I firmatari del ricorso al TAR per annullare le elezioni chiedono al sindaco Coppola di scusarsi
Questa mattina i firmatari del ricorso al TAR Campania per l’annullamento delle elezioni amministrative dell’autunno 2020 – Raniero Morelli, Quinzio Morelli, Domenico Calderaro, Rodolfo Izzo – hanno indirizzato una lettera aperta al Sindaco Massimo Coppola con la quale contestano alcune affermazioni fatte dal primo cittadino nel corso di una sua recente diretta facebook e gli chiedono di presentare formali scuse per quanto dichiarato.
Questo il testo della missiva: “Egregio avvocato Coppola, venerdì scorso, nel corso della consueta diretta Facebook con i suoi supporters, non riuscendo a nascondere una tangibile tensione e contrarietà per il contenuto dell’ordinanza emessa il giorno precedente dai giudici amministrativi della seconda sezione dal TAR della Campania, ella ha proditoriamente inveito contro di noi accusandoci di essere dei prestanome senza indicare di chi e ha affermato – manifestando tutto il suo disprezzo – di volerci lasciare ai nostri ricorsi, ai nostri veleni (?), ai nostri asti (?), ai nostri rancori (?) Infine, si è lasciato andare a dichiarazioni tanto avventate e incontrollate da apparire in qualche modo eversive ed evocative di epoche e regimi passati. Ha, infatti, inopinatamente asserito di avere “di un Tribunale più rispetto di altri: il Tribunale sovrano che è il Tribunale del popolo” e di esser certo di risultare sempre vincitore, dinanzi a questo Tribunale”. Queste sue frasi, comprensibilmente dettate dall’irritazione per l’orientamento manifestato dai giudici amministrativi sul nostro riscorso lasciano, però, dubitare dell’importanza che ella attribuisce al primato della regolarità delle elezioni e dei risultati elettorali che a nostro avviso costituiscono, invece, un fattore essenziale e imprescindibile per la legittimazione dei soggetti chiamati a rivestire una pubblica funzione. Per tutte queste ragioni, atteso il tenore gravemente offensivo e denigratorio delle frasi che ci ha rivolto La invitiamo, pertanto, a rivedere il suo atteggiamento poco consono al ruolo che occupa ed esigiamo pubbliche scuse per le sue gratuite ed infondate affermazioni“.