La Penisola Sorrentina e un “governo partecipato” del territorio
La decisione dei sindaci dei sei comuni peninsulari di intraprendere un percorso unitario sui temi d’interesse strategico per il territorio è senza dubbio una novità politicamente interessante perchè denota l’acquisita consapevolezza che, da soli, soprattutto alla luce dell’esperienza covid-19, non si può andare e non si va da nessuna parte. Quindi, elaborare una piattaforma programmatica comprensoriale e impegnarsi ad attuarla significa rinunciare a una visione municipalistica del governo locale in favore di una dimensione sovraccomunale, quindi globale e soprattutto integrata nel sistema territoriale metropolitano.
Le proposte sui temi in discussione e di cui ciascun sindaco è “portavoce” hanno bisogno di acquisire valenza amministrativa, cioè valore di linee di indirizzo per gli Enti Locali dell’area. Pertanto è indispensabile che, separatamente o congiuntamente, ciascuna delle materie oggetto di programmazione e azione su scala comprensoriale venga organicamente proposta, discussa e approvata nei consigli comunali che hanno competenza in tal senso e i cui deliberati vincolino le singole Amministrazioni a dar seguito, con atti formali e comuni, alle scelte, ai progetti, agli investimenti. Anche al di là dei primi cittadini pro-tempore che guidano i Comuni. Altrimenti restano “pregiate dichiarazioni d’intenti” fine a sè stesse, destinate inevitabilmente ad abortire! Si tratta cioè di incanalare scelte politiche sul piano amministrativo che ne sancisce la fattibilità anche rispetto agli altri e superiori livelli istituzionali: questo perchè non bastano le buone idee senza le gambe che gli consentano di viaggiare!
A meno che non si voglia riconoscere e attribuire alla “conferenza dei sindaci” un valore istituzionale vincolante rispetto ai civici consessi che essi rappresentano. E pure in questo caso occorre che i consigli comunali prendano atto dei nuovi indirizzi programmatici per consentire all’amministrazione di adottare gli atti conseguenti. Poichè gli argomenti trattati dal primo sindaco che è “uscito allo scoperto“, Piergiorgio Sagristani, sono estremamente importanti e impattanti sul territorio della Penisola Sorrentina in quanto riguardano ambiente e vivibilità, affinchè non restino un bell’annuncio è necessario che acquisiscano una forma amministrativamente appropriata e quindi su una proposta sicuramente più articolata siano chiamati ad esprimersi i sei consigli comunali peninsulari. Se le maggioranze di governo locale possono affidarsi automaticamente ai loro sindaci, le minoranze hanno il diritto-dovere di concorrere alla definizione di un tale progetto che travalica i rispettivi e contingenti ruoli ricoperti trattandosi di materia che vincola la presente, ma soprattutto la futura programmazione e quindi la proposta politico-programmatica di chi concorre alle elezioni.
Questo sempre e solo se si intende affrontare con serietà e lungimiranza il problema e non farne, da parte di chicchessia, un uso strumentale o fine a sè stesso! Si consideri, per esempio, la problematica della mobilità urbana e interurbana, cenerentola del dibattito politico-amministrativo senza che si sia mai addivenuti a una qualunque seria e concreta decisione se non strettamente connessa a emergenze o criticità temporanee! E’ materia di natura ambientale, ma anche socio-economica, per cui affrontarla avulsa dal contesto generale in cui si esplica la quotidianità di persone e imprese non produrrà risultati diversi dal passato, cioè nulla. Oggi però l’emergenza covid determinerà proprio sul fronte della mobilità nella Penisola Sorrentina, in entrata e in uscita, una serie di criticità di cui non si può non tener conto.
Cioè assisteremo, a partire soprattutto dall’autunno, a un’impennata del traffico automobilistico per ragioni legati alla sicurezza sanitaria che renderà praticamente impossibile poter contare sul trasporto pubblico per muoversi per ragioni di studio e di lavoro. Il distanziamento sociale inteso come prevenzione primaria nei confronti del covid rende praticamente inutilizzabile il mezzo pubblico da parte di chi deve fare i conti con spostamenti quotidiani e con orari non suscettibili di flessibilità per cui sarà conseguenziale scegliere l’auto per muoversi. Solo per tentare di trovare una soluzione sostenibile a questo problema, sindaci e amministrazioni dovrebbero lavorare a tempo pieno per i prossimi 2,3 mesi a volerla dire tutta! Per questo ben vengano le buone intenzioni, di chiunque… Ma di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno!