A proposito del Comandante Gennaro Arma reduce dalla nave del coronavirus…
E’ giunta all’epilogo la vicenda del comandante della Diamond Princess Gennaro Arma definito “the brave captain” per la gestione della grave emergenza sanitaria verificatasi a bordo e che ha costretto passeggeri (3700) ed equipaggio a due settimane di blocco forzato nella baia di Yokohama a causa dell’emergenza coronavirus. I passeggeri contagiati sono risultati essere oltre 600 e ci sono state 2 vittime. Conclusa la quarantena il Com. Arma è sbarcato e, prima di tornare a Sant’Agnello dai propri familiari, dovrà sottostare ad altri 15 giorni di quarantena per scongiurare qualunque possibile contagio.
Una storia finita bene e che giustamente esalta l’equilibrio e la professionalità con cui il Com. Arma e il suo equipaggio hanno gestito una situazione imprevista e oggettivamente critica sapendo di essere sotto i riflettori del mondo intero per cui qualunque errore avrebbe prodotto effetti devastanti per tutti e, in primis, per lo stesso Arma quale deus ex machina della Diamond. Il coro di quelli che un giorno esaltano e quello dopo sviliscono non ci entusiasma in nessun caso, per questo vogliamo proporre una riflessione. Il Com. Arma si è comportato come ci si aspettava si comportasse un Comandante in una situazione di emergenza a bordo di una nave su cui ha totale giurisdizione e responsabilità rispetto ai passeggeri, all’equipaggio, alla compagnia. Un professionista quindi che, nel momento del bisogno, ha dimostrato di essere tale, di essere affidabile per chi gli ha conferito il comando della nave, di essere all’altezza nella gestione delle persone, equipaggio e passeggeri, e soprattutto pienamente consapevole del ruolo e delle possibili conseguenze che un qualunque comportamento sbagliato avrebbe determinato.
Esaltare la circostanza che sia sceso per ultimo dalla nave è funzionale soltanto alla forzata rappresentazione mediatica di voler proporre una correlazione tra questa vicenda e quella della tragedia del Com. Schettino, accostamento che appare assolutamente improprio e di questo converrebbe lo stesso Com. Arma. E’ evidente che non gli sia mai passato per testa di dover scendere nell’emergenza della nave da lui comandata, nè prima degli altri quando ciò è stato possibile dimostrando di fare perbene e fino in fondo il proprio dovere e quindi all’altezza della situazione! Divesamente sarebbe stato un suicidio umano e professionale! La vicenda di Schettino è tutt’altra cosa e strumentalizzarla non fa bene a nessuno per le ovvie differenze di contesto, di circostanze e di conseguenze. Orgoglio legittimo piuttosto dev’essere quello di sapere che ci sono persone che meritano di occupare i posti che ricoprono, anche per l’umiltà con cui dimostrano di affrontare certe situazioni e di commentarle. E senza dubbio il com. Arma ha dato ampia e straordinaria testimonianza di ciò!