Scuola, anche i Pediatri campani dicono no alla ripresa delle lezioni in presenza
La decisione congiunta del Sindaci della Penisola Sorrentina di rinviare l’apertura delle scuole a causa della pandemia covid (prevista per il giorno 24 novembre) scaturisce dall’intento di contenere al massimo il rischio di contagi in questa fase di lockdown che potrebbe rappresentare la strada principale per far calare drasticamente il numero delle persone infette. I rischi per i bambini e i ragazzi di infettarsi o di trasformarsi in vettori dell’infezione in ambito familiare (cioè dove si sta registrando il maggior numeri di casi in questa seconda ondata) sono seri e sottovalutarli può significare far lievitare i contagi oltre ogni capacità di contenimento da parte del sistema sanitario gravemente provato dalla pandemia autunnale.
L’orientamento del Governatore Vincenzo De Luca è sempre stato quello di mantenere chiuse le scuole e, a dispetto dei ricorsi presentati da parte di genitori, il TAR ha dato ragione al Presidente della Regione Campania bocciando i ricorsi e affermando la preminenza della tutela della salute rispetto a qualunque altro interesse. Qualche giorno fa a confermare la validità di questo orientamento sono intervenuti i medici pediatrici della Federazione campana che hanno evidenziato che “sarebbe un errore gravissimo riaprire ora le scuole e tornare alla didattica in presenza. Qualunque pediatra sa bene quanto sia importante la scuola per i bambini e nessun pediatra di famiglia potrebbe mai accettare che si limiti il diritto allo studio, ma soprattutto alla socializzazione, dei più piccoli”, dicono Antonio D’Avino e Giannamaria Vallefuoco (Fimp).
“Ciò nonostante sarebbe un grave errore riaprire le scuole ora, il virus non ce lo consente. Il rischio è soprattutto dato dai contatti all’esterno dei plessi scolastici, in attesa dell’inizio delle lezioni o all’uscita, quando decine e decine di studenti entrano in contatto con gli adulti che accompagnano o vengono a prendere i propri figli». Giannamaria Vallefuoco, segretario Fimp Campania, che già nel corso della prima ondata ha sostenuto l’importanza di tenere aperte le scuole primarie e secondarie, oltre quelle dell’infanzia, ora invita tutti a comprendere le ragioni per le quali aprire le classi sarebbe un errore. «Come tutti i virus anche il Covid si nutre di interazioni sociali. È così che questo agente patogeno buca le nostre difese e si insinua nelle nostre case. Non è in discussione né l’importanza della scuola per i bambini, né il sistema di contenimento messo in atto negli istituti. Il problema è “l’indotto di relazioni sociali” e le interazioni che inevitabilmente si generano con l’apertura in presenza delle classi».
Aggiunge D’Avino: “In Campania siamo arrivati a questo nuovo lockdown come unica alternativa al diffondersi incontrollato del virus. Condividiamo molte delle argomentazioni sostenute da coloro che chiedono la riapertura in presenza della scuola, ma nessuno deve mai dimenticare che l’unico modo per limitare la propagazione del virus è ridurre drasticamente i contatti sociali. Tra qualche settimana, oltre il SARS-CoV-2, circoleranno tanti altri virus, responsabili dell’influenza e di malattie respiratorie anche severe, come le polmoniti e le bronchioliti, che richiederanno un impegno sempre maggiore dei pediatri del territorio, già allo stremo per l’assistenza svolta. In questo contesto, mai prima d’ora rilevato, la consueta diffusione delle patologie respiratorie all’interno delle scuole metterebbe in ginocchio il Servizio Sanitario regionale, in questo momento sull’orlo del precipizio. Questa è una di quelle condizioni in cui dobbiamo avere il coraggio di scegliere il male minore, atteso che la scelta di privare i bambini del confronto quotidiano in presenza con i propri coetanei è dolorosissima: riaprendo le scuole calpestiamo il diritto fondamentale di ogni cittadino campano alla salute, individuale e della collettività, oltre a favorire un aumento dei contagi”.
In aggiunta l’arrivo dell’ondata annuale di influenza rischia di mandare in tilt il sistema dell’assistenza sanitaria per cui la soluzione ottimale sarebbe quella di rinviare a dopo l’epifania l’eventuale ripresa delle lezioni in presenza in modo da ridurre al minimo il rischio di contagi generalizzati che implicherebbero conseguenze molto più serie e durature. Sulla scuola il Ministro Azzolina ha voluto ingaggiare un vero e proprio braccio di ferro politico, ma a questo punto non è più possibile scherzare col fuoco rischiando di vanificare i sacrifici fatti col lockdown.