Sorrento

Su Agorà, Bruno Morelli: “Fiorentino era incandidabile!”. L’ex sindaco: “Falso, ora basta con questa persecuzione…”

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Sull’ultimo numero del settimanale Agorà trova ampio spazio un’intervista a Bruno Morelli che intende procedere alla verifica sulla candidabilità o meno di Marco Fiorentino alle ultime elezioni amministrative sorrentine. Secondo Morelli per le conseguenze legate alla vicenda del primo maggio 2007, quando per il crollo di una gru in Pazza Sant’Antonino morirono sua madre e sua cognata, Fiorentino non si sarebbe potuto candidare alle elezioni a causa della condanna definitiva riportata. L’inchiesta e il successivo proedimento giudiziario si conclusero con la “condanna penale per omicidio colposo” a carico dell’allora sindaco Fiorentino,  vicenda che però non si è ancora definitivamente conclusa sul piano civile essendo ancora pendenti alcuni ricorsi. Alla vigilia delle elezioni Morelli ha pubblicato un manifesto con cui attaccava la candidatura di Fiorentino, ripetendo di fatto lo stesso copione già accaduto cinque anni fa nella stessa circostanza, cioè quando Fiorentino si ricandidò contro Giuseppe Cuomo.

Successivamente l’ex sindaco veniva dichiarato decaduto dal consiglio comunale (a consiliatura prossima alla scadenza) dopo una lunga contesa giuridico-amministrativa essendo pendente un debito col Comune che aveva provveduto a risarcire i familiari delle due vittime e dovendo a sua volta essere ripagato da Fiorentino. La vicenda resta tutt’ora pendente, ma sulla contestazione mossagli da Morelli e solo in parte ripresa da Mario Gargiulo uscito sconfitto dalle elezioni di settembre contro Massimo Coppola, per cui il ricorso che è stato presentato su una presunta incandidabilità di Fiorentino ha riaperto il contenzioso. Secondo Fiorentino, che respinge categoricamente l’ipotesi avanzata da Morelli richiamandosi alle prescrizioni della legge “Severino” che non contempla tale situazione di incandidabilità, la reiterata iniziativa di Morelli e la sua amplificazione mediatica gli arrecano forte pregiudizio sul piano privato e pubblico. Le ragioni le spiega sullo stesso numero di Agorà che ha pubblicato anche un suo intervento oltre all’intervista a Morelli.

Scrive Fiorentino: “Mi corre l’obbligo di fare chiarezza su una vicenda che, del tutto impropriamente, continua a tenere banco nelle cronache locali alimentando così un’informazione volutamente distorta e lesiva della mia persona, sul piano personale e su quello politico. La questione riguarda la mia presunta “incandidabilità” alle ultime elezioni amministrative sorrentine di cui si sta dibattendo attivando anche procedure e iniziative in sede comunale e prefettizia. Ribadisco l’assoluta infondatezza di tali tesi sostenute, ahimè, anche da persone di nota cultura giuridica e che, pertanto, agiscono in evidente malafede prestandosi di fatto a condotte ideologicamente e materialmente intese alla diffamazione e non solo.

Tali comportamenti palesano il malcelato intento di ledere la mia reputazione e la mia immagine politica. Non possono giustificarsi, nè posso giustificare, la pubblicazione di manifesti apparsi pure su giornali online e su blog, a distanza di cinque anni dalle ultime elezioni, ancora un volta solo qualche giorno prima della data delle elezioni del 20 e del 21 settembre u.s. Nè posso consentire (non solo per il tempo che è trascorso, ma anche per l’affermazione del dovere di riportare e trascrivere, sempre nei termini giusti e corretti, le notizie) che vengano pubblicati su un blog, il giorno prima delle elezioni e vigendo il “silenzio elettorale”, fatti e vicende che risalgono a tempi assai remoti e trovandomi nella sgradevole impossibilità di poterne chiedere legittimamente la rimozione o di poter replicare agli stessi.

E’ verosimile che certe condotte, ingiustificate, possono aver concretato l’ipotesi di reato prevista dall’art. 87 dpr 570/1960. Si comprenderà che non posso più tollerare ingiuste, quanto ingiustificate segnalazioni alla Commissione elettorale e alla Prefettura, fatte proprie, riportate e diffuse da blog e giornali, in relazione a una mia asserita incandidabilità e a una mia presunta attestazione non coerente con il dettato di legge. Tutto ciò a me sembra essere un disegno coordinato e condiviso inteso alla lesione della mia reputazione, peggiore e riprovevole esempio di una volontà diffamatoria e non solo, oltre che una grave violazione della legge e dei diritti di chi, come me, aveva inteso candidarsi alla carica di sindaco per la legittima aspettativa di superare il primo turno elettorale e confrontarsi con un altro candidato per il cosiddetto ballottagio. Pertanto, mio malgrado, non mi resta che rivolgermi alla Giustizia perché siano perseguite eventuali condotte deliberatamente lesive nei riguardi della mia persona, privata e pubblica, con tutte le conseguenze che ne sono derivate e ne derivano”.

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