Le grandi manovre dei partiti per le elezioni regionali di settembre
Manca ancora la firma finale sul decreto ministeriale che fissa le elezioni regionali e comunali per il 20 e 21 settembre, ma siamo agli sgoccioli di questo lungo braccio di ferro tra Regioni e Governo sulla data della consultazione che, sospesa a causa del lockdown per la pandemia, è slittata a fine estate essendo praticamente impossibile chiamare alle urne gli elettori nel pieno dell’estate. In Campania il Presidente uscente Vincenzo De Luca vorrebbe votare il 6 settembre (l’ha messo nero su bianco su una delibera regionale in virtù dell’autonomia statutaria che conferisce al Presidente la scelta della data delle elezioni) per non dover interrompere l’inizio dell’anno scolastico che, salvo novità, dovrebbe riprendere in tutt’Italia il 13 settembre (quindi una settimana prima del voto) e che vede sola la Campania decisa a riaprire i cancelli delle scuole il 24 settembre per bypassare la fase elettorale.
A questo punto si attende solo l’ufficialità vergata dal ministro dell’interno Lamorgese cui compete di fissare la data delle elezioni. Le macchine organizzative dei partiti sono però avviate e si lavora guardando al 20 settembre e quindi agli impegni connessi alla presentazione delle candidature con scadenza 21 e 22 agosto. Niente ferie, quindi, per chi sovrintende alla complessa macchina organizzativa con centinaia di candidati già impegnati a fare campagna elettorale, ma che attendono l’ufficialità delle date per definire i propri impegni. Il centro-destra si ripresenta con Stefano Caldoro in campo per la terza volta consecutiva contro Vincenzo De Luca, il presidente uscente, che i sondaggi danno in vantaggio di oltre il 6% sullo sfidante di centro-destra e con un calo di consensi alla Lega in favore di Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Quest’ultima vedrà in settimana giungere a Napoli il leader Silvio Berlusconi intenzionato a risollevare gli umori di un partito allo sbando e diviso da faide intestine che rischiano di compromettere il risultato elettorale a vantaggio degli alleati. Questo Berlusconi non può permetterselo se intende arginare l’espansione dei sovranisti al Sud e la Campania rappresenta un test chiave per rilanciare Forza Italia e soprattutto proporre Berlusconi nelle vesti di un potenziale interlocutore per il Governo che, in autunno, è chiamato alle sfide più delicate per il Paese e per il proprio futuro. Sono ore decisive anche per chi, come il sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo, deve dar seguito all’annunciata decisione di candidarsi con la Lega annunciata in pompa magna addirittura con la venuta a Sorrento di Matteo Salvini.
Del resto per Cuomo che è alla scadenza del suo secondo mandato la chance regionale rappresenta l’ultima occasione per restare nel giro della politica che conta. I mezzi per giocarsela Cuomo ce li ha così come l’organizzazione e le relazioni indispensabili per intercettare consensi negli altri Comuni del collegio partenopeo. E’ vero che in Penisola Sorrentina non può contare sul sostegno dei colleghi sindaci oltre a doversi confrontare con altre candidature sul suo stesso fronte e su quello avversario. Se scioglierà positivamente la riserva dovrà rassegnare le dimissioni dalla carica di primo cittadino prima di sottoscrivere l’accettazione di candidatura regionale, dopodichè il Prefetto di Napoli nominerà un commissario per condurre la città di Sorrento al voto. In queste ore Cuomo sta valutando le diverse opzioni sapendo che da questa decisione dipende anche il suo futuro politico.