Sorrento

La Ceps chiede un risarcimento danni di 5 milioni di euro al Comune

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E’ una brutta gatta da pelare per l’Amministrazione del sindaco Massimo Coppola la citazione legale con richiesta di risarcimento danni avanzata dall’avv. Massimo Mandara per conto della Cooperativa Edilizia Ceps presieduta da Nicola Esposito. Cinque milioni di euro è la richiesta avanzata dai mancati proprietari di un complesso residenziale che sarebbe dovuto sorgere in località Atigliana e che invece non vedrà la luce dopo l’ultima, definitiva sentenza del Consiglio di Stato. Eppure sembrava che l’opera dovesse essere realizzata all’indomani della posa della prima pietra da parte dell’ex sindaco Giuseppe Cuomo finito, insieme al dirigentre dell’Utc Donadio, nel mirino della Ceps. Le motivazioni vanno ricercate nei ritardi e nelle inefficienze amministrative che in dieci anni non hanno consentito la realizzazione dei 48 appartamenti previsti nel piano di edilizia convenzionata che, a seguito di ricorsi e di un’intricata vicenda giudiziaria, non potrà più essere realizzato.

Nino Esposito

L’avv. Mandara nell’atto di citazione contro il Comune di Sorrento, dopo l’annullamento del permesso a costruire n.1/2017 in ordine alle carenze amministrative sanzionate nelle rispettive sentenze emesse dal TAR Campania, n. 6699/2018, e dalla definitiva sentenza del Consiglio di Stato, n. 3270/2020, che si volevano costruire con il “Piano Casa” varato dalla Regione Campania, configura un consistente danno patrimoniale documentato dagli ingenti esborsi finalizzati alla costruzione degli appartamenti nonché un danno non patrimoniale, come il danno d’immagine recato alla CEPS ed ai suoi soci e di cui si chiede al giudice la quantificazione.

Danni derivanti dalla lunga, estenuante e defatigatoria attività procedimentale ad opera dell’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Cuomo e dal Dirigente responsabile dell’ufficio tecnico, la cui condotta ondivaga aveva ingenerato affidamento incolpevole in CEPS nel periodo che va dal deposito del progetto edilizio fino all’annullamento del Permesso a costruire ad opera del Consiglio di Stato con sentenza del Maggio 2020” evidenzia il Presidente Esposito.
La CEPS avrebbe confidato nella legittimità apparente del procedimento e nella buona fede e correttezza della condotta del Comune già messa in guardia dalle osservazioni emerse nel corso dell’istruttoria procedimentale ad opera della Città Metropolitana e poi completamente disattese dal Comune di Sorrento. Una vicenda dagli esiti paradossali in cui il cittadino avrebbe dovuto aspettarsi uno sforzo maggiore, in termini di correttezza, lealtà, protezione e tutela dell’affidamento, rispetto a quello che si attenderebbe dal chiacchiericcio popolare del “si dice” o “si può fare”.
Un iter che ha negato ai tanti soci della cooperativa CEPS la cosiddetta aspettativa del bene della vita e ora “...chiedono al Giudice il risarcimento del danno da provvedimento favorevole poi annullato per la violazione da parte della pubblica amministrazione dell’obbligo di comportarsi in buona fede“.
La vicenda presenta però altri risvolti per la richiesta che i Soci Ceps hanno fatto alla ditta cui avevano affidato i lavori di restituire l’anticipo versato all’atto della “posa della prima pietra“. A sua volta la ditta si è sentita danneggiata dalla mancata realizzazione del complesso residenziale per cui ha avanzato richiesta di un cospicuo risarcimento danni. Insomma toccherà ai giudici dipanare una spigolosa matassa dove i milioni di euro in ballo sono parecchi così come le incertezze sulla legittimità di tutte le rivendicazioni.

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