Campania,  Italia

Cercasi seggi disponibili ovunque… Le ragioni dell’offensiva anti-De Luca

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Vincenzo De Luca

L’offensiva politica scatenata da un gruppo di intelletuali e politici partenopei contro il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, accusato di essere “padre-padrone” dell’ente e del partito favorendo soltanto il proprio entourage, comincia a svelarsi per quello che è: scongiurare il terzo mandato di De Luca che si è espresso propenso a modificare la legge elettorale sul modello di quanto è avvenuto in Veneto ad opera di Luca Zaia. Oggi tre ex presidenti della Toscana, Vannino Chiti, Enrico Rossi e Claudio Martini, si sono fatti promotori di un’iniziativa legislativa rivolta al Parlamento affinchè adotti una legge che impedisca questa eventualità che, allo stato, rientra nella sfera di competenza delle regioni in virtù della loro autonomia.

Dopo la richiesta al segretario PD Enrico Letta di affrontare e risolvere il “caso-Campania“, intellettuali e politici d’area di centro-sinistra alzano il tiro su De Luca per impedire che l’assemblea regionale legiferi in materia e che in tutte le regioni venga confermato il divieto del terzo mandato consecutivo. Il problema reale, al di là delle simpatie e antipatie personali, riguarda le aspirazioni politiche di un ceto che, a seguito della drastica riduzione dei seggi parlamentari (nel 2023 si terranno le elezioni politiche) ha necessità che si rendano disponibili poltrone. Quelle dei presidenti regionali fanno più gola di quelle parlamentari per cui occorree scongiurare sul nascere iniziative come quella prospettata da De Luca e intervenire a livello nazionale sul tema. E’ lo stesso ragionamento che vale per le poltrone dei sindaci dei comuni oltre i 5mila abitanti per i quali esiste il divieto di ricandidatura dopo due mandati consecutivi. Di recente è stato rimosso tale divieto che vigeva anche per i comuni sotto i cinquemila abitanti, ma quete realtà hanno scarso appeal per l’esercito di “ricerca poltrone” che trovano difficoltà ad aggiudicarsele con una competizione elettorale e intendono così far fuori dai giochi i pericolosi avversari uscenti. Insomma di nobile davvero in questa battaglia napoletana c’è davvero poco o nulla e la contesa, come è evidente dalla cronache, si sta giocando senza esclusione di colpi. Al di là degli aspetti caratteriali del Presidente De Luca, che possono piacere o non piacere per tanti motivi, non si possono rinnegare i risultati conseguiti dai suoi governi dopo il fallimento della giunta-Caldoro cui nel 2016 voltarono le spalle le stesse forze di centro-destra sostenendo l’avvento dei governatore decisionista e sindaco eccellente che aveva trasformato il volto di Salerno.

Dopo una pandemia che ha sconvolto l’esistenza e con la quale ancora dobbiamo fare i conti con De Luca unico presidente di Regione seriamente e giustamente preoccupato per tutte le conseguenze e i rischi che permangono sulla salute delle comunità e che nonostante tutto è riuscito a conseguire significativi risultati su molti fronti, prima di gettare il bambino con l’acqua sporca bisogna pensarci non due, ma tre volte per non intraprendere avventure dall’esito troppo incerto, tanto più con la gestione dei fondi PNRR che scatenato gli appetiti più vari oltre a quelli delle mafie!

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