Unimpresa: tra un anno l’Italia al voto con gli effetti devastanti della guerra ucraina
“Tra un anno il popolo italiano sarà chiamato a giudicare, nelle urne, l’operato di tre governi, nonché dei partiti politici che li hanno sostenuti, ancorché in maniera eterogenea e con maggioranze variabili, nel corso di una delle legislature più travagliate della storia repubblicana, anche a causa della bufera pandemica, non ancora domata, e di quella bellica russo-ucraina, che minaccia la pace mondiale, gli assetti geopolitici internazionali, lo sviluppo economico e la sussistenza alimentare di milioni di famiglie. Un tragico tornante della storia umana, con imprevedibili e devastanti effetti, immediati e a lungo termine! Di fronte a questi scenari apocalittici, una legislatura, che definire disgraziata è di poco, a causa dei destabilizzanti risultati elettorali del 2018, sta manifestando, a causa della miopia e della irresponsabilità di alcune forze politiche, una crescente pulsione autodistruttiva, un autentico “cupio dissolvi”, che potrebbe dilagare nelle prossime settimane”.
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Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. “Nonostante il costante auspicio di Unimpresa di procedere rapidamente all’approvazione delle riforme strutturali, necessarie al Pnrr, e delle misure urgenti, peraltro ancora insufficienti, per contenere il caro bollette, al contrario, tutti i provvedimenti legislativi sembrano essersi arenati in parlamento, a causa dei continui dissidi nella cosiddetta maggioranza di unità nazionale: dalla delega fiscale alla riforma del Csm, dal disegno di legge sulla concorrenza alle misure per contenere l’esplosione dei costi delle materie prime, a partire da quelle energetiche. Ci si interroga se i dichiarati contrasti sul necessario aumento delle spese militari del 2% del Pil possa provocare una crisi del governo Draghi. In tal caso, Mattarella sarebbe costretto a sciogliere le camere con conseguenti elezioni anticipate. Il nostro paese verrebbe così precipitato nel caos, politico ed economico, e si metterebbe a rischio l’ordine sociale, la sopravvivenza di migliaia di imprese e la sussistenza di milioni di famiglie.
Tutto ciò di fronte al sostanziale fallimento della politica energetica dell’Unione europea e al ricatto di Putin sui pagamenti in rubli delle forniture del gas, che potrebbe bloccare, nel breve, il nostro intero sistema produttivo, con l’escalation dell’inflazione, il crollo della domanda globale e del Pil, la conseguente recessione e, financo, l’emergenza alimentare, alias un’economia di guerra. Nessuna forza politica, finora, sembra porsi il problema di come potrebbe reagire il corpo elettorale, di fronte a tanta follia autodistruttiva e in quali condizioni di sicurezza pubblica si dovrebbe svolgere una siffatta campagna elettorale. Condizioni generali, esasperate ed estremistiche, che invece di far sanzionare definitivamente i populismi fallimentari del 2018, ne potrebbero generare di nuovi, ancor più sovversivi, mostruosi e destabilizzanti, certamente peggiori di quelli del 2018” aggiunge Lauro.