Italia

Covid-19 e…ragionamenti irriverenti!

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Oggi proviamo ad andare un po’ controcorrente con alcune considerazioni sicuramente legittime anche se possono suscitare qualche fastidio in questo momento di disagio collettivo. Ovviamente ci riferiamo all’emergenza coronavirus e ai riflessi che ne derivano sul piano socio-economico. Non lasciamoci condizionare dalla vulgata dei troppi manipolatori ed esibizionisti e riflettiamo in modo irriverente sapendo che, quella che segue, è una panoramica per nulla esaustiva della situazione generale che stiamo vivendo.

IN ITALIA LA GENTE MUORE DI FAME…

L’interruzione della maggior parte delle attività lavorative nell’arco di un mese avrebbe ridotto sul lastrico il popolo italiano al punto da richiedersi lo stanziamento di cospicui interventi finanziari per permettere alle famiglie di fare la spesa e di mettere un piatto a tavola! Si, ma di quali famiglie stiamo parlando? Non si può e non si deve generalizzare! Fino a qualche mese fa, tipo febbraio, si fotografava ancora l’Italia come un paese “too rich to fail” cioè troppo ricco per fallire. Non tanto per il debito pubblico che resta uno dei più elevati da sempre rispetto al PIL (ed è purtroppo destinato a lievitare per il covid-19), quanto per il risparmio privato: quello cioè di famiglie e imprese che custodirebbero un tesoretto, anzi un tesorone, pari a circa 9700 miliardi, cioè a 8,4 volte il reddito disponibile.

Ora tutto questo risparmio che, fino a prova contraria, si è continuato ad accumulare almeno fino a febbraio, dovrebbe consentire a una larghissima fetta di italiani di affrontare questi “tempi duri” potendo contare proprio sulle riserve di denaro accantonate legalmente e/o illegalmente (cioè in nero) e disponibili su banche, poste o nelle casseforti private, nelle cassette di sicurezza o nei materassi! Questo dato non ce lo dobbiamo dimenticare perchè ci aiuta a capire meglio la situazione reale e anche le ragioni che possono ispirare alcune scelte di governo sul piano del sostegno alle diverse categorie sociali ed economiche del Paese.

Se prendiamo per buona la situazione economica del paese reale, quella privata, le fasce sociali realmente bisognose di aiuto per la sopravvivenza quotidiana si dovrebbero ridurre drasticamente. In questo caso le risorse rese disponibili dallo Stato e quelle che ancora lo saranno nelle prossime settimane dovrebbero risultare più che sufficienti ad aiutare i “veri bisognosi” piuttosto che i tanti “mangiafranchi a tradimento” che stanno sempre in agguato in qualsiasi calamità, famelici nello sfruttarne le implicazioni utili per accaparrarsi quanto più è possibile a danno di chi veramente ha bisogno dell’essenziale per sopravvivere.  Scusate se ci siamo posti il problema!

BUONI PASTO PER LA SPESA E NON SOLO…

Sull’entità dei buoni-spesa frutto di risorse finanziarie stanziate dal Governo Nazionale in aggiunta anche a quelle dei Comuni che hanno impegnato fondi propri derivanti, per lo più, da oneri che non gravano per il momento sulla spesa locale (dal mese di marzo, per esempio, c’è stata la sospensione delle attività didattiche cha ha praticamente reso disponibili gli stanziamenti destinati al trasporto alunni e alle mense scolastiche), ogni famiglia che si trova nelle condizioni per ottenere il bonus a conti fatti può contare su una somma che oscilla, per un nucleo medio di 4 persone, dai 175 ai 250 euro. Facendo una media tra queste cifre si ottiene un valore del bonus settimanale pari a circa 212 euro che dev’essere utilizzato per l’acquisto di beni alimentari e di prodotti igienico-sanitari. Praticamente si tratta di una disponibilità media di 30 €uro al giorno. Che cosa si può acquistare con 30 euro al giorno per nutrire una famiglia di 4 persone?

Partiamo dalla colazione che tra latte, caffè e brioches, impegna una cifra tra i 5/6 euro. A pranzo per 600 gr di pasta (porzioni di 150 gr o, se la fame è tanta, di 250 pro capite), salsa, pane, una spruzzata di caciotta se ne vanno altri 6/7 euro. Per secondo piatto 4 fette di petto di pollo o di tacchino con contorno di insalata o patate tra gli 8/10 euro. Restano 10/12 euro per la cena che di solito è più leggera. Insomma con 30 euro in tempi di vacche magre una famiglia di 4 persone riesce a mangiare decentemente 3 volte al giorno potendo anche variare il menù. Per conferme si guardino i listini-prezzi dei supermercati, non solo di quelli che vendono a prezzi più convenienti, per fare un po’ di calcoli. Insomma, se le sole risorse disponibili per mangiare sarebbero i 212 euro/settimanali del bonus, nella situazione in cui ci troviamo ci si può arrangiare più che discretamente. Con un po’ di fantasia si può anche variare e  arricchire il menù a seconda dei giorni e dei gusti.

RISPARMI QUOTIDIANI…MANCATI INCASSI…

Il fermo-casa (sul modello del fermo-auto) imposto per scongiurare la diffusione del contagio comporta anche dei risparmi. Facciamo qualche esempio tanto per capirci. Le forniture di carburante per auto e moto sono una voce di spesa rilevante in qualunque bilancio familiare. Per questo periodo di forzata clausura il problema di fare rifornimenti è davvero marginale visto l’uso che si può fare dei mezzi privati. Ci sono i benzinai, ahimè, che hanno visto crollare i loro introiti, non solo per i carburanti ma anche per i lavaggi auto e affini, così come i petrolieri che svendono l’oro nero, senza però che le compagnie alla pompa pratichino consistenti sconti visto che il prezzo del greggio non è stato mai tanto basso e per tanto tempo. Non sia mai che i consumatori si abituino! Domani sarebbe complicato far rilievitare il prezzo al valore corrente ante-covid. La chiusura forzata di gran parte degli esercizi commerciali consente altre economie: meno caffè al bar e meno gratta e vinci il cui acquisto pure ha una  notevole incidenza sui bilanci familiari, così come lo sperpero di denaro alle slot machine o ai centri scommesse.

C’è anche il rischio che, di questo passo, qualcuno riesca pure a disintossicarsi dalla dipendenza da gioco e, pensando agli effetti di una polmonite da covid-19 che ti toglie il respiro e ti fa morire soffocato (come se si annegasse spiegano i medici) magari prova anche a liberarsi dalla dipendenza da  fumo. Ci guadagna, non poco, la tasca, ma soprattutto la salute.

Quelli che invece sollazzavano spirito e corpo assumendo svariate droghe sempre più facilmente disponibili sul mercato, si trovano in astinenza forzata e anche per loro potrebbe trattarsi della grande occasione per liberarsi da esse. Minori consumi…maggiori risparmi, almeno per il consumatore medio che deve acquistare tutto per mantenere un standard di vita che all’improvviso si è modificato abbassandosi di livello. Così ci si abitua a fare a meno di parecchie cose superflue o accessorie… Di pari passo a quelli che qualcosa risparmiano, troviamo quelli che invece registrano le perdite dei propri guadagni proprio a causa della contrazione degli acquisti.

Gli spacciatori, per esempio, non hanno più facile mercato e si assottigliano sensibilmente le entrate per i loro datori di lavoro, la criminalità organizzata che vede ridimensionati fortemente i proventi di questo come di altri settori fra cui anche il pizzo estorto ai commercianti. Un business criminale che, in alcune realtà, ha ancora un peso rilevante nelle due economie: quella di chi paga e quella di chi incassa. Come si fa a pretendere denaro da attività chiuse, che non realizzano profitti e che, sic stantibus rebus, rischiano di non realizzarne ancora per parecchio? Questo business si ferma, volenti o nolenti, e per ripartire, sempre se non cambiano le cose, ci vorrà del tempo…e pazienza! Intanto può anche darsi che le vittime del pizzo prendano coraggio e pensando ai tempi duri trascorsi e alle incertezze del futuro decidano di indurirsi un poco pure loro nei confronti degli estorsori. Una noce nel sacco non fa rumore, tante invece  si sentono…eccome!

Ogni mutamento sociale, soprattutto se tanto radicale come quello legato alla pandemia, implica un cambiamento forzato che può rivelarsi imprevedibile negli sviluppi! Va messo in conto…da parte di tutti! Senza auto circolanti si fanno meno incidenti stradali e i carrozzieri vedono crollare il loro fatturato. Del resto fare un incidente di questi tempi, con le strade praticamente deserte, è un evento che merita la prima pagina di un giornale. Gli assicuratori invece non hanno mai avuto un periodo così povero di denunce di sinistri con annessi rimborsi che sono prossimi allo zero per carenza assoluta di indennizzi. Per loro veder prolungare di 15 giorni la naturale scadenza della RCA in un clima di fermo-auto significa soltanto prolungare la stagione d’oro dei mancati risarcimenti.

Stanno invece fuor di senno i lestofanti che abbondano in verità come per esempio legali abituati a lucrare con i falsi sinistri insieme a periti e sanitari compiacenti pronti a certificare qualunque schifezza contribuendo così a far impennare sempre di più il costo delle polizze assicurative! I risparmi, a ben pensarci, sono tanti come pure i mancati guadagni di cui tanti sicuramente legittimi, ma altrettanti o quasi semplicemente illegali.

Che serva a modificare abitudini e comportamenti divenuti troppo disinvolti? Lo vedremo prossimamente! Si stanno ingrassando gli alimentaristi, soprattutto la grande distribuzione dove la gente riversa e sfoga tutta la smania e compulsione spendereccia per accaparrarsi cibo&affini peraltro sempre disponibili a sufficienza e in molti casi venduti a prezzi anche lievitati! Pochi ci fanno caso, ma alla fine il conto può salire e lasciare spiazzati se non ci si regola bene nel fare i calcoli o non si sceglie dove andare a fare la spesa. Loro, i grandi distributori alimentari, di problemi a versare le tasse alle scadenze di legge proprio in questo momento non ne hanno: i portafogli sono  pieni e possono, anzi devono versare all’erario il dovuto, soprattutto perchè serve denaro fresco e, almeno loro che guadagnano, e pure tanto, il dovere di  dimostrarsi bravi contribuenti ce l’hanno!

Non sono i soli, ovviamente, perchè le imprese che nelle tragedie finiscono col prosperare sono diverse: per esempio i produttori dei prodotti essenziali. E chi se lo immaginava che aziende di dispositivi sanitari come per esempio le mascherine, potessero trasformarsi in galline dalle uova d’oro? E’ bastato poco e si sono pure convertiti per soddisfare la nuova domanda del mercato mondiale, anche quelli che prima non c’avevano nulla a che vedere con questi prodotti! L’insegnamento a distanza nelle scuole e università lascia intravedere un nuovo boom per la vendita di prodotti informatici e telematici in un settore, quello dell’ICT, che dall’emergenza può ricavarne soltanto un impulso a ulteriormente incrementarsi così come i costruttori di reti che finalmente potranno veder soddisfatte le loro richieste di potenziare e modernizzare il nuovo padrone unico del mondo: internet.

Langue l’abbigliamento! La gente non ha più occasione di vestirsi e di esibirsi: piuttosto passa il tempo a mettere un po’ d’ordine negli armadi e riesce pure a spolverare qualcosa che aveva dimenticato, affossato, nei tiretti e che è addirittura ritornato di moda o tornerà ad esserlo! Insomma l’abbigliamento deve attendere tempi migliori: intanto viene l’estate e se Dio vorrà ci si potrà denudare per andare al mare! Di indossare abiti se ne parlerà in autunno, sempre Dio volendo e gli uomini consentendo, anche per realizzare i nuovi guardaroba.

Per le cerimonie se ne passerà altro tempo e chi proprio vorrà  convolare a nozze potrà risparmiare sul pranzo: invitati solo pochi intimi e per ora anche a domicilio. Di viaggi di nozze neanche a parlarne: si rischia di finire dalla padella nella brace… e di restarci. Sarà per il futuro, magari per festeggiare un anniversario e  intato le mancate spese matrimoniali si trasformano in un gruzzoletto utile alla nuova coppia per affrontare le incognite del presente e probabilmente del prossimo futuro.

Chi i soldi ce li ha può invece investire per fare qualche buon affare: per esempio una casa. Magari approfittando della crisi del turismo e dei B&B che potrebbe indurre i proprietari di strutture destinate a restare a lungo vuote a rimetterli sul mercato della vendita o dell’affitto. Ritorneranno disponibili appartamenti sequestrati alla locazione, ma che sono in grado di assicurare rendite annuali garantite piuttosto che zero incassi per turismo.

Insomma in ogni disgrazia c’è chi ci guadagna e chi no! La maggioranza ci perde, ma non fa testo, neanche nei libri di storia perchè la storia, di solito, la scrivono i vincitori e resta la loro versione dei fatti! Sono tanti i forti&prepotenti che hanno fatta tanta cassa nel corso degli anni e l’hanno ben occultata sottraendosi ai propri doveri fiscali. Gente che avrebbe la forza di supportare lo Stato nell’azione di sostegno, per esempio, all’occupazione, soprattutto di quelle fasce più deboli. C’è un patrimonio di forza lavoro, in diversi comparti produttivi, che dev’essere salvaguardato anche se non soprattutto per il valore professionale che esprime e che rende competitive le aziende. Chi può pensare di scaricarlo?

Questi sentimenti e questi ragionamenti i grandi business-man-woman non è che li coltivino troppo, da loro non c’è da attendersi granchè! Ci pensi lo Stato con la cassa integrazione a garantire un reddito agli stagionali, per esempio, mentre loro magari intascano altre provvidenze buone a risarcirli dei mancati o ridotti guadagni!

A fare la fame, ironia della sorte, potrebbero essere quelli il cui lavoro è, appunto, quello di saziare la fame altrui: i ristoratori. Per ora non torneranno i tempi belli, con i clienti di una volta assepiati uno addosso all’altro: resteranno un ricordo per parecchio, non solo per i divieti, ma soprattutto per le diffidenze che resteranno: quelle di un contagio sempre in agguato favorito dall’eccessiva prossimità tra i coperti nei ristoranti. Questi si ridurranno dei 2/3…Per assicurare le distanze e non solo!  Cambierà anche il modo di fare ristorazione, dalla cucina alla tavola passando per la sala mentre crescerà la ristorazione da asporto con relative consegne a domicilio. Ma l’intera filiera gastronomica risulterà stravolta sul piano innanzitutto organizzativo-gestionale. Ecco perchè è il momento di sfruttare questo tempo per pensare e per adattarsi al futuro che verrà! Insomma una rivoluzione toccherà anche la convivialità, aspettare per credere, soprattutto se il micidiale covid deciderà di non suicidarsi lasciandoci liberi di tornare a respirare…Dio volendo!

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