Italia

Tra DPCM e lockdown…se il Premier non ci mette la faccia!

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Speranza e Gelmini

Non ci ha messo la faccia, come si dice in gergo, il premier Draghi sul suo primo DPCM delegando ai Ministri Speranza e Gelmini, insieme a 4 tecnici, il compito di illustrare alla stampa il provvedimento per contrastare la pandemia covid-19 prossima ormai alla sua terza ondata.
Ha fatto bene, ha fatto male? Ovviamente da quasi tutte le parti si è provveduto a “gettare acqua sul fuoco” per smorzare una polemica che invece meritava di essere fomentata, perchè oltre all’innominabile oggi scopriamo di avere l’incontestabile, per di più a capo del Governo!

Questa assenza però è il frutto di un preciso calcolo mediatico: evitare di presentarsi al cospetto dell’opinione pubblica in diretta televisiva e streaming come il suo predecessore, di presentare un DPCM come il suo predecessore, di illustrare provvedimenti questa volta anche più restrittivi di quelli del suo predecessore con l’effetto di produrre nello spettatore la sensazione, e non solo quella, che poco o nulla è cambiato tranne che il primo attore protagonista della stessa storia che viviamo da un anno a questa parte.

Avrebbe dimostrato di essere un umano e non un sovrumano come si continua a fantasticare nello storytelling mediatico quotidiano.
Non è accettabile a scusante del Premier che si stia cimentando su cose ben più importanti che non un DCPM e questo per tre motivi:
: perchè col DPCM si toccano gli interessi giornalieri di cittadini e imprese che, in base a queste scelte del governo, sono tenuti a osservare determinati comportamenti, obblighi, a subire restrizioni, ancorchè legittime, ma comunque vincoli alle proprie libertà: proprio come faceva il predecessore di Draghi. Basta tanto per ravvisare l’obbligo morale in capo al Premier che firma l’atto di assumersene la paternità coram populi;
: perchè Draghi non può occuparsi soltanto del Recovery Plann, cioè di come devono essere spesi 209 e passa mln di euro che il suo predecessore si è premurato di “guadagnare” alla causa italiana: certamente è più semplice spendere anzichè guadagnare!
: perchè non sta scritto da nessuna parte che l’impegno e la spesa delle risorse finanziarie del Recovery siano una sua prerogativa in quanto sicuramente non aduso a confrontarsi, da ex banchiere europeo, con i problemi quotidiani di persone e imprese rispetto al più familiare contesto economico-finanziario, snobbando anche il “ristori” da convertire per non far venire meno, o ulteriormente ritardare, gli aiuti già previsti.
E’stato fatto scendere in campo, in una squadra di brocchi, il “maradona nazionale“, ma le partite e soprattutto le finali si vincono con squadre all’altezza che esaltano il campione e lo mandano a rete.

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