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2021: idee per la Penisola post-pandemia. Oltre il turismo… e-commerce e marketing territoriale

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Dal settimanle AGORA’ del 3 Gennaio 2021 pubblichiamo questo intervento di Vincenzo Califano: un report sulla situazione economica della Costiera per costruire nuove opportunità

Ci affacciamo al 2021 con la speranza di metterci alle spalle definitivamente le criticità di un 2020 che passerà alla storia per la pandemia provocata dalla covid-19, per i milioni di contagiati che ci sono stati in tutto il mondo e per le centinaia di migliaia di morti che abbiamo contato in tutte le nazioni.
Il nuovo anno nasce perciò all’insegna della disponibilità del vaccino col quale si potrà fermare il contagio e, ci auguriamo, debellare questo mostro che tanti lutti ha provocato nelle famiglie generando nello stesso tempo una crisi socio-economica generale che ha richiesto l’adozione di misure straordinarie da parte dei Governi sotto l’egida dell’UE.
Anche se va riconosciuto il consistente impegno ad adiuvandum svolto dalla Regione Campania a sostegno di tutte le fasce sociali e lavorative che maggiormente hanno risentito dei contraccolpi della pandemia. Una piccola parte, in tal senso, l’hanno fatta anche le Amministrazione locali destinando risorse a quanti hanno avuto e tutt’ora hanno bisogno di un aiuto per superare gli effetti di questa crisi che non ha precedenti nella storia a partire dal dopoguerra.
Per il 2021 si tratta perciò di rimodulare anche la programmazione finanziaria degli enti locali tenendo presente il persistere di difficoltà di famiglie e imprese a recuperare una piena vitalità economica.

Circostanza per la quale occorrerà mantenere alto il livello di vigilanza civica da parte delle istituzioni pubbliche al fine di sostenere la ripresa e nello stesso tempo aiutare la comunità a intraprendere un percorso di rinnovamento senza il quale una realtà come la Penisola Sorrentina rischia di perdere la sfida della competitività territoriale sulla quale si giocheranno i futuri destini dei paesi e delle loro economie.
In questo senso sarebbe auspicabile un confronto a 360gradi per ridisegnare la fisionomia socio-economica dell’area, rivalutare i suoi fabbisogni e progettare secondo logiche di priorità gli interventi da effettuarsi sul piano delle infrastrutture e dei servizi indispensabili ad affermare la peculiarità dell’area, a consolidarne l’immagine e a rafforzarne la sostanza attuando politiche di marketing turistico-territoriale coerenti con l’identità e la storia dei luoghi, ma in grado di andare oltre i luoghi comuni proponendo un nuovo modello di comunità in grado di esprimere non soltanto attrazione, ma anche peculiarità legata alla sua unicità territoriale-paesaggistica e culturale.

In questo senso sostenendo lo sviluppo di un’economia parallela a quella squisitamente turistica sin qui prevalente, ma che di fronte alla pandemia è stata messa in ginocchio e con essa l’imprenditoria e il mondo del lavoro ad essa legata direttamente e indirettamente. Non ci sono “ristori” che tengono se si vuole recuperare il terreno perduto nel 2020 e lavorare con lungimiranza per un futuro che non sarà mai più lo stesso di prima dell’anno che se n’è andato!
Se ci si illude di ritornare al passato e ai suoi fasti per un’economia turistica che prima di oggi ha fatto il pieno, complice anche un decennio di tensioni legate al terrorismo internazionale che di conseguenza ha dirottato nel nostro Paese e nello specifico in Costiera enormi flussi turistici, si commette un errore dalle conseguenze imprevedibili.
Spetta perciò ai Comuni il compito di elaborare, di concerto con l’Università, i tecnici e gli operatori privati, una piattaforma che rappresenti le linee guida per lo sviluppo della Costiera nel suo complesso tenendo presente quello che c’è alle nostre porte, oltre Vico Equense per intendersi, e che giocherà un peso sempre più consistente soprattutto sui destini socio-economici della Penisola Sorrentina.
Le attività commerciali, che rappresentano l’altro volto dell’economia territoriale e che in gran parte hanno pagato un prezzo salato alla crisi pandemica, devono necessariamente fare i conti con la rivoluzione che ha interessato il settore e l’affermarsi dell’e-commerce legato ai giganti mondiali che hanno rapidamente occupato e continuano ad occupare spazi di mercato difficilmente recuperabili alle attività tradizionali. Contrastare il fenomeno è impresa quasi impossibile per iniziative individuali e anche collettive di operatori volenterosi e nello stesso tempo ansiosi di non soccombere, ma che per avere speranza di successo devono inquadrare le loro azioni in una politica più ampia che coinvolga la comunità peninsulare nella sua globalità.
In questo senso il principale incentivo sul piano intellettuale deve venire da chi ha responsabilità di governo del territorio attuando una rivoluzione che attribuisca agli “investiti del consenso popolare e della prerogativa del governo della cosa pubblica” la responsabilità dell’analisi socio-economica e della programmazione dello sviluppo partendo dall’esame dei dati e delle situazioni che chiamano in causa gli attori privati cui va riconosciuta un’altrettanta responsabilità nel concorrere a disegnare gli scenari futuri di questo territorio.

Un tentativo in questo senso è stato fatto negli anni passati dal commendator Gaetano Mastellone presentando a Sorrento i rapporti redatti dall’Osservatorio Banche e Imprese che, oltre a una lettura dei dati nazionali, offrivano un report dettagliato della situazione peninsulare comune per comune. Notizie e dati assolutamente preziosi per procedere a un esame serio della situazione socio-economica territoriale su cui mai nessuna Amministrazione, nonostante i solleciti, si è mai cimentata neanche per curiosità di conoscenza.
Tramontato questo “evento“, che per diversi giorni alimentava con esperti internazionali un dibattito di alto livello sul presente e soprattutto sui destini delle economie mediterranee, è il momento di far tesoro di quella esperienza per assumerla a modello di riferimento utile a progettare la cosiddetta “ripartenza” se si vogliono affrontare con serietà e lungimiranza i problemi veri. Sarebbe perciò auspicabile che la nuova amministrazione sorrentina si facesse interprete di questa esigenza dell’area di “ripensare sè stessa” e di affidare a menti e mani esperte, insieme al resto della Penisola Sorrentina, la progettazione della Penisola Sorrentina post- pandemia.
Per una volta almeno il dibattito politico si emancipi dai pettegolezzi quotidiani e dai protagonismi inconsistenti e si confronti su questioni serie e anche delicate, come per esempio la notizia di cronaca di alcuni giorni fa passata letteralmente inosservata (?) e incommentata dalla politica nostrana (e non solo quella): l’imposizione da parte di clan camorristici di personale di vigilanza in alcuni locali e bar della Penisola Sorrentina.
Che cosa si aspetta per discutere anche di questo tema da parte della politica locale non è dato sapere, mentre qualunque ragionamento di quelli che abbiamo cercato di sviluppare può abortire sul nascere se non si affronta con altrettanta tempestività ed efficacia il problema della contaminazione criminale dell’economia locale insieme a un certo malcostume amministrativo che impediscono a questo territorio di crescere ed essere realmente protagonista del cambiamento.
di Vincenzo Califano

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