Sorrento

Al via la consiliatura del sindaco Coppola. Fiorentino fuori dal Consiglio per il ricorso di Bruno Morelli accolto dalla Commissione

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Comune di Sorrento

Al via la consiliatura del sindaco Massimo Coppola che parte in ritardo rispetto all’usuale tempistica per l’esame sulle condizioni di candidabilità di Marco Fiorentino su cui è stato presentato da Bruno Morelli un esposto alla Commissione Elettorale che, al termine dell’istruttoria, ne ha decretato l’inelegibilità per cui l’ex sindaco e candidato alle amministrative di settembre scorso non ha ottenuto il seggio. Su questa vicenda nelle scorse settimane abbiamo pubblicato alcuni post nei quali abbiamo evidenziato le circostanze sollevate dalle parti sulla base delle info pubbliche rese dalle stesse. Non disponendo di una specifica versione del ricorrrente, cioè del dottor Morelli, abbiamo genericamente fatto riferimento all’articolo pubblicato su Agorà nel quale venivano esplicitate le ragioni dell’iniziativa.

Poichè potrebbero essersi ingenerate errate interpretazioni da parte dei lettori e dello stesso Morelli su quanto pubblicato sul blog e non essendoci alcun interesse da parte di chicchessia a fornire una rappresentazione deformata della vicende e degli intenti che l’hanno ispirata, avendo ottenuto l’autorizzazione da Agorà, pubblichiamo il testo integrale dell’intervista con cui il dottor Morelli spiega esaurientemenre le ragioni della sua iniziativa che risponde a una logica di affermazione del diritto in materia elettorale su cui, ovviamente, non abbiamo gli strumenti per esprimerci pro o contro. Per questo è evidente che, se ci saranno ulteriori sviluppi rispetto a quanto avvenuto, ovvero l’estromissione di Fiorentino dal consiglio, se ne dovranno occupare le sedi preposte e sull’esito ne daremo, com’è naturale, riscontro.

La lettura dell’intervista di Morelli evidenzia diversi aspetti del problema: uno specificamente tecnico-giuridico, l’altro più politico perchè Morelli denuncia la scarsa volontà della minoranza a voler approfondire la tematica sollevata anche se, alla luce di quanto successivamente (all’intervista) avvenuto, la minoranza ha fatto richiesta di accesso agli atti delle elezioni evidentemente per una valutazione più approfondita del caso.

Intervista al dottor Bruno Morelli

Nessun politico, al momento, ha voluto dar seguito alle mie accuse.  C’è omogeneità d’interessi in città, al di là di chi ha vinto e di chi ha perso. Forse si vuole  usare il potere negoziale che deriva dal ruolo, anche di minoranza“.

Dottor Bruno Morelli, dopo l’esito del turno di ballottaggio a Sorrento, lei ha presentato un esposto in cui contesta la regolarità delle elezioni. Ci spiega le ragioni?

Se mi consente vorrei fare una breve premessa utile ad inquadrare il tema. La Suprema Corte, in sentenze pronunciate nel 1992 e nel 1998, ha affermato che, con la norma da me evocata nell’esposto:Il legislatore, nell’esercizio della sua discrezionalità, al fine di allontanare dallo svolgimento del munus pubblico i soggetti la cui radicale inidoneità sia conclamata da irrevocabili pronunzie di giustizia, ha ritenuto di configurare casi di non candidabilità in relazione al fatto che l’aspirante abbia subito condanne in relazione a determinate tipologie di reato caratterizzate da uno speciale disvalore.

La condanna penale costituisce un requisito negativo dello status elettorale passivo che determina, in taluni casi, un’incandidabilità, nel momento della competizione elettorale e un’incompatibilità quando si è nella condizione di eletto. Fatta questa breve premessa, è noto a molti che reputo Fiorentino responsabile in misura ben maggiore di quella, pure gravissima, che gli è stata attribuita dai giudici e che si trova scolpita nelle motivazioni delle quattro sentenze penali pronunciate sulla tragica morte di mia madre e di mia cognata. Però, se mi chiede come debba intendersi il mio esposto se cioè è unun atto di ostilità nei suoi confronti, la mia risposta non può che essere assolutamente negativa,anche perché sono convinto che non è intenzionato, per ovvi motivi, ad accettarela carica di consigliere. Invero, ciò che mi ha indotto a inviare l’esposto è lo sconcerto per la sostanziale indifferenza mostrata dai soggetti ai quali avevo inviato le carte che pongono – a mio avviso in modo inconfutabile – una serie di problemi oggettivi sulla candidabilità  di Fiorentino.

Contestare il voto, dopo che i cittadini si sono espressi in modo così netto, non rischia di metterla in una posizione scomoda?

Sono stato educato sin da piccolo al rispetto delle regole e questo principio morale ha ispirato le mie azioni sia da studente, sia nella mia breve esperienza di amministratore pubblico,sia nella mia lunga vita lavorativa. Di fronte all’incomprensibile inerzia dei potenziali interessati a far emergere l’irregolarità da me evidenziata, è stato naturale e scontato assumere l’iniziativa, incurante di quella che Lei giustamente ha definito “una posizione scomoda”. Una situazione, peraltro, non nuova avendola già vissuta in passato, ma che ho sempre affrontato con molta serenità.  D’altronde non penso che, né io né i tanti altri che come me si ispirano e si battono per gli stessi principi di legalità, possiamo farci condizionare nelle nostre scelte dai commenti inconferenti e ottusi pubblicati sui social network dai sostenitori più accesi di “personaggi e personaggetti” che popolano la scena sociale cittadina e che, simulando un inaspettato analfabetismo funzionale, perseguono l’unico scopo di palesare lo sviscerato amore e l’incondizionata stima che nutrono nei confronti dei loro beniamini. Ciò che più mi ha negativamente sorpreso e preoccupato è, invece, l’atteggiamento apatico delle persone alle quali, come ho già detto in precedenza – ho comunicato in anticipo un’informazione che ritenevo rilevante.  Si tratta di taluni candidati da me conosciuti personalmente (in verità pochissimi) che non hanno ritenuto di dar alcun seguito a quanto loro comunicato, preferendo successivamente, nelle dichiarazioni rilasciate dopo che la mia iniziativa è divenuta di pubblico dominio,  dar sfoggio di fair play senza assumere posizioni chiare e coraggiose in ordine alla regolarità delle elezioni appena concluse e alla piena legittimità del mandato assegnato agli eletti. Un’improvvisa sindrome di consociativismo che sembra affliggere anche persone delle quali ho conoscenza e nei cui confronti ho nutrito stima personale e che oggi mi appaiono, se mi permette, una metafora sportiva, calciatori che pur indossando apparentemente maglie diverse giocano tutti per la stessa squadra“.

Non sarebbe stato preferibile porre la questione prima e non dopo il responso elettorale?

Sono d’accordo con Lei sarebbe stato sicuramente preferibile e più utile porre la questione sin dall’annuncio della presentazione della candidatura da parte di Fiorentino. Tuttavia, in passato non ho mai avuto necessità di approfondire temi correlati alle cause ostative alla candidatura alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali e, dunque, fino a poco tempo fa sulla questione disponevo di conoscenze molto approssimative e limitate. Il 6 ottobre, però – come forse ricorderà – i miei familiari ed io decidemmo di far affiggere un manifesto intitolato “Lettera ai Sorrentini” nel quale richiamavamo l’attenzione su due argomenti a nostro avviso degni di essere ricordati: la condanna penale definitiva comminata a Fiorentino a seguito dell’incidente che causò la morte di mia madre e di mia cognata e la mancata restituzione da parte sua delle somme anticipate, anche per suo conto, dal Comune di Sorrento per un parziale  risarcimento dei danni riconosciuto ad alcuni dei  parenti delle vittime. Due informazioni, peraltro, largamente note da tempo ai nostri concittadini e, oltretutto, spesso richiamate dallo stesso Fiorentino delle ricorrenti interviste che, nel corso degli anni, ha rilasciato agli organi di stampa locale. Egli, però, il giorno dopo ha inteso rispondere con una “sua lettera alla città” nella quale ha accusato tutti i Morelli di avere voluto perseguire, con l’affissione del manifesto, un chiaro ed esclusivo intento di danneggiare la sua reputazione pubblica e la sua immagine politica. Di percepire una nostra condotta intimidatoria originata dal timore della sua difesa nei giudizi che stavamo intentando nei suoi confronti e nei confronti del Comune di Sorrento, per conseguire ulteriore risarcimento danni e dalla necessità di continuare ad avere, e comunque di avere, anche nei giudizi che abbiamo in corso, quale avversario un’amministrazione amica. E, addirittura, di aver percepito una nostra condotta intimidatoria nei confronti dell’elettorato, posta in essere col fine di provocare, in stretta correlazione, ingiusto profitto ad altrui danno. Si è, inoltre, posto tre interrogativi retorici chiedendo se fossimo stati istigati da qualcuno dei suoi avversari politici di ieri e di oggi, se temevamo di dover restituire il denaro incassato a titolo di risarcimento danni, ovvero di non percepire più denaro a titolo di risarcimento danni. Ha, infine, auspicato che la nostra condotta e quelle dei nostri complici, dei nostri conniventi, dei nostri istigatori e finanche quella di eventuali nostri compiacenti consorti di lite, costituisse oggetto di verifica da parte della Magistratura e delle Forze dell’Ordine presenti sul territorio e per questo motivo ha affermato di aver dato incarico ai suoi legali di verificare quanto intimidatoria ed illecita fosse stata la nostra condotta. Di fronte a una tale messe di accuse infamanti, ho avvertito, perciò, il dovere di indagare per comprendere quali potessero essere le frasi contenute nel nostro scritto che, anche solo implicitamente, fossero in grado difar percepire un atteggiamento minacciose specie nei confronti dell’elettorato. Così approfondendo il contenuto delle disposizioni contenute nel Testo Unico delle elezioni amministrative comunali (il DPR 16 maggio 1960 n. 570), mi sono per caso imbattuto nelle norme sull’incandidabilità alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali contenute nel D.Lgs n. 235/2012 e, in particolare sulla lettera d) dell’articolo 10. In tal modo ho potuto prendere atto con grande sorpresa che, qualora la mia interpretazione delle norme in questione fosse corretta – e finora non sono stato ancora smentito – Fiorentino sarebbe diventato incompatibile con la carica di consigliere comunale già a partire dal 17 febbraio 2017 data in cui la sentenza penale pronunciata il 25 ottobre 2016 dalla Corte di Appello di Napoli che lo ha condannato a una pena detentiva di un anno e sei mesi, diventata definitiva poiché non opposta. Quindi, il defaticante iter che ha portato il 29 gennaio 2019 a deliberare in Consiglio Comunale la sua decadenza dalla carica, i pareri chiesti al Prefetto e al Ministero degli Interni e persino i due successivi giudizi del Tribunale di Torre Annunziata e della Corte di Appello di Napoli sui ricorsi da lui prodotti, hanno costituito oggettivamente un’inutile e costosa perdita di tempo. Pertanto, una domanda scontata andrebbe posta a coloro che sedevano  con lui in Consiglio e a tutti quelli che, per il ruolo ricoperto, avrebbero dovuto rilevare la sua sopravvenuta incompatibilità alla carica di consigliere e non l’hanno fatto, poiché una corretta e tempestiva rilevazione dell’esistenza di questa condizione impeditiva, avrebbe risolto all’origine – in modo definitivo – già tre anni fa la questione della sua candidabilità alla carica di sindaco alle ultime elezioni”.

In ogni caso, a questo punto chi dovrebbe intervenire?

Premetto che da decenni non sono residente a Sorrento per motivi di lavoro, ritengo perciò di non essere legittimato ad adire l’Autorità Giudiziaria per chiedere l’annullamento delle elezioni. È questo il motivo che mi ha spinto a inviare il mio esposto alla Commissione Elettorale Circondariale, all’Ufficio Raccordo con gli Enti Locali e consultazioni elettorali della Prefettura di Napoli e alla Direzione Centrale dei Servizi Elettorali del Ministero degli Interni, sperando in un intervento sulla competizione elettorale che si è da poco conclusa. Ho chiesto agli Uffici ai quali ho indirizzato il mio atto – una volta asseverata l’esistenza della causa ostativa alla candidatura di Fiorentino – di provvedere, ciascuno per gli aspetti di propria competenza, all’adozione di tutti i provvedimenti ritenuti consequenziali. Sono perfettamente cosciente, però, che gli organi ai quali ho instradato l’esposto non sono dotati dei poteri necessari ad accertare e dichiarare la nullità delle elezioni. Un potere che spetta – a mio avviso – al Giudice Amministrativo. Tuttavia, tentando di interpretare correttamente le disposizioni contenute nei co. 3 dell’art.10e nel co. 4 dell’art. 12 del D. Lgs.235/2012 ritengo che la condizione di Fiorentino,  rilevata solo a seguito del mio esposto (dunque successivamente alle operazioni di voto) debba causare la sua mancata proclamazione da parte dell’ufficio preposto alle operazioni di validazione degli eletti. Inoltre, i motivi ostativi alla sua candidatura dovrebbero riverberarsi pure sulla proclamazione dei due eletti in Consiglio nelle liste collegate al suo nome e, dunque, rendere quanto meno problematica la loro nomina. Ciò in quanto, la sua partecipazione alle elezioni ,avrebbe inficiato anche i risultati delle due liste a lui collegate, come sancito dal Consiglio di Stato con la sentenza n.5069 del 6 novembre 2015“.

Di questi temi ha parlato con i protagonisti della politica cittadina? Che reazioni hanno avuto?  

Penso di aver già risposto in precedenza a questa domanda. Ribadisco solo che quelli che hanno mostrato un reale interesse ad approfondire le irregolarità emerse dai miei accertamenti sono stati in pochissimi e, peraltro, non mi risulta abbiano dato alcun seguito concreto a quanto  hanno appreso. Altri hanno, invece, preferito non interessarsi più di tanto ed hanno deciso di tagliar corto rifiutando persino di ricevere la mia  nota e la copia dei documenti“.

C’è  stata una richiesta di accesso agli atti da parte del candidato sindaco Mario Gargiulo. Una iniziativa che dà seguito al suo esposto. Come la valuta?

Non conosco nei dettagli la richiesta formulata da Mario Gargiulo e, dunque, non sono in grado di esprimere una compiuta valutazione sulla sua iniziativa. Riflettendo in astratto, ritengo di poter dire che, se si è limitato a chiedere di acquisire una copia della dichiarazione sostitutiva, resa da Marco Fiorentino attestante l’insussistenza delle cause d’incandidabilità, l’obiettivo che si prefigge non può che essere quello di voler acquisire elementi di prova sulla dichiarazione resa dall’ex sindaco. Se, invece – come ritengo più probabile – l’accesso è stato esteso a tutti gli atti compresi quelli endoprocedimentali, ai documenti e alle verbalizzazioni della Sottocommissione Circondariale Elettorale, i fini perseguibili sono senz’altro di maggiore rilevanza e spessore in quanto la sua iniziativa sarebbe direttamente rivolta all’accertamento dei presupposti per un regolare svolgimento delle elezioni. In questo caso farei fatica a comprendere e a trovare la coerenza tra la richiesta di accesso e le dichiarazioni rese a Metropolis pochi giorni fa, allorquando Gargiulo ha affermato che lui e la sua squadra, per evitare strumentalizzazioni, si sarebbero astenuti dal presentare ricorso alla Magistratura“.

A suo avviso perché la politica sorrentina non intende farsi carico di questa vicenda?

Sono da sempre molto interessato a tutti gli avvenimenti che riguardano la città dove sono nato, tuttavia poiché risiedo a Treviso, anche se riesco a tenermi informato attraverso la lettura dei giornali e le notizie acquisite da altre fonti su quanto di rilevante accade in penisola, non vivendo costantemente a Sorrento  incontro notevoli difficoltà ad interpretare a fondo tutte le dinamiche che sono alla base dei comportamenti dei politici locali. Dunque sicuramente peccherei di presunzione se mi azzardassi ad esprimere dei giudizi sulle loro dichiarazioni pubbliche e sulle scelte operate prima e dopo le elezioni. Quindi, posso solo esplicitare la sensazione che ho avvertito valutando le reazioni che hanno avuto alla mia iniziativa indirizzata ad affermare il principio di legalità, in un ambito molto rilevante quale è sicuramente quello della legittimazione delle persone chiamate ad amministrare il Comune nel prossimo quinquennio. Intendo dire che mi è sembrata surreale e sospetta l’unanime decisione degli sconfitti di voler ad ogni costo rispettare l’esito del voto, pur consapevoli dell’esistenza di una potenziale causa di nullità che avrebbe potuto inficiare irrimediabilmente la validità. Ho avuto, perciò, la sensazione di una sostanziale omogeneità di interessi rappresentatidai quattro candidati che si sono confrontati nella recente tornata elettorale. Eciò mi è apparso ancor più evidente esaminando la conformità dei temi trattati in campagna elettorale e riflettendo sui pochi argomenti oggetto di scontro. D’altro canto i continui appelli pre e post elettorali ad una generale concordia e alla necessità di una unanime collaborazione, non possono che indicare che pur di rimanere in gioco vi è una assoluta preferenza a sottoscrivere accordi tra maggioranza e minoranza rispetto al un sano confronto dialettico che rappresenta l’essenza stessa della democrazia“.

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