Che fine ha fatto la spending review?
di Luigi Poi
Uno dei leit motiv del dibattito politico alle ultime comunali ha riguardato la situazione finanziaria dei Comuni (in particolar modo Roma e Napoli, città con le casse più sconquassate) e la insufficiente remunerazione dell’incarico di Sindaco.
Da tutti gli schieramenti politici sono state avanzate proposte per risolvere questi problemi. Da Il Sole 24 Ore apprendiamo che sono state predisposte immediatamente alcune proposte di legge per aiutare i Primi Cittadini a vivere più agiatamente (l’umorismo è tra le più alte capacita umane); l’indennità nelle grandi città salirebbe ben oltre i diecimila euro mensili mentre nei comuni minori è previsto un aumento medio di mille euro, passando in generale da duemila a tremila euro; per una spesa complessiva per le casse statali di circa 170 milioni l’anno. Per ridare risorse alle vuote casse comunali era già arrivato il decreto ristoro che, per esempio, aveva stanziato 127 milioni di euro come parziale “rimborso“ per i mancati introiti delle tasse di soggiorno a cui si sono aggiunti altri 250 milioni con l’ultimo decreto sostegno. Quest’ultimo intervento ha anche previsto un finanziamento a fondo perduto per il trasporto locale di 800milioni di euro per compensare i mancati incassi determinati dal calo di passeggeri conseguenza della DAD e dei minori flussi turistici.
Né il decreto “ristoro” né i decreti “sostegno” hanno minimamente osato chiedere agli enti territoriali di dimostrare una urgente e necessaria capacità di riduzione delle spese improduttive, i famosi rami secchi che nel settore pubblico pare siano sempre verdi. Ragionando da cittadino semplice (o se volete da comune cittadino, semplice cittadino) ingenuamente mi chiedo ma l’indennità di Sindaco si aggiunge al rimborso spese? Il “lavoro” di Sindaco lo impone il medico? I Sindaci che saranno remunerati generosamente dai cittadini contribuenti non svolgeranno più altra attività retribuita come medico, avvocato, dirigente statale, magistrato, giornalista, professore universitario, deputato, ingegnere, europarlamentare, imprenditore?
Forse sarebbe stato più comprensibile e più urgente tutelarli dall’invadenza della magistratura e dai boicottaggi della burocrazia. Molti di loro (lo stesso presidente dell’Anci e primo cittadino di Bari) sono diventati collezionisti di avvisi di garanzia, recentemente la Sindaca di Crema è stata indagata perché un bimbo, allievo in un asilo comunale, si è schiacciato un dito dentro una porta antincendio a norma.
Come mai se il servizio pubblico di trasporto ha perso tanti utenti non si è riusciti ad evitare il sovraffollamento tanto contestato dalle organizzazioni dei consumatori, dagli studenti e dagli stessi virologi. Non era più razionale e giustificabile destinare questo quasi miliardo di euro per acquisti di mezzi pubblici meno inquinanti e per rendere più efficiente il servizio?
Ma la domanda di fondo per il cittadino semplice resta: ma che fine ha fatto la Spending Review ?
Sempre ammesso che i cittadini abbiano ancora voglia di porsi domande di natura politica, cosa che sembrerebbe non realista visto la scarsissima partecipazione alle elezioni.
Anche in Penisola Sorrentina qualche domanda vogliamo farcela? Potremmo chiederci innanzitutto se sia efficace e capace di risparmi di scala una politica comune sulla gestione di alcuni servizi o meglio ancora una politica organica di riassetto della spesa, lì dove possibile, spalmata su sei Comuni e non su uno solo.
Su questo sito compare da tempo una interessante rubrica : “SPRECHI TASSE E DINTORNI“ curata da Marino Starace. Ultimamente si può leggere una critica analisi al bilancio della Fondazione Sorrento. Un ente questo che rimane comunque benemerito nel promuovere attività culturali e di incentivazione turistica. Tra l’altro il suo attuale Presidente, l’avvocato Gaetano Milano, ha proposto un piano di valorizzazione delle tante “piccole perle” della Penisola in modo da “indurre i turisti ad incursionare e non ad escursionare”. Se realizzato sarebbe una motivazione in più per visitare la nostra Terra ed un beneficio in più per tutte le attività commerciali, artigianali e della ristorazione. Per esempio aggiungiamo noi un circuito di piccoli musei localizzati in aree già di per se stesse di grande valore ambientale, il che permetterebbe anche un miglior e non dispersivo utilizzo delle tasse di soggiorno. Anche questa proposta sarebbe più efficace e meglio concretizzabile se andasse oltre i confini di Sorrento ed investisse anche i comuni limitrofi. Ritornando in tema il problema analizzato e giustamente criticato dal dott. Marino Starace riguarda non il singolo caso Fondazione Sorrento, ma il metodo che pur essendo legittimo rientra nella prassi dello spreco di denaro pubblico. Esso è uno dei classici schemi che comportano lo sperpero dei soldi dei contribuenti: trasferire il potere di spesa a fondazioni o altri enti benefici, sociali, culturali al solo fine di evitare controlli ed utilizzare iter meno rigidi e regolamentati. Metodo e schema molto utilizzato ed ovunque e da tutte le parti politiche.
E’ recente la notizia di un esposto alla Corte dei Conti da parte della federazione sindacale Confsal-Unsa per un finanziamento di 23 milioni di euro da parte del Ministro della Cultura, Franceschini, alla Fondazione Scuola beni ed attività culturali. Si tratta di un master per un gruppo di laureati super specializzandi, formati e pronti per l’assunzione. La scuola è diretta dalla dottoressa Alessandra Vittorini, moglie dell’europarlamentare David Sassoli e conta 19 dipendenti per un costo complessivo di 1,7milioni di euro. Se la matematica non è un opinione e se i dati esposti dal sindacato sono esatti ogni dipendente costa al contribuente circa 89000 mila euro l’anno.
Eppure dagli anni novanta in poi tagliare i rami secchi della P.A., ridurre o eliminare parte della spesa improduttiva, contenere il disavanzo pubblico senza ricorrere a nuova imposizione fiscale erano diventati i dogmi dei politici italiani. Preoccupava il disavanzo statale ed il dilatarsi inarrestabile della spesa pubblica. Dal 2009 al 2012 si lavorò per predisporre un documento, SPENDING REVIEW, che analizzasse la composizione e l’evoluzione della spesa complessiva delle amministrazioni dello Stato. Ben tre volumi di carte che rilevavano tutti gli incassi ed i pagamenti effettuati dalle Tesorerie dei vari comparti amministrativi pubblici, compresi università ed enti di ricerca. Nel 2013 e nel 2014 si riuscì anche a creare gruppi di lavoro e fu incaricato un commissario straordinario nella persona di Carlo Cottarelli (incarico cessato nel 2014). L’economista fece appena in tempo a predisporre ”un programma di razionalizzazione delle partecipate locali“ ed ebbe il benservito con la solita tattica di “riassegnazione politica“, fu infatti restituito al Fondo Monetario Internazionale: promuovere per rimuovere, in questo caso meglio specificare : “torna da dove sei venuto perché non abbiamo alcuna intenzione di tagliare sprechi“.
Una delusione sul piano professionale ed una frustrazione personale per aver assaggiato sulla propria pelle la forza e l’ostilità della burocrazia e per non aver trovato sponda nella politica. Il Presidente Sergio Mattarella dopo la caduta del secondo governo Conte cercò di recuperarlo proponendolo come transitorio Presidente del Consiglio. Ritornò dagli USA in fretta e furia, con un trolley da viaggio, per salire al Colle. Bastarono pochi giorni ed invece di tagliare la spesa pubblica gli furono tagliate le gambe e rispedito di nuovo da dove era venuto! Forse gli giocò contro anche la nota affermazione : ”Berlino sta facendo una politica di bilancio pubblico troppo restrittiva , se la facesse più espansiva aiuterebbe il resto d ‘Europa”. Con immensa gioia di buona parte della politica Italiana e della grande (si fa per dire) burocrazia che temevano che a Palazzo Chigi si insediasse un esperto sostenitore della necessità di ridurre con urgenza “la spesa pubblica a servizi invariati”. Di sera si conoscono più cose che nella mattinata! Infatti se le casse comunali, regionali, statali sono vuote alle prime luci dell’alba si vuole sanarle con riduzione e tagli di spesa, nell’ombra serale via a ripensare una patrimoniale ed una revisione degli estimi catastali dall’esito molto sospetto.”fumum fugere ignem“, sfuggire al fumo per finire nel fuoco (anche perché sotto la bianca cenere c’è sempre il fuoco ardente)! Intanto tutti i Comuni stanno deliberando un accrescimento della TARI su utenze domestiche e non domestiche. Inoltre Il Mef con risoluzione n. 8/DF del 21 settembre, ha specificato che l’aumento automatico dell’aliquota IMU si applica anche in assenza di delibera aggiornata del comune, “una regola che si applica anche ai fini del calcolo dell’imposta dovuta nel 2021“ Money.it 21/9/21.
Cosa dire? “Considero un successo la giornata in cu , girando intorno al suo asse, la terra non impone nuove tasse” (Anonimo).
Semplicemente : “il lupo perde il pelo ma non il vizio” detto attribuito dallo storico romano Svetonio all’imperatore Vespasiano che originariamente recitava “Vulpis pilum mutat, non mores”.