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Finalmente l’annuncio dei sei Sindaci della Penisola: “questo matrimonio s’ha da fare!”

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di Luigi Poi

Ve lo avevamo detto, noi! E anche scritto della necessità di iniziare il percorso per l’Unione dei Comuni sorrentini oramai unica prospettiva di visione e di rilievo per un migliore e più armonico sviluppo unitario e coordinato del territorio e delle sei comunità peninsulari. Il documento fu redatto e presentato nel novembre del 2015 dalla associazione – Massa Lubrense La Fenice -, animata dall’indimenticabile Franco Simioli e presieduta da Nicola Di Martino. Fu redatto da Vittoria Brancaccio, Pasquale Castellano, Tonino Esposito, Domenico Palumbo, Luigi Poi, Stefano Ruocco. Non fu accolto con particolare simpatia, anzi qualche politico di “lunga durata” storse il naso, forse preoccupato che si andasse a toccare il proprio mini feudo elettorale. Oggi si prende atto del ravvedimento, con piacere.

Il cittadino comune che di solito subisce le scelte amministrative già ha qualche dubbio di fronte a questa inaspettata e improvvisa svolta. “Con l’arrivo dell’Unione dei Comuni, dobbiamo sperare che non pensino ad un altro carrozzone, la gestione dovrebbe essere affidata al personale già in carica nei vari comuni, anzi con una riduzione, laddove possibile, venendo concentrate molte funzioni. Anzi l’Unione dovrebbe portare, nel tempo, una serie di riduzione di scala dei costi ordinari”.
Pare che gli attuali Sindaci abbiano maturato la convinzione che la strada dell’efficienza amministrativa è troppo tortuosa per essere percorsa con tranquillità ed efficacia dalle singole realtà comunali. Meglio tardi che mai!
Quindi la notizia, senz’altro positiva, che i “sei Sindaci peninsulari hanno sottoscritto un documento unitario con il quale dichiarano l’intento e la disponibilità a costituire ai sensi di legge, l’Unione dei Comuni della penisola Sorrentina è stata generalmente ben accolta dall’opinione pubblica”.

Sicuramente si registrerà qualche dissenso ma la strada è tracciata. Si riassume e si ricorda per chi vuole approfondire .
“I nostri sei Comuni si caratterizzano per avere le stesse problematiche di fondo, ma gestiste molto spesso, in modalità disomogenee, se non in contrasto, con dispendio di energie e risorse, che potrebbero essere utilizzate per altri servizi alla comunità. Unire i Comuni o pervenire al Comune Unico significa risolvere le problematiche di governo del territorio, nello stesso modo se non migliore e con minore impegno di risorse. In breve “mettere insieme” i nostri comuni significa:
Uniformare le procedure e le modalità operative avendo più disponibilità di risorse e minore impegno delle singole strutture;
Usufruire dei vantaggi dell’economia di scala, poter accedere a soluzioni più all’avanguardia, poter considerare il territorio come uno spazio unico, poter contare su una maggiore specializzazione del personale, poter ampliare la capacità di scelta degli investimenti avendo più risorse a disposizione;
Avere, dunque, la possibilità di progettare, realizzare e gestire strutture a servizio di una utenza molto più numerosa e potendo predisporre progetti comuni di interventi sul territorio evitando inutili duplicazioni, difendendo meglio la natura e la tipicità ambientale, fortificando il gusto della bellezza e la memoria storica che è unica come confermano le recenti scoperte archeologiche da Vico alla collina del Deserto di Massa Lubrense;
Usufruire delle incentivazioni per le Unioni dei Comuni;
Ridurre le spese di bilancio e dei costi di alcuni servizi con la conseguente disponibilità economica spendibile per ridurre le tasse ai concittadini e migliorarne i servizi.”

Non sono “cose da poco”, anzi! Inoltre alzando lo sguardo verso orizzonti più ampi non dobbiamo sottovalutare che l’Italia si avvia a traversare un periodo negativo sia dal punto di vista politico ed economico che di coesione sociale. L’abnorme debito pubblico, la discesa del Pil, i costi di approvvigionamento dell’energia, l’incapacità a ridurre la spesa pubblica clientelare, i bassi livelli di efficienza e produttività della burocrazia, la frammentazione politica e quant’altro sono una sfida in più alla quale anche noi Sorrentini saremo chiamati a rispondere. Mai come in questi momenti di difficoltà vale il motto “L’Unione fa la forza”! Se le formiche si mettono d’accordo possono spostare un elefante.

I nostri sei Sindaci sono sulla strada giusta, non è un cammino facile, si sono mossi in ritardo ma non c’è alternativa. Ma bisogna anche saper andare oltre la politica, è quanto mai necessaria l’osmosi di tutte le risorse culturali ed imprenditoriali da Vico a Massa . “Una sfida si può vincere solo se si riesce a fare un solo campanile, a stare sotto una sola bandiera, ad anticipare gli eventi ed ad unire interessi ed aspirazioni”. Non ultimo : una comunità è degna di dirsi tale se riesce a trattenere i propri figli evitandone l’emigrazione. Cari Sindaci , avanti così!

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