L’avv. Francesco Esposito ricorda Geppino Russo e la comune stagione politica carottese
L’avv. Francesco Saverio Esposito, ex assessore comunale a Piano di Sorrento nell’amministrazione del sindaco Vincenzo Nastro, ricorda la stagione del suo esordio in politica e il rapporto speciale con Geppino Russo.
“Con Geppino è andato via un altro pezzo della nostra storia più recente. Credo di averlo conosciuto da sempre, almeno fin dai tempi della “Tombola”. Un uomo pieno di iniziative nelle quali gli riusciva, con la sua straripante vitalità, di coinvolgere gli altri. E però ne potei apprezzare appieno intelligenza e concretezza allorquando ebbe inizio la mia prima avventura consiliare, nell’ormai lontano 1983. Per me, unico rappresentante del MSI nel Consiglio Comunale, non era affatto facile trovare qualcuno con cui dialogare. Ignoravo i meccanismi dell’amministrazione e fu proprio Geppino, all’epoca capogruppo del PRI, che mi diede i primi suggerimenti. Non riuscivo neppure a leggere un bilancio comunale e Geppino, lo rammento come se fosse ieri, un mattino nella sala consiliare mi indirizzò alla lettura dei numeri che per me erano arabo ma per lui erano la chiave di lettura delle intenzioni politiche della maggioranza, all’epoca saldamente nella mani della DC.
Per circa 10 anni con lui ed altri abbiamo condotto una battaglia di opposizione spietata e senza quartiere. Oggi, a distanza di oltre trent’anni dai fatti, posso togliermi anche lo sfizio di dirlo: si formò un gruppo ristretto di consiglieri di opposizione di cui Geppino era componente di spicco che al di là delle ideologie, anzi superando gli steccati ideologici, aveva ben compreso che quel sistema di potere incarnato dalla D.C. era ormai ben più che logoro, aveva prodotto già troppi danni al paese. Quel ristretto gruppo, di cui erano parte, oltre a Geppino, il sottoscritto, l’Avv. Augusto Maresca, all’epoca rappresentante del PCI, Vincenzo Califano del PRI e, sporadicamente, qualche altro, portò avanti una battaglia di opposizione durissima ed accanita. Nulla che io ricordi era in grado di fermare le iniziative e la martellante azione di contrasto svolta dall’opposizione.
Nel 1993, anche per obiettive circostanze favorevoli, c’era stata la vicenda Mani Pulite che partendo dalla Procura di Milano aveva pian piano coinvolto, nell’attività d’inchiesta contro la corruzione nella P.A, tutte le Procure d’Italia, i partiti tradizionali come la DC erano ormai in stato comatoso travolti dalle indagini giudiziarie, si riuscì a presentare, in alternativa a quella democristiana, un’unica lista con esponenti di sinistra, centro e destra. La lista con candidato Sindaco il prof. Enzo Nastro, come noto, il 6 giugno 1993 vinse le elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale e furono i successivi quattro anni, almeno da mio punto di vista, gli unici anni in cui un Comune della Costiera Sorrentina poté essere amministrato in maniera decedente da gente che, pur con i suoi obiettivi limiti, non aveva personali interessi in ballo o, comunque, seppur ne aveva riusciva a far prevalere quelli pubblici.
Non starò qui ad enumerare i risultanti di quell’amministrazione Nastro che non furono circoscritti unicamente alla ricostruzione di Villa Fondi, ma mi piace ricordare due episodi che ebbero a protagonista Geppino a cui fu naturalmente affidata oltre alla carica di vice sindaco quella di assessore al bilancio.
Spesso con il Sindaco o con altri membri della Giunta eravamo soliti girare per il paese e verificare quale intervento fosse più urgente. Nel 1993 avevamo dato inizio ai lavori per recuperare Villa Fondi e ci accorgemmo che il belvedere della Ripa di Cassano versava in condizioni a dir poco pietose. Si era in procinto di acquistare l’ultimo pezzo del parco con il piccolo edificio, quello posto subito dopo l’ingresso dai Fondi, e realizzare così l’ingresso direttamente dalla terrazza della Ripa di Cassano. Una trattativa che stava conducendo con successo Vittorio D’Esposito assessore ai Lavori pubblici e che poi si concretizzò con l’acquisto. Un risultato importantissimo che consentì al Comune di diventare proprietario dell’intero parco ed avervi accesso diretto da Ripa di Cassano. Chiamai Geppino e gli chiesi se vi erano fondi per sistemare la terrazza. La spesa, se non ricordo mal , era di circa duecento milioni di vecchie lire. Geppino, senza scomporsi, mi richiamò dopo qualche giorno per assicurarmi che aveva recuperato i soldi da mutui richiesti dal Comune e mai utilizzati e che, quindi, il progetto poteva realizzasi.
Qualche tempo dopo mentre erano in corso i lavori a Villa Fondi affidati alla Capaldo Costruzioni, questa paventò la possibilità di sospenderli perché non erano stati pagati alcuni stati di avanzamento. La cosa era di evidente gravità perché proprio in quei giorni sarebbe venuta una Commissione Europea per verificare lo stato dei lavori e ove avesse trovato il cantiere fermo avrebbe potuto avviare un procedimento di revoca del finanziamento. Personalmente ero furioso ma lo erano un po’ tutti. Anche in quel caso Geppino trovò la soluzione, concreta e coraggiosa anche se, per vero, non molto ortodossa.
In pratica la Giunta deliberò di prelevare, momentaneamente, in attesa dei pagamenti che doveva effettuare la Cassa Depositi e Prestiti, le somme dal capitolo degli oneri di urbanizzazione. Successivamente, non appena incassati i finanziamenti pubblici, quelle somme sarebbero state ricollocate da dove erano state prelevate. Vennero i tre ispettori della Comunità, un tedesco, un belga ed uno spagnolo, constatarono che i lavori erano in piena attività e fecero rapporto favorevole. La Cassa depositi e prestiti, dopo qualche tempo, pagò e tutto fu rimesso a posto.
Ecco questo era Geppino: uomo intelligente e concreto, certamente non privo di difetti come è normale che sia, ma di sicuro non aveva timore di esporsi e di assumersi responsabilità. Credo che noi tutti gli dobbiamo riconoscenza per l’impegno profuso nel nostro Comune”.