Covid e Scuole, per ora i Sindaci non chiudono…
Il summit dei sindaci della Penisola Sorrentina svoltosi domenica sera per valutare il da farsi in ambito scolastico a fronte dei continui aumenti di casi di contagio da covid anche per l’infanzia, si è concluso con la decisione di non sospendere temporaneamente le attività didattiche in presenza, come ipotizzato dal sindaco di Piano di Sorrento Vincenzo Iaccarino la cui “riflessione pubblica” sull’ipotesi della sospensione delle “attività didattiche in presenza” per un mese ha scatenato un vero e proprio putiferio rimbazato addirittura a livello nazionale, ma anche diversi apprezzamenti.
Polemiche evidentemente sproporzionate rispetto al tenore dell’intervento del Sindaco che, partendo dai dati sanitari dell’Asl sui casi di contagi in crescita, ha evidenziato la circostanza che trattasi di bambini della scuola dell’infanzia che dovranno sottoporsi ai rituali tamponi insieme ai loro familiari e a chiunque altro sia entrato in contatto con loro. Un esame particolarmente traumatico per un bambino piccolo oltre al fatto che scattano automaticamente le misure di isolamento fiduciario per i familiari e anche per i docenti che sono entrati in contatto con loro. Insomma il rischio è che nella scuola si possa consumare quel “contagio di rimbalzo” dovuto ad altri fattori come la mobilità, il trasporto pubblico e gli assembramenti che si registrano un po’ dovunque.
Nel prospettare il problema senza ipocrisie, Iaccarino ha compiuto un esercizio di onestà e di trasparenza amministrativa oltre che di consapevolezza professionale rispetto all’opinione pubblica, anticipando un ragionamento che, al di là della soluzione finale adottata, conserva una sua validità sul piano squisitamente sanitario con l’auspicio che non si verifichino situazioni di tali criticità da doversi ricorrere a più drastiche decisioni quando potrebbero risultare inefficaci per contrastare la diffusione del virus.
Il dibattito social che ne è seguito ha mostrato ancora una volta quanto sia difficile, se non impossibile, confrontarsi nel merito delle questioni senza dar voce ai soliti demagoghi da testiera che avvelenano ogni ragionamento senza contrapporne di validi e alimentando un qualunquismo a buon prezzo di cui di vorrebbe fare a meno tanto è fuori luogo.
Allora cerchiamo di ampliare la discussione su questo tema partendo da varie considerazioni.
Di fronte a un’epidemia come quella che stiamo vivendo, chi ne ha la responsabilità deve tutelare prima il diritto alla salute o il diritto allo studio? Ovviamente sulla base dell’opzione scelta si articolerà tutto il conseguente ragionamento.
Altra considerazione: si sfati il mito che i docenti preferiscono la Dad all’insegnamento in classe.
È invece esattamente il contrario: non tanto per la componente socio-relazionale compromessa se si lavora a distanza e invocata dagli stessi docenti come condizione irrinunciabile per dare un senso compiuto all’apprendimento dal vivo, bensì per il fatto che le attività in presenza per i docenti sono molto, molto meno impegnative del lavoro da fare in DAD come hanno potuto direttamente sperimentare a proprie spese. Ci vuole onestà intellettuale ad ammetterlo, ma è la “verità negata” che pochi sono disposti ad ammettere nel mondo scolastico dove l’insegnamento in presenza nelle situazioni di crisi dovrebbe essere massimamente garantito alle fasce dell’infanzia alle prese con quell’apprendimento di base che non si può realizzare assolutamente in DAD.
Mano mano che si sale nella gerarchia formativa la DAD è una soluzione asdolutamente utile per poter svuotare classi da utilizzarsi per accogliere i più piccoli in presenza. C’è però un altro aspetto del problema e che riguarda i comportamenti irresponsabili di persone, fuori e dentro la scuola, che hanno casi di contagio e per sottrarsi alle implicazioni che ne conseguono non denunciano alle competenti autorità la circostanza, oppure continuano a relazionarsi con gli altri disinvoltamente mentre attendono di conoscere l’esito di un tampone. Così si alimenta la diffusione del contagio, quello che fa tremare i polsi a chi di salute, sanità e assistenza se ne intende e sa che oltre certi limiti non si può e non si deve andare.
Qui ci troviamo di fronte a un’altra specie di negazionismo del virus, ma non di quello ignorante e violento delle piazze, piuttosto di quello che persegue deliberatamente il proprio interesse a discapito di quelli collettivi che saranno comunque mortificati. Almeno il sindaco Iaccarino il coraggio di ragionare fuori dal coro ha dimostrato di avercelo e di saper argomentare oltre i luoghi comuni che invece si leggono in tante dichiarazioni.
Per concludere torniamo ai Sindaci: basta scorrere le cronache e i social di questi giorni per leggere che i primi a parlare di possibie ritorno alla DAD con tanto di pubbliche dichiarazioni sono stati i sindaci Giuseppe Tito di Meta e Piergiorgio Sagristani di Sant’Agnello “preoccupati” per quanto stava accadendo nelle loro realtà scolastiche.
IL COMUNICATO FINALE a cura del Sindaco Sagristani che ha ospitato il summit:
I Sindaci della Penisola sorrentina si sono riuniti questa sera, presso il Municipio di S. Agnello, per discutere dell’emergenza sanitaria in corso e condividere un indirizzo unitario.
Tutti sindaci, anzitutto, ribadiscono l’impegno profuso negli ultimi mesi per garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza nell’ambito delle strutture scolastiche di competenza comunale.
Infatti, ovunque, sono stati intrapresi interventi per garantire spazi adeguati alla popolazione scolastica o con lavori o mediante il reperimento di aule aggiuntive.
Tutto ciò in quanto la scuola è universalmente considerata uno dei luoghi fondativi dell’identità personale e collettiva.
Ad oggi l’evoluzione nei casi di contagio presenti sui nostri territori sta creando una legittima apprensione tra i cittadini ed un’altrettanta legittima aspettativa di misure idonee da parte dei poteri pubblici.
In questa fase abbiamo deciso di adottare misure collaterali atte a limitare assembramenti nei luoghi pubblici.
Pertanto, i sindaci si impegnano ad emanare un’ordinanza di sospensione per tutte le attività sportive non agonistiche che si tengono in strutture di competenza comunale.
Inoltre, sono sospesi gli accessi ai parchi giochi, ai parchi pubblici comunali nonché ai centri anziani, anche i mercati rionali sono da considerarsi sospesi a partire dalla prossima settimana.
E’ rivolto un invito alle forze dell’ordine presenti sui nostri territori ed una precisa disposizione ai comandi delle Polizie Municipali affinchè assicurino la massima vigilanza su tutte le attività aperte al pubblico per garantire il più rigoroso rispetto delle norme sul distanziamento e quelle previste dai protocolli sanitari.
Al tempo stesso, i sindaci di comune accordo chiedono un incontro urgente con l’AD di Eav, dottor Umberto De Gregorio, al fine di ottenere su treni e bus aziendali il rispetto delle distanze tra gli utenti, anche incrementando il numero delle corse.
Al momento non è prevista alcuna limitazione o chiusura nell’accesso alle scuole, fatto salvo quanto disposto dalle singole istituzioni scolastiche in ragione di casi di contagio.
In ogni caso, le Amministrazioni comunali sono impegnate in un lavoro costante di monitoraggio e di condivisione dei dati e si riservano di adottare ulteriori e più incisive misure nel caso fosse necessario.