzione delle principali rotabili di collegamento con Sorrento e tra le principali cittadine del Comune Lubrense ed anche di quelle interne tra le tante Frazioni come la Vescovado-Guarazzano del 1881. Al 1863 risale la Sorrento-Massa ed al 1981 la Massa –Sant’Agata. La trasformazione a rotabile per Torca è datata 1921 mentre quella per Acquara al 1884. Realizzazioni importanti dovute necessariamente dopo l’avvento dell’automobile. L’elenco è lungo considerato la vasta estensione territoriale di Massa Lubrense e la sua posizione tra i golfi di Napoli e Sorrento. Non mancano aneddoti, vicende storiche della quotidianità, avvenimenti giudiziari e politici, aforismi e notizie anche di carattere generale come le informazioni sulla comparsa dei numeri civici in Italia ed a Massa Lubrense dopo la rivoluzione giacobina e seguendo l’uso dell’Inghilterra. Nel nostro comune l’operazione ebbe inizio verso la fine del decennio 1870-1880. Infatti negli atti di stato civile ancora nel 1871 non troviamo il numero, mentre qualche anno più tardi abbiamo il numero e compare la parola “Via“ almeno nelle frazioni più grandi (Massa e Sant’Agata). Alcune strade e piazze vengono abbinate ad episodi storici di rilievo come quello accaduto nel 1808 alla “Villarca,“ già ‘a via ‘e ll’arco“, quando il primo maggio salirono sul patibolo lì appositamente costruito cinque poveri giovani massesi vittime delle faide politiche del tempo tra Francesi, Inglesi e Borboni.
Il più giovane aveva 23 anni. A via San Francesco, al numero civico 2, il 2 marzo del 1904 avvenne uno degli episodi di cronaca nera più gravi della storia massese; infatti nella locale taverna furono uccisi gli anziani proprietari, tale Antonio Massa detto Fecchetiello e la moglie Orsola. L’episodio passò anche alla cronaca giudiziaria per la probabile innocenza dell’incolpato. Durante il periodo fascista all’attuale Largo Vescovado (‘o llario r ’’o Scuvato) “sotto gli alberi, nella parte terminale alta, durante il podestariato Cerulli fu istituito un orinatoio pubblico , del quale il Comune e la sede principale difettava” (fu eliminato solamente nel 1960). Nella stessa epoca e nella stessa località, tra la Torre di Palma e la Cattedrale, (‘n miez ‘o Scuvato , “si svolgevano gli imponenti saggi ginnici del Ventennio, che vedevano partecipanti gli alunni dalla prima alla quinta classe elementare, i ragazzi fino a diciott’ anni organizzati dell’ O.N.B. e della G.I.L., i giovani fascisti ed i giovani premilitari“.
In questo largo si riunirono i Massesi per ascoltare il 10 giugno del 1940 il discorso del Duce che ufficializzò l’entrata in guerra dell’Italia.
L’autore “confessa“ di essere sempre stato attratto dalla topografia e dall’onomastica, in particolare dopo il censimento del 1936 quando andava girando per vedere le nuove targhe in marmo bianco apposte dall’allora amministrazione. Non manca l’ironia! “Quando mi candidai per la quarta volta alle elezioni amministrative, un collega mi disse: << tu continui a presentarti? Gli risposi: lo farò fino a quando non vedrò le strade del Comune ristrutturate, messe a nuovo, ordinate, pulite. Il collega di rimando: allora ti presenterai ancora per duecento anni>> “.
“Uno dei valori più importanti delle strade è che sono patrimonio di tutti: anche del nullatenente, del barbone, delle povere lucciole, del cane ramingo“. (Louis Vielle)