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Il turismo e l’economia di ieri, di oggi e di domani: preoccupazioni tante se non si risolvono i problemi reali

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di Luigi Poi

L’Atex è una associazione che riunisce i gestori della ricettività extra alberghiera e gran parte dell’indotto ad essa collegata. E’ attiva anche a Sorrento con oltre cento iscritti. Recentemente si è lamentata delle nuove aperture di B&B che porterebbero a oltre 1.000 ” le aziende” della ospitalità extra-alberghiera “escludendo ovviamente (e per di più) da tale conteggi gli affitti brevi e le strutture irregolari . Ha fatto notare che a Sorrento il problema non è solo relativo al numero altissimo dei posti letto offerti da queste strutture ma soprattutto il consolidarsi di una realtà non sostenibile“ in quanto ha un coefficiente 3 volte maggiore di quello degli altri comuni della penisola sorrentina e di località turistiche come Capri ed Anacapri”.

Vero che abbiamo assistito a una fase pazzescamente espansiva dell’offerta con la conseguenza che il problema maggiore è e sarà che tutto il limitato territorio della Penisola, indubbiamente Sorrento più degli altri municipi, non è e non sarà in grado di offrire servizi adeguati e che la viabilità sia su gomma che su rotaie a dir poco disastrata e a livello di terzo mondo è inammissibile per la quantità di visitatori sia stanziali che occasionali. L’armamento regionale di lanciafiamme e bazooka è inconfutabilmente solo un arma di distrazione di massa, perfino un giornale “allineato” come “Il Mattino” spara (tanto per rimanere in tema) a zero contro l’EAV e la sua insana gestione della Circumvesuviana. E non si può tacere che nel corso dell’ultimo decennio il miele del turismo tanto facile da raccogliere è stata una mannaia per chi in questa terra è nato, ha lavorato, ha sperato di viverci, ha sognato un futuro abitativo, si è illuso della possibilità di un percorso economico e sociale per i propri figli senza dover emigrare. Invero il problema viene da lontano con una legge regionale senza i dovuti paletti e l’obbligatorietà di rigidi e sacrosanti controlli e con la conversione in B&B e similari di tante abitazioni acquistate o costruite da “forestieri” nei dannosi anni del boom edilizio e ora destinate ad ospitare flussi turistici. E non è proprio vero che solo Sorrento soffre il fenomeno dell’offerta indiscriminata di camere, appartamenti e ville in quanto esso ha investito e ancora investe tutta la Penisola. E attenzione che quando l’offerta comincerà a superare la domanda (in alcuni mesi dell’anno oramai ci siamo!), come sta lamentando l’Atex, allora saranno cavoli amari, anche perché a breve si incomincerà a sentire la concorrenza di Napoli che ha la possibilità di schierare una pluralità di monumenti e musei da far invidia a tutte le grandi città Europee, nonché la possibilità di raggiungere Pompei, Ercolano e Reggia di Caserta senza l’incubo dell’ingorgo stradale. E anche migliori e più accessibili collegamenti con Ischia, Procida e la stessa Capri.

Se il capoluogo della nostra regione riesce ad assicurare più sicurezza e più decoro e meno degrado urbanistico Sorrento non potrà più illudersi di primeggiare. Con grande e giustificato gaudio dei Sorrentini che non vivono di turismo vedremo molte abitazioni restituite al mercato abitativo  (bene!) e tanti alberghi “saltare” (male per l’occupazione!). Del resto Napoli è stata sold out già in primavera e lo è anche per le prossime festività natalizie e anche il Cilento incalza con una maggiore cultura ambientale e un sano rispetto per la natura e le tradizioni.
Comunque “stuort o muort”, in un modo o nell’altro, Sorrento e dintorni stanno continuando a dare il loro contributo all’economia turistica, al lavoro, all’indotto, in una parola al PIL italiano.
Nel frattempo, alzando lo sguardo oltre i confini dei monti Lattari, il turismo potrebbe diventare il principale volano di sviluppo del nostro Paese! Non ha dubbi Luca Palermo, responsabile della organizzazione del prossimo BIT alla Fiera di Milano (12-14 febbraio): “Se il 2022 è stato l’anno della ripartenza nel 2023 le previsioni parlano di un + 30% per il turismo internazionale“. Territorio, arte e cultura vengono indicati come i punti di forza, non di meno i grandi eventi di rilevanza mondiale come le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026 e le Atp Finals. E se Roma riuscisse a spuntarla come sede dell’Expo del 2030 allora veramente saremo all’attenzione del mondo intero per la nostra capacità di ospitare, per la bontà incontestabile della nostra gastronomia, per la grandezza dei nostri monumenti.

Gli fa eco l’ottimismo del presidente dell’assemblea nazione FTO che però fa rilevare che ad un comparto così importante il Pnrr di “draghiana“ memoria ha riservato solo 2,3 miliardi, assolutamente ingiusto per un settore come quello dell’ospitalità che vale il 13,7% del Pil, sostiene il 15% dell’occupazione, promuove il meglio del Made in Italy, muove un indotto che va dalla agricoltura all’industria dei Souvenirs  (fonte : Il Sole 24 ore del 30 nov.). A tanto entusiasmo non è rimasta estranea il neo ministro del turismo Daniela Santanchè che ha dichiarato: ”Dobbiamo essere pronti per fare meglio nel 2023 e sfruttare tutte le offerte turistiche. Abbiamo registrato un aumento del turismo Usa ma abbiamo perso i turisti russi, un turismo di fascia alta, perdendo molti introiti. Sono convinta che il turismo diventi, non solo a parole, la prima industria italiana”. Ma non si tace sulla necessità di una migliore programmazione e pianificazione, di una migliore sistemazione del territorio in termini di sicurezza e vivibilità. Ma soprattutto  “non possiamo essere ostaggio di un mercato del trasporto aereo dominato da vettori low cost che non interagiscono con il resto della filiera e cambiano la loro offerta di continuo e senza preavviso”. Forse per scaramanzia non si fa cenno alla durata della disastrosa guerra in corso ed alla conseguente crisi energetica che pesa (e come !) sulla gestione delle aziende ricettive già gravate dal forte onere dei costi fissi e dalla mannaia fiscale, vedi Imu e Tari (per la parte che viene calcolata sulla cubatura degli edifici e non sui rifiuti consegnati). Comunque vada questo settore produttivo rimane fondamentale per l’economia italiana . Il “Bel Paese“ è in grado di intercettare quella consistente quota del turismo culturale (previsto nel prossimo quinquennio un aumento del 160%) perché non è solo un museo a cielo aperto, ma anche una meravigliosa armonia di tutti i fattori che rendono indimenticabile una vacanza: gastronomia, vista, bellezza, gusto, eleganza, accoglienza, clima e sovrapposizione di civiltà e culture millenarie. Siamo deficitari solamente in sicurezza, controllo dell’inquinamento acustico e pulizia di alcune città, degrado di alcune aree cittadini nei pressi di stazioni e purtroppo anche di alcuni monumenti che vanno per la maggiore,, come il borseggio alla metro del Colosseo e del Duomo a Milano.

Del resto le previsioni di una forte ripresa del turismo a livello mondiale, anticipate ad inizio anno alla borsa del Turismo di Milano, si sono avverate in pieno. Le stesse previsioni ed aspettative della spesa turistica in Italia per 26 miliardi (+ 11,8% sul 2021) avanzata da Demoskopika si sono confermate avendo potuto contare in più di 92 milioni di arrivi e quasi 350milioni di presenza calcolando sia gli italiani che gli stranieri. Si sono rivisti i turisti del Nord Europa e sono ricomparsi i gruppi di americani in particolare nelle città d’arte. Insomma siamo a poco meno del 10% rispetto al 2019 che fu un anno di buona crescita. Resta il fatto che comunque parliamo di un comparto economico già attivo e produttivo solamente con l’attuale fetta di mercato internazionale e di quota nazionale. Il turismo, al netto dell’enorme indotto che genera, incide sul 13% del Pil e genera tante occasioni di occupazione diretta ed indiretta. Vale la pena ripetere che grande merito dei successi di questo settore economico vanno alla unicità ed ampiezza del patrimonio artistico e naturalistico italiano (nonostante i danni fatti a questa ricchezza in alcune realtà e gli incomprensibili sfregi alle bellezze ambientali, Casamicciola docet). Abbiamo 8300 km di coste, 3.347 musei funzionanti, quasi 300 aree archeologiche ed oltre 600 complessi monumentali, sia di culto che storici. Siamo inoltre la Nazione con più siti UNESCO – Patrimonio dell’umanità, 58 quelli riconosciutici a seguire la Cina con 56, gli invidiosi e sempre polemici cugini francesi ne vantano 46. L’ offerta ricettiva conta su 33.000 esercizi alberghieri e 183.000 extra-alberghieri (almeno quelli dichiarati). I tedeschi sono i migliori clienti dell’Italia mentre è crollato il numero di Russi e Cinesi e si è molto ridotto quello degli Statunitensi. Il Parco archeologico di Pompei è la seconda attrazione dopo la Galleria degli Uffizi con oltre un milione di visitatori; bene anche la Reggia di Caserta con quota 350.000 ed il Museo Archeologico di Napoli e Paestum con poco più di centomila visitatori.

Insomma il sistema turistico italiano ha sempre molte carte da giocarsi, ma bisogna stare attenti e sapersi adeguare ad un mercato sempre più sofisticato e orientato verso località che possano anche garantire sicurezza e tranquillità, che possano vantare scenari meritevoli di attenzione dal punto di vista ambientale, culturale, artistico, storico. Necessita particolare attenzione, e questo riguarda anche e soprattutto la nostra Penisola, per salvaguardare i negozi di vicinato, le buone usanze, l’artigianato di qualità, la dieta mediterranea (troppo invidiata dalla burocrazia Europea), le tradizioni e la memoria storica, la funzionalità dei servizi, la sicurezza, la sopportabilità e l’adeguatezza dell’offerta, il riposo e la tranquillità serale e notturna. Quest’ultimo punto viene sottovalutato; infatti in materia di controllo della rumorosità e del disturbo alla quiete pubblica, dell’alcolismo e delle risse, degli schiamazzi notturni e della tutela delle occupazioni e del riposo delle persone siamo completamente lontani da situazioni accettabili. Con l’aggravante che non solo si scoraggiano i turisti a ritornare ma si danneggia anche la convivenza civile dovendosi sopportare, sempre con meno disponibilità, i troppi disagi di un turismo così male inteso. A Sorrento e dintorni negli ultimi anni si è affermata una specie di prepotente moda del “tutto è permesso” e la parola d’ordine “facimme ammuina“ si è imposta a danno non solo delle buone regole della coabitazione e del vivere insieme di una comunità ma anche a danno di tutte le norme civili e penali del nostro ordinamento giuridico. Qualche buona notizia viene dal mondo alberghiero che vede confermata la sua buona fama nazionale ed internazionale con la premiazione da parte dell’organizzazione “Solidus“ di alcune figure dell’accoglienza: “Professionisti dell’anno”.

In particolare Giulio Galano, responsabile della reception dell’hotel Michelangelo e Anna Maria Pane governante alla Villa Fiorella di Massa Lubrense. Notizie negative, invece, dalla direzione della Circumvesuviana in merito all’utilizzo sulla linea Napoli-Sorrento dei nuovi e più confortevoli treni, pare che bisogna ad aspettare il 2024. Ed anche sulla viabilità interna l’auspicio di una gestione comune da Massa a Vico dei percorsi, dei divieti, dei parcheggi, delle viabilità alternativa è solo un irritante “blablabla“! Pare invece che abbia trovato ascolto presso il governo la protesta dei due parlamentari della zona, tanto che il sottosegretario al ministero delle infrastrutture, Tullio Ferrante, ha incontrato il sindaco di Sorrento, avv. Coppola, garantendo un suo intervento . “Nonostante gli ingenti finanziamenti erogati negli ultimi anni in favore della Regione Campania a valere su detta linea e nonostante un intervento per il risanamento finanziario di EAV , la Penisola Sorrentina, fiore all’occhiello del nostro Paese, continua a subire ingenti danni di immagine ed economici a causa di un sistema di trasporto inefficiente oltre che altamente pericoloso“. Seguiranno i fatti? Commissariamento dei vertici EAV o altri provvedimenti urgenti come auspicato da Agostino Ingenito dell’Abbac e dai pendolari, cittadini, operatori turistici? Chi vivrà vedrà! Ma il pessimismo è d’uopo! Prossimi alle festività natalizie e alla data dell’Avvento non priviamoci della speranza. “Anche ai camminamenti dicevo buon Natale, anche alla neve, anche alla sabbia, al ghiaccio del fiume, anche al fumo che usciva dalle tane, anche ai russi, a Mussolini, a Stalin”.
(Mario Rigoni Stern – Fronte Russo, seconda guerra mondiale).

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