Pandemia Covid-19 e Penisola Sorrentina, quale futuro?
di Luigi Poi
Dopo la pandemia la Penisola Sorrentina ritornerà alla vitalità che la caratterizzava e riuscirà anche a parare il balzo in avanti della spesa energetica e la ricomparsa dell’inflazione?
E’ difficile di questi tempi segnalare notizie positive, ma pochi giorni fa le rappresentanze delle varie categorie del turismo, commercio,trasporti privati, agenti di viaggio, ricettività nelle sue diverse espressioni hanno incontrato gli Assessori al Turismo dei Comuni peninsulari. “Semper est victoria , ubi concordia est”!
In effetti è una presa d’atto delle difficoltà della situazione e nel contempo finalmente un passo avanti sulla strada verso l’Unione dei Comuni o almeno un coordinamento degli Assessorati. Dopo l’illusione che la ripresa fosse a portata di mano si è capito che si deve fare quadrato, anzi sistema.
La Politica faccia il suo corso, gli Amministratori comunali esercitino il loro diritto–dovere di governare il territorio, gli imprenditori non abbiano la pretesa di partecipare al processo di decisione politica, ma esprimano chiaramente e senza remore il loro punto di vista, anche perché sono loro il termometro della situazione economica e sono loro che si sono caricati buona parte del peso delle brutte conseguenze del Covid ed ora si dovranno fare carico del “caro bollette“.
I “Politici” stiano tranquilli che nessuno abbia intenzione di gestire fondi o manifestazioni né di costituire comitati d’affari. Gli Amministratori comunali della Penisola Sorrentina diano più forza alla loro azione nella consapevolezza che siamo di fronte ad un passaggio delicato per la storia stessa dell’economia sorrentina e che trattandosi di problemi arcaici e mai risolti, alcuni di essi sono insormontabili. Come la viabilità in ed out ed il secondo binario Circum.
LA POLITICA SIA ANCHE MENO AUTOCELEBRATIVA E AUMENTI LA CAPACITA’ DI ASCOLTO
Sappiamo che alcune amministrazioni stanno cercando di entrare nella “spartizione” dei fondi PNRR e che l’Assessorato al Turismo di Sorrento, nelle mani di un imprenditore di fama internazionale come Alfonso Iaccarino e quindi con molte porte aperte, sta puntando su eventi di risonanza e di grande capacità attrattiva e nel contempo cercando di organizzare un progetto generale basato su una visione ampia e condivisa che va dall’urbanistica alla viabilità. Nell’immediato si sta attivando per impedire un ulteriore snaturamento dell’ambiente cercando di ottenere finanziamenti per gli agrumeti ed i limoneti affinché non vengano abbandonati e siano facile prede dell’abusivismo e del degrado. Sappiamo anche che l’assessore al turismo di Massa Lubrense, avv. Giovanna Staiano, ha virato decisamente sulla grande potenzialità dell’escursionismo e sul binomio agro-turistico, valorizzazione dell’ambiente e dei sentieri e che il giovane e pragmatico assessore del Comune di Vico ha fatto un colpaccio, lavorando in sintonia con i colleghi di Castellammare e di Pompei ed utilizzando i fondi del PNRR; una pista ciclabile e pedonale che attraversa i tre comuni. Un successo garantito! Si sente molto la mancanza, oramai più che ventennale, di una rappresentanza a livello regionale e nazionale.
Fino al 2019 la situazione economica-occupazionale della nostra Penisola era invidiabile ed invidiata, perché basata sulla forza del suo turismo, del suo paesaggio, della sua agricoltura, della sua gastronomia, del suo artigianato, dell’immagine più che positiva delle strutture alberghiere. Ma i problemi erano già evidenti e l’arrivo del virus li ha maggiormente evidenziati. In primis tutto troppo puntato sulla vendita di tanti posti letti con servizi insufficienti a far fronte alle continue ondate di turisti sia stanziali che da “mordi e fuggi”.
SORRENTO AL 19° POSTO NELLA CLASSIFICA DELLE CITTA’ ITALIANE PIU’ VISITATE
Era prevedibile ed anche segnalato, tra l’altro, in un documento del “club dei 500” di Fabio Colucci. “Spesso si sente dire di Sorrento, come una delle località più famose al mondo nel brand turismo. E’ credenza comune che dopo le città d’arte, ci sia anche Sorrento ad occupare i primi posti di questa classifica. Trattasi di una errata convinzione e frutto di cattiva informazione collocare Sorrento e dintorni nei primi dieci posti in Italia. Invece Sorrento è 19ma nella classifica italiana delle città più visitate dai turisti”. Certamente in tempo di Covid numeri e statistiche hanno cambiato e cambieranno molti scenari.
Roma vede chiusi circa 300 alberghi, compreso quello della compagna dell’ex Presidente del Governo giallo-rosso, Conte, che come molti altri è rimasto inattivo ”per limitare i danni evitando ulteriori costi di gestione non compensati da ricavi caratteristici” e comunque licenziando il personale. Notizia del 20 gennaio, anche l’hotel Cicerone che era riuscito a rimanere aperto ha alzato bandiera bianca.
Non è da meno Firenze dove “spariscono i turisti ed il 30% dei locali chiudono i battenti”. Anche i locali più famosi e frequentati come Paszkowski e Gilli, nella centralissima Piazza della Repubblica sono stati costretti a ridurre l’orario di apertura: “non chiudiamo solo per dare un minimo di servizio sociale alla città”. Intanto la Piazza alle 19 è già deserta e buia.
Nel frattempo incombe il caro bolletta e l’aumento del paniere della spesa che coinvolge non solo le aziende turistiche, ma anche quelle manifatturiere che stavano trainando la ripresa e mette in seria difficoltà il portafoglio ed i risparmi delle famiglie italiane in particolar modo di quelle che dal Covid hanno preso solo mazzate; si registrerà senza ombra di dubbio una ulteriore spaccatura tra l’Italia dei garantiti e privilegiati e l’Italia fai da te, dei pensionati al minimo, dei disoccupati (veri), delle casalinghe, degli artigiani e commercianti di settori che non tirano più, dei precari, dei cassaintegrati.
PEGGIORE L’ESISTENTE ED ANCORA SI ESITA A PREOGETTARE IL FUTURO
Mal comune mezzo gaudio? Non proprio. Ogni realtà ha la sua storia ed i suoi punti forza. Ma sarebbe un grave errore ragionare estraendo la nostra Penisola dal contesto Nazionale e regionale, la stessa risoluzione degli annosi problemi che si lamentano abbisogna di aiuti ed interventi di portata extra comunale e di una ripartenza che interessi tutta l’Italia se non tutta l’Europa. Ricordate le spavalde analisi che annunciavano una consistente ripresa economica ed una crescita del Pil europeo ed in particolar modo Italiano? Ricordate alcune lungimiranti (si fa per dire) previsioni che davano per certo una rinascita delle attività economiche come il turismo, trasporti privati, eventi culturali, teatri, piscine e palestre, et cetera?
Piano piano ci ritroviamo, come si dice a Napoli , a rivivere l’ebbrezza di stare “con le pacche nell’acqua – Cu ‘e pacche dinto ‘a ll’acqua” sperando di non toccare il fondo. Non ci sono più dubbi che ci stiamo infilando in una tempesta perfetta, o, se preferite, stiamo per essere travolti da una enorme onda provocata dal tsunami della crisi energetica e dalle numerosi varianti del Covid che impietosamente ci perseguono. Per noi Sorrentini effetti ancora più devastanti in quanto come è oramai arcinoto (e stufa anche riparlarne) il turismo ed il suo indotto che sono i veri pilastri portanti e trainanti di tutta l’economia locale da Massa Lubrense a Vico Equense ora sono i settori economici che pagano il prezzo più alto.
Una ricerca del Centro Studi Agro-Turistici di inizio anni novanta quantificava in oltre diecimila i residenti che conseguivano un reddito esclusivamente dal turismo ed indotto e se si aggiunge anche la ristorazione ed i settori artigianali e commerciali legati al turismo il numero degli addetti è di oltre venticinquemila ; “e pur bisogna considerare che la stagione lavorativa si articola , mediamente, per nove mesi all’anno, dal marzo a novembre”.
L’ALLUNGAMENTO DELLA STAGIONE TURISTICA…
Dagli anni novanta ad oggi la stagione turistica si è allungata coprendo anche le festività natalizie e grazie al proliferare di forme alternative di ricettività e dell’affermazione della dieta mediterranea tanto che i percettori di reddito da turismo e gli occupati nel settore erano indubbiamente aumentati ed anche notevolmente. Ma ora tutto va anche inquadrato in ciò che sta succedendo nel mondo intero ed in Europa in particolare.
La pandemia e la guerra sotterranea per il controllo delle fonti energetiche stanno ridisegnando la geografia economica e sociale del mondo e l’Europa più che “un gigante economico dai piedi di argilla“, come è stato recentemente definita, si mostra un fantasma sulla scena mondiale, penalizzata da una burocrazia elefantiaca e, spesso, inefficiente e assoggettata ai poteri forti, con l’aggravante che la maggior parte del personale politico di Bruxelles è gravemente affetta da ideologismo da strapazzo con effetti collaterali come lo strabismo (deviazione e disallineamento dei retti assi visivi). Ne si può tacere l’egoismo dell’asse Franco-Germanico che continua a tentare di imporre i propri interessi. Completano il quadro la poca capacità persuasiva in politica estera essendo privi di un esercito comune e la presenza di potenti lobby economiche che patrocinano interessi speciali , preferenze morali e religiose, che pretendono di stabilire la misura della banana ed il diametro degli aranci, che parlano di ecologia e poi si battono con successo per favorire l’ ingresso degli oli africani ( pieni di pesticidi ) e chi più ne ha più ne metta.
EUROPATODAY , a metà 2019, ha calcolato che le lobby operanti presso le istituzioni europee ci costano fino a 70 miliardi di mancati introiti fiscali.
A questo perverso fenomeno ne è poi legato un altro: “il caso tipico è quello di soggetti che al termine del proprio mandato in Europa assumono funzioni all’interno di imprese o delle stesse lobby”. In poche parole vengono assunti da grosse aziende o gruppi finanziari che hanno servito. Il caso più clamoroso quello di Manuel Barroso, ex presidente di commissione, diventato consigliere di Goldman Sachs; per carità di patria stendiamo un velo pietoso sui tanti altri casi anche made in Italy.
BUSINESS OF BUSINESS IN BUSINESS SOSTENEVA IL PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA MILTON FIEDMAN
L’azienda che spende di più in attività di lobbying in Europa è Google, con oltre 8 milioni di euro di investimenti diretti” (Notizie raccolte da EUROPATODAY – 14 maggio 2019-Fernando D’Aniello e da MOMENTOFINANZA -30 GIUGNO 2020-Elisa Serafini).
E mentre parte degli europarlamentari esercita questa meritoria attività i nuovi equilibri economici e politici si stanno spostando sul Pacifico e la Russia che con le sue consistenti riserve energetiche e la forza del suo esercito allarga la propria influenza e fortifica l’asse con la Cina. E per non farci mancare niente iniziano a spirare venti di guerra sulle steppe Ucraine, da una parte la Russia che non vuole missili Nato puntati contro e dall’altro i soliti falchi Usa , poco inclini al dialogo ed all’arte della diplomazia, ai quali non è bastato il disastro in Afghanistan e la penosa ritirata da Kabul.
Ed ancora, per vivere in allegria, Bill Gates profetizza che a breve avremo una nuova pandemia letale per l’umanità, meglio fare scongiuri di qualsiasi tipo essi siano. Proprio il fondatore di Microsoft è un beneficiario del Covid; il suo patrimonio insieme a quello di altri nove Paperoni del mondo si è arricchito in due anni di circa 800miliardi di dollari; un gruppo di miliardari influente che controlla anche giornali, internet, social e TV; se la sua profezia si avvera si metteranno in tasca altri 800 miliardi di dollari e si potranno finalmente comprare mezzo mondo.
Temi quest’ultimi poco trattati dalla quotidiana , ripetitiva e monotona informazione su carta stampata, social e talkshow televisivi che come nella ”cantata dei pastori”, uno dei capisaldi della tradizione teatrale napoletana, continua a rappresentarci un mondo che non appartiene alla stragrande maggioranza degli italiani e si comporta e come Belfagor, che armato di un libretto rosso annotava i nomi di chi gli vendeva l’anima. Oggi il compenso per chi “vende l’anima al diavolo“ sono i lucrosi gettoni di presenza che percepiscono per il loro “blablabla” . Mantenere obiettività ed onestà intellettuale diventa difficile.
QUANTO E’ GRAVE LA CRISI ENERGEICA?
L’edizione del Corriere della sera di lunedì 10 gennaio ha dedicato due pagine intere ai rischi in cui ci stiamo imbattendo: caro bollette, mancanza di rifornimenti di gas, l’eccessivo costo delle fonti fossili (strapagate), i tempi lunghi della riconversione e della transazione ecologica. Le preoccupazioni sono rappresentate da due episodi recentissimi.
“La decisione dell’ Indonesia di vietare (mai accaduto) l’esportazione di carbone pur essendo ricca di miniere e “ la rivolta nel Kazakistan per l’aumento del prezzo del gas di cui peraltro l’ex repubblica sovietica è anche grande produttrice”. Due brutti segnali che annunciano il pericolo del blocco del processo di liberalizzazione dei mercati energetici e quello più immediato di ritorsioni da parte della Russia con il taglio agli approvvigionamenti all’Europa. Secondo il giornale milanese la ripresa è ancora in corso e le fabbriche “devono restare aperte “ed anche “le imprese familiari che trainano il paese, ma ora serve coraggio” ed avvedutezza ma soprattutto l’abbattimento ”di anacronistiche visioni politiche figlie di pregiudizi ed ideologia”. Il presidente di Nomisma energia ha scritto su La Stampa: “rifiutare nucleare e gas naturali è impossibile; e se l’atomo è degli altri allora va bene e lo tolleriam “. Intanto “se non ci fosse il nucleare l’Europa sarebbe da tempo al buio”.
Alcune fabbriche pur sommerse da ordini di acquisto devono rallentare o chiudere la produzione per il caro bollette e presto molte famiglie italiane, specie quelle che hanno visto ridotto il proprio reddito al seguito degli effetti devastanti della pandemia, dovranno fare i conti delle spese domestiche .
Prigionieri di uno scafandro ideologico faremo la fine di quei pugili oramai suonati mandati sul ring solo per prendere botte in testa. Già ci è costato molto il no ideologico ai termovalorizzatori ora avendo la “nostra” Europa individuato in Putin un nemico da abbattere rischiamo di andare oltre il “caro bollette”, cioè di rallentare la produzione e costringere centinaia di migliaia di famiglie “al freddo ed al gelo” ed alla miseria. L’esperienza libica non ci ha insegnato niente !
IL PARADOSSO DI FERRUCCIO DE BORTOLI: OGGI SPERIAMO CHE GLI ALTRI PAESI NON LIMITINO IL NUCLEARE
Perfino un moderato come Ferruccio de Bortoli è giunto alla conclusione: “l’ultimo paradosso è quello dei Paesi come il nostro, che non vogliono sentire più parlare di nucleare ma sono nella condizione di sperare che gli altri – Francesi ed Inglesi per esempio – non li limitino. Altrimenti sarebbero guai seri”. Non ricordo se ex direttore del Corsera era tra quelli felici quando Nicolas Sarkozy e Hillary Clinton decisero di fare fuori Gheddafi, il dittatore troppo amico dell’Italia e dell’ENI.
La Penisola Sorrentina ancora speranzosa in una ripresa turistica dovrà anch’essa fare i conti con gli aumentati costi della luce e del gas, una difficoltà aggiuntiva per la ripresa, una difficoltà insormontabile per chi vive di questo pane. Suscita, al momento, impressione vedere tanti bar e ristoranti chiusi, un po’ dovunque, ed alla riapertura, in cui tanto speriamo, forse pagheremo il caffè un euro e cinquanta.
Una piacevole abitudine a cui molti dovranno rinunciare soprattutto nel cerimoniale più bello: quello di offrire un “espresso” agli amici. Ma mentre ad una sosta al bar per sorseggiare un caffè si può rinunciare non possiamo fare a meno di altri prodotti di cui ogni famiglia necessita come i beni alimentari e quelli per l’igiene della casa e della persona (+ 2,4%) e quelli come bevande e trasporti già a dicembre oltre il 4%.
Insomma il carrello della spesa per noi Italiani farà un doloroso balzo in avanti; secondo l’AGI assisteremo ad un aggravio sulle tasche del consumatore, tenendo conto di una inflazione a poco meno del 4%, di circa 1200 euro l’anno. Il Codacons ha già stimato che ”le famiglie hanno dovuto sborsare nel 2021 584,00 euro in più per l’aumento dei prezzi al dettaglio con punte di 758 euro annui per un nucleo con due figli”. Non solo ma alcuni comuni aumenteranno nel 2022 aliquote e tari (anche quello di Napoli).
E’ chiaro che il caro-vita, in particolar modo i rincari delle bollette di luce e gas ed il ridimensionamento di molti redditi, avvicineranno altre famiglie alla temuta soglia di povertà; si verificherà una contrazione dei consumi che “peserà sulla capacità di spesa con effetto a cascata sul commercio e l’economia nazionale”.
Intanto a Bruxelles cervelloni e sapientoni pensano all’Ucraina come ad una scacchiera con cui confrontarsi con la Russia, purtroppo appoggiati dalla NATO e dai soliti falchi USA, senza calcolare l’azione che può esercitare Putin: chiudere i gasdotti verso l’Europa (il 41,1% del gas naturale europeo è importato dalla Russia –(cifr. uno studio dell’università di Padova pubblicato su LIVE). Sfugge che la Russia è di gran lunga il primo esportatore verso l’UE, al secondo posto troviamo la Norvegia con il 16,2%. Inoltre la tensione Russia-Ucraina fomentata anche da grossi interessi geopolitici comprometterebbe il completamento del gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania .
I BUROCRATI EUROPEI NON SI PREOCCUPANO DELLA SOPRAVVIVENZA ECONOMICA DEI CONCITTADINI
Forse i burocrati Europei sono poco interessati al rincaro delle bollette gas e luce, in quanto grazie ai loro super stipendi, sempre aggiornati e rivalutati, non si pongono il problema della sopravvivenza economica di tanti concittadini e non di meno della stessa economia. Gli stessi europarlamentari il 13 dicembre dell’anno appena passato si sono messi al sicuro stabilendo un aumento del 4,4% come indennità di rimborso spese, addirittura retroattivo (dal primo luglio 2021). E siccome il lavoro è tanto saranno assunti altri 322 nuovi impiegati . Il “popolo” che fa, è informato di questi scenari? Il popolo si astiene!
Alle recenti suppletive di Roma per un “posticino al Senato“ si è recato a votare solo l’11% dell’elettorato (185.00 iscritti) e la vincitrice andrà a sedere in Parlamento vantando il voto di poco più del 6% dei “diritto al voto”, circa 12.000 volontari. Ed i vincitori hanno anche la faccia tosta di esultare!
Ritornando alle “cose di casa nostra“ è auspicabile che le sigle imprenditoriali e magari anche le rappresentanze dei consumatori e dei lavoratori si incontrino a breve anche con gli Assessori alla Mobilità dei nostri sei comuni per pensare come togliere quanti più ostacoli possibili alla circolazione da Vico al Capo di Sorrento in attesa di alleggerire il traffico veicolare (molto inquinante) con misure strutturali come funivie, ascensori, funicolari, eccetera, potenziando le vie del mare e nell’urgenza con provvedimenti empirici come ordinanze che limitino gli orari dello scarico di merci e nei giorni del fine settimana il divieto di sosta lungo tutto il percorso interessato da eccesso di traffico ed ingorghi. Considerando che questa modesta riflessione è stato anche citato un proverbio napoletano, terminiamo allo stesso modo.
“Chi tene a’ panza chiena non penza a guaie “!