Massalubrense,  Piano di Sorrento,  Sorrento

A proposito del nuovo Ministro della Cultura Sangiuliano e “il caso Massa Lubrense”

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di Luigi Poi

La visita a Sorrento del neo Ministro per la Cultura, Gennaro Sangiuliano, è certamente stata gradita così come le sue dichiarazioni : “I territori della Penisola e della Costiera Amalfitana sono la vetrina dell’Italia nel mondo” e (rivolto ai Sindaci ) “sul fronte del Pnrr ci sono enormi opportunità per i vostri comuni. Mi attiverò per inviare qui dei nostri esperti , per aiutarvi a coglierle” . Pare che abbia anche mostrato di conoscere bene le nostre criticità, traffico, logistica, sanità, carenza di progetti culturali. Precedentemente, per la precisione il 23 ottobre, si era lamentato dei sapientoni e dei sacerdoti del sapere “pappagalli che credono di essere gli unici a possedere la verità“.

Bisogna uscire da una mentalità solo conservativa dei beni culturali. Occorre creare con coraggio un nuovo immaginario italiano” sottolineando che tra i problemi da affrontare e risolvere è primario quello della accessibilità al grande, immenso, invidiato patrimonio storico, artistico e culturale dell’Italia rilevando che “molte volte è scarsamente fruibile“. Come dargli torto! La conferma l’abbiamo avuto con la chiusura di uno dei musei più visitati al Mondo, gli Uffizi di Firenze, proprio in una giornata di grande richiesta come era il 31 ottobre. Incassi persi, turisti amareggiati, danni alla nostra immagine. Tanto più sarà rimasto deluso dalla risposta del direttore della Galleria fiorentina, Eike Schmidt, uno studioso tedesco di valore ed esperto di arte fiorentina, che si è difeso attaccando; ha dovuto chiudere per mancanza di personale, “carenza cronica serve intervento forte”. Non si sa se si sono sentiti anche in privato e se il neo ministro ha replicato al direttore che la sua nomina risale al 2015 e quindi se nei sette anni trascorsi ha mai richiesto ai suoi predecessori “quell’intervento forte” che ora, appoggiato dai sindacati, chiede al nuovo arrivato fresco responsabile della Cultura.

Ritornando al tema della fruizione più democratica e territoriale del patrimonio artistico, archeologico, monumentale sorgono spontanee alcune domande: si riuscirà nel favorire questa operazione e ad abbattere il muro di cemento armato della consolidata e potente burocrazia delle soprintendenze e della perenne trappola di decine di migliaia di leggi, regolamenti, codicilli, commi, ordinanze, postille, interpretazioni giuridiche di una norma e quant’altro?
I presuntuosi sapientoni, indomiti padroni del vapore della cultura, accetteranno di adeguarsi alle nuove priorità di una fruizione più democratica e popolare e far diventare “questo patrimonio un fattore aggiuntivo al nostro Pil”?
E per quanto ci riguarda più da vicino la fruizione in loco, nelle comunità a cui il reperto appartiene? Qualcuno dei Sindaci ha in mente un valido e sostenibile progetto per la valorizzazione del patrimonio culturale che segni il passato delle nostre località e permetta di tracciare con evidenza tangibile il nostro percorso storico ed umano?

Il “caso Massa Lubrense” è indicativo ed emblematico: tutto quanto è stato ritrovato sul suo territorio è stato portato via ed è finito o negli scantinati di grossi musei o esposto altrove. Come le importanti tracce di cacciatori e agricoltori del paleolitico inferiore, Grotta dello Scoglione a Nerano e delle Noglie a Termini, (in quest’ultima ritrovamenti di un ascia neolitica, frammenti ceramici e materiale litico). Come altri reperti di cui si sono persi le tracce, vedi quanto scritto da Claude Albore Livadie, che furono raccolti da C. Bonucci a cavallo del 1866/67 tra il villaggio di Acquara e la collina del Deserto e che ”documentavano una frequentazione piuttosto importante del territorio durante il neolitico”. Come tutto quanto ritrovato in località Vadabillo, in due diverse campagne di scavi (1983-1984 e 1995-1997) che è stato prima trasferito a Villa Fiorentino a Sorrento e poi a Villa Fondi a Piano. Stessa infelice sorte è toccata al Ninfeo di Pipiano-Marina Lobra che da solo può “fare“ un museo.

Tommasina Budetta

“Il territorio del comune di Massa Lubrense rappresenta uno dei siti più affascinanti ed enigmatici della penisola sorrentina” – Tommasina Budetta – funzionaria della soprintendenza di Napoli e responsabile della campagna di scavi degli anni novanta in località “Il Vadabillo”. Ed all’appello mancano anche i ritrovamenti del 1837 in occasione della creazione di un camposanto al “Deserto” per i morti di colera a Massa e quelli asportati dal Fiorelli nel 1840 e confluiti nella collezione Santangelo. Nonché molti reperti relativi ad altri siti archeologici locali. Considerando la gran parte di quando ancora nascosto dalla terra (a questo punto possiamo tranquillamente ed onestamente affermare “grazie a Dio“) si sarebbe potuto creare a Massa Lubrense, Termini e Sant’Agata sui due Golfi una rete di piccole esposizioni o mostre permanenti come quella dal 25 novembre del 1995 fu allestita con successo nelle sale del convento benedettino dell’eremo ex Carmelitano e Bigi, magari collegandoli a soste sui percorsi escursionistici di cui possiamo farci vanto grazie alla meticolosa e laboriosa opera di Giovanni Visetti. Breve chiosa: quando gli itinerari del progetto TOLOMEO saranno uniformati e completati? Quando la rete delle passeggiate, già operativa per il Comune di Sorrento, resterà ancora latitante per quello di Massa?
Ecco perché a buon titolo si può parlare del “caso Massa Lubrense“!

Un patrimonio che avrebbe rinvigorito la memoria storica, il legame di attacamento culturale al territorio, la creazione di posti di lavoro qualificato e produttivo, il miglioramento dell’attrattiva turistica, l’orgoglio della memoria storica. Anche se miracolosamente ci fosse la svolta promessa dal nuovo ministro Sangiuliano (superando anche gli ostacoli della convivenza con Vittorio Sgarbi) purtroppo è facile prevedere che la politica locale non sarebbe in grado di capire, di presentare progetti, di approfittare dei famosi fondi Pnrr e la burocrazia non all’altezza di muoversi efficacemente e velocemente. Anche su questo siamo indietro ed in ritardo rispetto al Nord dove sono già vivi ed attivi i depositi e mostre di territorio e le reti dei piccoli musei. “Ho un solo auspicio per il futuro assetto governativo del nostro Paese che piccoli musei vengano definitivamente riconosciuti per quello che sono, una forza straordinaria anche come attività di formazione e di ricerca” – Giancarlo dall’Ara, Presidente associazione nazionale piccoli musei – 19 sett. 2022.

Anche i nostri amministratori regionali non sembrano avere consapevolezza di queste occasioni e preferiscono attaccare strumentalmente il nuovo schema di autonomia amministrativa delle Regioni italiane invece di avere il coraggio e la dignità di affrontare questa sfida ed altre, pragmatiche, di reale crescita, di autentica occupazione, di freno all’emigrazione di talenti, di partecipazione popolare, di valorizzazione del volontario e dell’associazionismo, di opportunità per le scuole, di coesione della cittadinanza, di sviluppo economico. Pur non avendo problemi neurologici cadono le braccia e piange il cuore di fronte a tanta stupidità umana. La vicenda della Pineta delle Tore – Comune di Sorrento (che evidentemente non ha nessun interesse a valorizzarla e custodirla) è significativa, negativamente esemplare, pietosa e grida vendetta.
“Always hope for the best but prepare for the worst”!
“Spera sempre nel meglio ma preparati al peggio”!
L’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole” – Paolo Coelho. Il pessimismo è sacrosanto e giustificato per coloro che da anni hanno vanamente cullato la speranza di una affermazione della conoscenza e del sapere ed ora sono prigionieri della paura per i limiti della politica, per la ingiustificata prepotenza della burocrazia e per il pasticcio delle competenze quadruplicate. Ma un minimo di ottimismo e di attesa fiduciosa li dobbiamo ai più giovani!

Un commento

  • Pasquale Castellano

    Mi domando se sia sufficiente lamentarci soltanto oppure se non sia il caso che dei cittadini debbano prendere delle iniziative per sollecitare l’Amministrazione ad affrontare queste problematiche. Fortunatamente, abbiamo l’Archeoclub e personaggi come Visetti che potrebbero dare un grande aiuto, soltanto da sostenere.
    Dovremmo spingere l’Amministrazione alla cura del territorio (di quello che abbiamo) prima di pensare a nuove infrastrutture. A non chiudersi in se stessi ma unirsi alle iniziative già in corso di Sorrento (valorizzazione dei sentieri). Sollecitare l’Amministrazione di Sorrento a interessarsi in maniera risolutiva al caso della Pineta Le Tore, che pur nel Comune di Sorrento, è più percepita come un unicum con Massa Lubrense.

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