Pineta Le Tore, i Carabinieri della Forestale pongono sotto sequestro l’intera area montana
I Carabinieri della Forestale di Castellammare di Srabia diretti dal com. Raffaele Starace hanno posto sotto sequestro preventivo l’area dei tagli e il deposito di legname con 600 metri cubi di tronchi accatastati in località Le Tore. Il reato ipotizzato e di danneggiato ambientale e violazione del vincolo paesaggistico. L’intervento fa seguito a un dettagliato esposto del WWF Terre del Tirreno cui ha fatto seguito un’interrogazione parlamentare dell’On. Carmen Di Lauro (M5S) al Ministro Sergio Costa. Nei giorni scorsi era già intervenuto il sindaco Massimo Coppola (nominato custode giudiziario) con una nota scritta con la quale aveva intimato “…il fermo delle attività di disboscamento alla Pineta Le Tore, aderendo all’appello degli ambientalisti preoccupati per le modalità di esecuzione del “progetto di riqualificazione” in atto”. Spiega l’Associazione ambientalista: “La richiesta scritta del primo cittadino arriva dopo un incontro con il presidente del WWF Terre del Tirreno e una sua accorata lettera a fermare il disboscamento e fa seguito ad una analoga immediata richiesta orale fatta dal sindaco agli uffici preposti, a quanto pare, rimasta inevasa. Ad interessarsi della vicenda nei giorni scorsi sono stati anche i consiglieri comunali di maggioranza Luigi Di Prisco e Imma Savarese, i quali nella giornata di ieri congiuntamente ai tecnici comunali e ai responsabili di Penisolaverde si sono recati sulla Pineta delle Tore.
Ad azionare motoseghe, ruspe e trattori i finanziamenti (204.000 euro) concessi dalla Città Metropolitana per implementare il patrimonio arboreo cittadino e per la lotta al riscaldamento globale causato dai cambiamenti climatici! A questi soldi si sono aggiunti quelli di privati come la Timberland, e poi il gruppo TERNA che, per compensare la distruzione di un intero aranceto in via San Renato, ha sponsorizzato l’impianto di 565 alberi sulle Tore.
Ricordiamo che le operazioni erano iniziate nell’autunno 2019 in un’area di circa 0,86 ettari già percorsa dalle fiamme, dove gli alberi bruciati erano crollati a seguito del forte vento dell’ottobre 2018 inducendo il sindaco ad interdire l’uso della pineta per “alberi instabili”, ma si sono poi estese ad altre vaste zone della pineta (circa 4 ettari) interessando centinaia di alberi ancora vivi col pretesto della loro “pericolosità”. A questo punto la domanda sorge spontanea: chi avrebbe dovuto controllare? A seguito dell’esposto del WWF sono in corso indagini della Stazione Carabinieri Forestale di Castellammare di Stabia.
“Prendiamo atto dell’interessamento del primo cittadino alla vicenda – dichiara Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno – e ci auguriamo che sia solo l’inizio di un cambio di rotta nella gestione del nostro territorio. Nella vicenda della riqualificazione del bosco le Tore ci sono troppe palesi irregolarità. Pare addirittura che alla cooperativa che tagliava spettasse tutta la legna prodotta. I grossi camion carichi di tonnellate di tronchi hanno transitato sulla statale sorrentina per mesi e mesi, tra il lock-down e il periodo elettorale. Il danno paesaggistico arrecato all’area del bosco le Tore è enorme, quello ambientale all’ecosistema non è quantificabile! Ricordiamo che la pineta Le Tore rientra all’interno dell’area destinata a “Parco Territoriale” (zona 8) nell’ambito del P.U.T. per l’Area Sorrentino-Amalfitana (L.R. n. 35/87) ed è sottoposta a tutela paesaggistica ai sensi del D.lgs 42/2004. Inoltre l’intera area ricade nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) denominata “Costiera amalfitana tra Nerano e Positano” all’interno della Rete Natura 2000, le cui competenze sono state demandate dalla Regione Campania (con D.G.R. n. 684 del 30/12/19) all’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari. Nonostante le norme vigenti i lavori in atto alle Tore appaiono privi di qualsiasi nulla osta della Soprintendenza e del Parco e, per tale motivo, sono da considerarsi illegittimi! Ci auguriamo ora che venga fatta piena luce sulle responsabilità dello scempio, come richiesto dal WWF in un documentato esposto inviato alla Procura della Repubblica”.