Fine legislatura, Lauro (Unimpresa): “Debacle istituzionale e politica, colpa di tutti, nessuno escluso”
Puntuale e limpida è giunta la dichiarazione di Raffaele Lauro, segretario generale di Unimpresa, sulle dimissioni del premier Mario Draghi e sul conseguente scioglimento delle Camere con l’indizione dei comizi elettorali che passeranno la parola agli elettori. Va detto che all’indomani del risultato delle elezioni del 2018 Lauro ha seguito e descritto con dovizia di particolari e acute riflessioni quella che è destinata a passare alla storia della repubblica italiana come la più pazza e peggiore delle legislature per le contraddizioni che ne hanno scandito i quattro anni e mezzo di durata e per il livello dei personaggi che l’hanno animata. Evidenziandosi così l’assoluta inadeguatezza di una classe politico-parlamentare che si è presa il lusso di far calare il sipario sul governo-Draghi, cioè dell’uomo considerato più rappresentativo dell’Italia a livello internazionale e che avrebbe dovuto traghettare il Paese fino alle elezioni del 2023. Così non è stato e le responsabilità, come evidenzia bene Lauro, sono condivise tra tutti gli attori di questa vera e propria “sceneggiata“. Per chi volesse ripercorrere i momenti salienti di questa legislatura potrà leggere gli articoli pubblicati su questo blog e che sono raccolti in un saggio di Lauro di imminente pubblicazione risultando un testimonianza innanzitutto storica di come la politica italiana sia stata declassata per l’assoluta insipienza e inadeguatezza del suo ceto politico e, perchè no, anche degli elettori incapaci di pretendere un cambio di passo decisivo per uscire da uno stato di cronica emergenza sociale, economica e politica. Vic
“Da mesi Unimpresa ha denunziato la crisi di identità e lo sfacelo interno dei partiti della cosiddetta maggioranza di unità nazionale, nonché i contrasti, le contraddizioni, le congiure e le fibrillazioni quotidiane, che hanno ostacolato il cammino riformatore dell’esecutivo, paventando l’inevitabile esito odierno. Unimpresa ringrazia convintamente il presidente Mario Draghi per l’impegno, l’intelligenza, il sacrificio e la dedizione, con i quali ha assolto ai suoi compiti istituzionali e gli è grata per il prestigio acquisito a livello internazionale dal nostro paese. Errori di valutazione e di sottovalutazione, persino di ingenuità politica, va detto con chiarezza, sono stati commessi da tutti i coprotagonisti di questa débâcle, nessuno escluso. Finisce così una legislatura, nata male, proseguita peggio e conclusa nel disdoro generale. Una democrazia vera, tuttavia, non deve mai temere il ritorno alle urne, perché ora sarà il popolo sovrano a dover giudicare un ceto politico, inetto e incapace, e rinnovare la classe dirigente. Unimpresa sarà attenta ad analizzare i programmi, con i quali le forze politiche sopravvissute si presenteranno al corpo elettorale: le proposte, in particolare, a favore delle famiglie e delle piccole e medie imprese, che sono ormai con l’acqua alla gola. Si spera, comunque, che venga risparmiato agli italiani il baccanale della demagogia e del populismo da quattro soldi, che ha infettato la campagna elettorale 2018 e minato, dalle origini, la XVIII legislatura, finita nel fango. Altrimenti unico vincitore sarà il partito dell’astensione” lo ha dichiarato Raffaele Lauro, segretario generale di Unimpresa, commentando la fine della legislatura.