La “cura greca” e i suoi eventuali riflessi sull’economia sorrentina
di Luigi Poi
La “cura greca“ non ha niente a che fare con ricette sanitarie o gastronomiche, tranne che nelle conseguenze della sua applicazione che, come molti ben ricordano, causò depressione, disperazione, povertà e fame ad una buona fetta della popolazione Greca. Si registrò, tanto per dirne una, un aumento della mortalità infantile del 43% causata dai tagli alla sanità (fonte The Lancet e La Repubblica – Febbraio 2014).
Paradossalmente la locuzione “cura” in greco antico significa gestione, conduzione di un gregge; nello specifico il gregge sarebbe il popolo di quella nazione. Appunto! Si assunse la paternità della operazione la famosa (o famigerata) TROIKA:
BCE
FMI
Commissione Europea.
Fisicamente la Troika si identificava in Jean Claude Trichet e Mario Draghi presidenti BCE, Christine Lagarde Direttore FMI, Jean Claude Juncker, presidente commissione europea, Olli Rehn commissario UE per gli affari economici.
Il calvario per i Greci iniziò nell’autunno del 2009 e durò fino ad Agosto 2018, tanti anni in cui la popolazione sperimentò lacrime e sangue, facendo fatica a fare la spesa, a curarsi, a trovare lavoro, a mantenere i figli alle università………..
La Troika pretese un aumento della pressione fiscale, la riduzione di salari e pensioni, il dimagrimento dell’apparato pubblico, la vendita di alcuni asset strategici, il recupero della enorme evasione fiscale.
I principali creditori erano le banche francesi che furono salvate da un intervento della BCE che acquistò in un solo colpo 60 miliardi di euro di obbligazioni greche oramai senza valore.
Oggi “la cura“ viene presentata leggermente velata e minacciata in modo soft all’Italia, anche dall’illustre commissario italiano, conte Paolo Gentiloni Silveri, uno dei nobili discendenti delle famiglie Filottrano, Cingoli, Macerata e Tolentino. Agli occhi più smaliziati appare come una nuova versione, sempre di matrice europea, del solito antidoto al made in Italy, marchio e simbolo tricolore tanto invidiato in certi influenti ambienti dei palazzi lussemburghesi e belgi, ma anche l’ennesima furbizia da parte dei politici e “elevati” ambienti di casa nostra (estremisti dell’europeismo); un espediente, insomma, per mantenere in vita una esperienza tipo quella “draghiana” in corso o addirittura di rimandare le elezioni del prossimo anno.
Operazione parzialmente già riuscita e sperimentata col governo Monti e con i bombardamenti in Libia e l’eliminazione fisica di Gheddafi. Certamente la Grecia non era (e non è) l’Italia ma l’aria che tira sa tanto di quelle passate vicende.
In breve o ci teniamo Draghi ed il suo oscillante governo di quasi unità nazionale o niente PNRR e di conseguenza una bella cura con tante supposte made in Germania, Francia, Olanda.
Ci avviciniamo all’estate, gli italiani sono distratti dalla guerra Ucraina-Russia e dalla voglia di vacanze, mezzo parlamento ha paura di affrontare le elezioni politiche con la riduzione dei seggi e ben consapevole che il malumore dilagante lo lascerebbe fuori dalle stanze dorate; quale momento migliore per questo genere di manovre?
Certamente non potranno chiederci un aumento della pressione fiscale, visto i livelli altissimi della nostra tassazione dirette ed indiretta. Al limite potrebbero puntare sull’Imu anche sulla prima casa ed ad un aumento generalizzato dei coefficienti catastali.
Per il dimagrimento dell’apparato pubblico è troppo tardi in quanto si sta procedendo con assunzioni a tutti i livelli e recentemente ci sono stati una serie di aumenti degli stipendi.
Sull’evasione fiscale qualcosa di più di potrebbe fare ma solo se si decide di controllare il tenore di vita. Ma qui si tratta, sicuramente, di ben altro: la gestione dei fondi del PNRR e le prossime elezioni.
Piuttosto è strano (si fa per dire) che nessuno parla di un netto taglio dei rami secchi mentre alcune TV più coraggiose e meno allineate ci mostrano le tante opere incompiute o mal realizzate o addirittura finite e mai usate. E’ un vecchio problema la “ Spending review”, una battaglia quasi impossibile per tagliare e razionalizzare la spesa pubblica.
Dal sole 24 ore del 29 aprile :
“Limare più o meno un punto percentuale dagli oltre 860 miliardi di spesa corrente nel 2022 è il minimo“. Eppure non è riuscito al governo giallo-verde e nemmeno a quello giallo-rosso.
Stranamente Draghi non ha proprio tentato, anzi con i recenti aumenti di stipendi voluti dal ministro Brunetta la spesa pubblica corrente è destinata ad aumentare nei prossimi anni (stipendi, liquidazioni ed automatismi di carriera) ed a trascinarsi indietro anche la spesa per pensioni-INPS.
Avete sentito accennare al recupero di edifici pubblici storici e moderni non utilizzati, al completamento di opere stradali, portuali e ferroviarie, all’abbandono di progetti inutili e costosi, alla rinuncia a fitti milionari per sedi ed uffici????
“Oggi far politica, anche in quelli ritenuti i più grandi statisti, è un’improvvisare a caso!(F.W.Nietzsche)”
“I politicanti sono i camerieri dei banchieri“ (Ezra Pound).
E quando i politicanti non sono in grado scendono in campo in prima persona. Elementare Watson!
Populismo, qualunquismo, sovranismo, ideologismo da circolo o bar dello sport, demagogia spicciola?
Ma sovranismo non significa: “Sovranità popolare ed il diritto prevalente dei cittadini rispetto ai loro rappresentanti” ?
E populismo: “appellarsi alla popolazione affinché sia partecipe e non spettatrice?”.
QualunquismO: “rovinare i sogni dei sapientoni che si credono superiori e degli opinionisti prezzolati che non hanno mai dubbi”?
E cosa si intende per ideologismo da bar dello sport?
Forse: ”il linguaggio semplice e le comuni opinioni indigeste ai bigotti dei salotti buoni ed ai sapientoni accademici? (A. Manna)”
E dulcis in fundo demagogia spicciola non è altro che il diritto alla critica ed alle osservazioni degli artigiani, casalinghe, operai basate sulle loro concrete esperienze di vita quotidiana.
“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri , mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi! (B.Russell)“.
Per la Penisola Sorrentina ed il suo principale comparto economico costituito dal turismo ed il suo consistente indotto, non ci dovrebbero essere grossi rischi considerando anche le ottime prospettive di crescita del turismo europeo a cui i maggiori istituti di ricerca assegnano una crescita più veloce e consistente con 771 milioni di arrivi previsti nel 2024, più del triplo rispetto al minimo storico del 2020.
L’Italia col suo immenso patrimonio storico, artistico e culturale al cento per cento manterrà se non addirittura migliorerà la sua quota di mercato.
Del resto già ora in alcune località turistiche si parla senza remore di numero chiuso, per limitare l’accesso e concedere maggiore godimento del “bello e del buono” a chi prenota o garantisce la sua presenza per un periodo più lungo.
Sorrento e dintorni possono fare di più, lo sappiamo tutti.
Ma, suona quasi ridicolo ripeterlo, non con questa Circumvesuviana e non con una sola strada in entrata ed uscita.
Pare che, anche se in atavico ritardo, sia la società civile sia una parte degli imprenditori e la stessa politica abbiano finalmente preso atto della situazione ed incomincino a mettere i piedi a terra.
Ci sono alcune proposte pubblicate in questi giorni in materia di traffico e sicurezza come quella delle SIGLE dell’accoglienza, di semplici cittadini, di tecnici ed anche di alcuni sindaci.
Infatti il Sindaco di Meta, Peppe Tito, ha organizzato un incontro ad hoc a Sorrento.
La “cura greca”?
Niente paura e solo manfrina politica per restare al potere anche perdendo le elezioni. Saranno rimandate le elezioni? Mattarella non si presterà a questo gioco antidemocratico.