Berlusconi “vaneggia”…Draghi ci ha portati in guerra…E la Meloni vuole diventare premier!
“Occorre inserire in Costituzione l’art. 140: tutti i cittadini hanno diritto a conoscere la verità…Se ci sono contrasti vuol dire che ci sono idee e se ci sono idee vuol dire che c’è la democrazia… Si è deciso che dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo e dobbiamo salire tutti sulla stessa barca“. Così Michele Placido nel monologo conclusivo del film “Viva l’Italia“ uscito nelle sale il 25 ottobre del 2012, esattamente dieci anni fa.
Una fotografia dell’Italia di allora, ma che è anche e forse ancora di più l’Italia di oggi e che vede sul palcoscenico della politica alle prese con la formazione del primo governo di destra dal dopoguerra ad oggi un anziano signore, Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e neo-eletto senatore. Lui che è stato l’artefice dell’avvento di questo nuovo centro-destra trasformatosi in destra oggi si trova sul viale del tramonto politico-elettorale e personale e rivela verità indigeribili per quello che è lo storytelling nazionale ed internazionale sulla guerra, su Putin, su Zelensky, su Biden…
Dichiarazioni giudicate esplosive e che potrebbero essere soltanto l’inizio di una stagione di “confessioni”, complice l’età, ben più ampie su fatti e misfatti degli ultimi trent’anni, molti dei quali oggetto anche di inchieste della Magistratura, e che hanno scritto pagine tristi di quella parte d’Italia che ha osannato l’avvento berlusconiano e l’ha sostenuto sempre e comunque: oggi però, col leader in declino irreversibile, quest’Italia prende da lui le distanze nonostante sia cresciuta e pasciuta grazie agli affari e ai denari di Silvio che ha corrotto, inquinato, condizionato e mortificato un Paese intero e le sue rappresentanze sociali, sindacali e politiche. Le “verità” berlusconiane sulla guerra, sulle sue conseguenze, su Putin e sulla situazione internazionale rispecchiano però il pensiero della maggioranza degli italiani (lo dicono i sondaggi), quella silenziosa, anzi zittita da una dittatura politico-mediatica bellicistica rappresentata da Mario Draghi e dalla sua corte e oggi da Giorgia Meloni che si accinge a diventare premier per guidare il governo e la nazione in uno dei momenti più tragici della storia del nostro paese dalla fine della seconda guerra mondiale. Non è un caso che Draghi abbia voluto lasciare Palazzo Chigi per non gestire questa stagione e dopo troppi fallimenti spacciati per successi!
Siamo in guerra, ma non ce lo vogliono dire…Ce lo nascondono anche se stiamo già pagando il prezzo salato (ma è ancora niente) di un’economia di guerra che risponde alle logiche e agli interessi di un establishment Usa-Nato cui siamo acriticamente asserviti e dal quale è vietato discostarsi anche per una semplice narrazione alternativa. Le voci dissenzienti o critiche, a cominciare da quella di Papa Francesco, sono state e vengono emarginate, additate all’opinione pubblica come “putiniane” per il solo fatto che non accettano supinamente la narrazione imposta dal sistema. Noi che non siamo mai stati berlusconiani nè putiniani, non rinunciano però a ragionare, a cercare la verità e in questo senso abbiamo individuato in Lucio Caracciolo (ma non solo), fondatore e direttore di Limes, quella voce equilibrata e correttamente critica che cerca di aprire le menti, di tutti, sulle cause della guerra e su quello che è e che rischia di diventare per l’umanità. Vi proponiamo l’intervento di “Come la guerra cambia il mondo” a Trento di qualche giorno fa che ci aiuta meglio a comprendere la situazione presente e futura. Per tutto il resto auspichiamo che Berlusconi continui ad esternare facendo cadere il velo, magari, su tante storie e vicende di cui è stato protagonista e con lui tanti di quelli che oggi lo denigrano asserviti come sono all’unica logica che conoscono: la cura dei propri esclusivi interessi!