Elezioni Regionali 2020: perchè dopo De Luca può esserci solo De Luca!
Mese prima o mese dopo gli italiani presto andranno alle urne per eleggere alcuni importanti consigli regionali e parecchi comunali. Il test regionale, fuor di dubbio, avrà una valenza politica nazionale non solo per quanto riguarda gli esiti, ma anche per il futuro politico dei Presidenti di regione che per il covid sono stati protagonisti di performance a fortissimo impatto mediatico (nel bene e nel male) e pertanto sono in gran parte cambiati quelli che erano gli scenari locali ante-pandemia. Per tutti vale l’esempio della Campania dove un presidente uscente dato già per spacciato e contro il quale brigavano più o meno apertamente anche il suo partito e alleati, oggi si è conquistato sul campo il diritto alla ricandidatura e alla rielezione per un secondo, decisivo mandato alla guida della Regione.
Ogni alternativa, anche la più suggestiva sul piano politico-mediatico (come forse lo è stata per alcune settimane la paventata candidatura del magistrato anticamorra Catello Maresca), si dissolve come neve al sole. Questo perchè un cambio di leader dopo gli obiettivi successi conseguiti da De Luca e che gli sono quasi unanimamente riconosciuti in Italia e all’estero, tranne che dai soliti avversari incapaci di cambiar registro e di presentarsi invece come alternativa credibile sulle proposte di governo, significherebbe soltanto mandare all’aria il rilancio della Campania e il suo strategico riposizionamento in ambito italiano e internazionale.
La sbandierata alternativa leghista in tandem con Fratelli d’Italia e il condimento forzista è in grado di riproporre sugli scenari politico-amministrativi campani personaggi che, solo a pronunciarne il nome, fanno volare la mente in tutt’altra sede che non è quella di Santa Lucia e del Centro Direzionale di Napoli. Sia chiaro: non è che il fronte della maggioranza, diciamo di centro-sinistra, brilli per eccellenza. Anzi ha molto da farsi perdonare e diverse mele marce da scaricare. Quel che però conta più di tutto è il leader, il presidente che meglio di qualunque altro è in grado di assicurare governabilità, continuità ed efficienza nell’azione com’è stato ampiamente dimostrato soprattutto in questa emergenza. Senza però sottovalutare i risultati conseguiti precedentemente a costo di duri sacrifici: come per esempio è avvenuto in campo sanitario che De Luca ha fatto emergere dallo stato comatoso del commissariamento per la montagna di debiti accumulati dalle precedenti gestioni con altrettante malversazioni. Così ha ottenuto il disimpegno di oltre un mld di euro per attuare il nuovo piano di rete ospedaliera campana e…scusate se è poco! La sanità campana nell’emergenza pandemica ha retto l’urto diventando anzi un modello con le sue eccellenze organizzative e sanitarie che vanno dal Cotugno al Cardarelli.
Il Piano Socio Economico voluto e varato da De Luca impegnando consistenti risorse regionali non è stato un libro dei sogni com’è avvenuto altrove. Piuttosto la prova di saper far funzionare la macchina amministrativa della Regione e di incalzarla per rendere esecutive le scelte della politica, quello che non è riuscito, almeno fino a questo momento, al presidente del consiglio Giuseppe Conte per cui le criticità connesse all’attuazione degli interventi hanno finito col depotenziarne gli attesi e utili effetti. De Luca e il suo staff hanno dimostrato di saper guidare la nave in tempesta e soprattutto di aver chiaro l’obiettivo presente e futuro: fare della Campania una realtà assolutamente sicura perchè da questa sicurezza sanitaria e dalla percezione che se ne darà all’esterno dipende la ripresa socio-economica campana. Come l’obiettivo nell’emergenza è stato quello di scongiurare il rischio che il contagio facesse strage in una realtà con la più alta densità abitativa d’Europa, quali sono Napoli e la sua area metropolitana, così per il dopo il Presidente De Luca ha le idee molto chiare: ciò basta e avanza per farne il successore di sè stesso alla guida del futuro governo regionale dove, naturalmente, dovranno esserci quelle novità indispensabili per operare un salto di qualità da parte di un consiglio regionale che sicuramente non ha dato brillante prova di sè, nè tra la maggioranza nè tra le opposizioni!
Il prossimo governo regionale dovrà perseguire un obiettivo ambizioso: quello di elevare la Campania al rango delle più importanti e performanti regioni italiane per consentirgli di realizzare un protagonismo a trecentosessanta gradi sul piano socio-economico e turistico-culturale. Puntando cioè sugli asset vincenti dell’identità campana e promuovere attraverso di essi la rinascita di un Mezzogiorno ansioso di riscattato da una stagione troppo lunga di mortificazioni imposte da una “visione nordocentrica” dell’Italia che non ha retto all’onda d’urto della pandemia e anzi sta svelando retroscena che possono riservare grandi, se non tragiche sorprese. De Luca, anche con la sua ironia, il suo sarcasmo, il suo egocentrismo istrionico è stato capace di animare lo storytelling di una Campania protagonista e autosufficiente: ora il Presidente deve essere in grado di traghettare la regione sui nuovi scenari marginalizzando le piaghe che fino a oggi ne hanno soffocato la crescita.