Lorenzo Fontana presidente della Camera dei Deputati. Intanto è guerra Meloni-Berlusconi
L’On. Lorenzo Fontana uno dei vice di Matteo Salvini nella Lega (quello più a lui vicino) è stato eletto Presidente della Camera dei Deputati. Un’elezione fortemente criticata sul fronte delle opposizioni e di larga parte dell’opinione pubblica per le idee fortemente conservatrici che l’esponente leghista ha ripetutamente ostentato sui temi sociali e dei diritti più caldi. A tenere banco sui media e nel dibattito politico è però la vicenda del “pizzino” di Silvio Berlusconi che è stato beccato mentre in Senato discuteva con La Russa ed è stato fotografato un foglio di suoi appunti dove aveva messo nero su bianco le sue valutazioni su Giorgia Meloni, sicuramente poco lunsighiere, anzi offensive per un partito, Forza Italia, che si ha ragione di considerare parte organica della maggioranza con Fratelli d’Italia e Lega.
Così non è e la determinazione con cui la Meloni sta respingendo al mittente le richieste del Cavaliere sulla composizione del futuro governo hanno fatto salire il termometro della politica così in alto da far circolare la considerazione espressa da Fratelli d’Italia di essere pronti a tornare immediatamente alle urne per regolare sul piano elettorale i conti con l’alleato scalpitante e magari fagocitarlo mettendo fuori gioco Berlusconi. Del resto la Meloni ha commentato con parole durissime l’appunto del Cavaliere: “…Io non sono ricattabile“, aprendo così uno scontro frontale col leader di Forza Italia.
Insomma la Meloni si sta dimostrando un osso duro e sta ripetutamente mortificando Berlusconi che subisce pesanti contraccolpi nel suo entourage parlamentare diviso fra falchi e colombe rispetto al comportamento da tenere nei riguardi della premier in pectore (il 21 dovrebbe salire al Quirinale per avere l’incarico dal Capo dello Stato).
Nessuna intesa fra le Opposizioni di PD e Movimento 5 Stelle con il primo alle prese col congresso che dovrà eleggere la nuova leadership, esercizio tutt’altro che semplice considerando lo scontro interno e la difficoltà a ritrovarsi su una linea politica in grado di riallacciare i legami con una società civile che ha abbandonato il partito di Letta; per Conte, sempre più saldamente alla guida dei 5 Stelle, invece si sta delineando un futuro molto più chiaro e coerente di partito progressista che pur ribadendo la collocazione atlantica invoca uno stop alla guerra e all’invio di armi in Ucraina individuando per l’Italia un ruolo di mediazione e non di cobelligerante. Una posizione che vede quotidianamente aumentare il sostegnoda parte dell’opinione pubblica italiana, circostanza che dovrebbe ulteriormente preoccupare il PD e il centro-destra.
Il grande errore del PD e di Letta, oltre a quello di correre in proprio mandando all’aria l’alleanza con i 5Stelle, è stato quello di non puntare nel confronto col centro-destra su Giuseppe Conte leader dello schieramento di centro-sinistra, il solo a poter contendere la vittoria alla Meloni per il gradimento di cui continua a godere nell’opinione pubblica l’ex presidente del consiglio.